Marocco: giustizia per Brahim Saika, sindacalista saharawi morto in carcere

Brahim SaikaBrahim Saika, nessun oblio, nessun perdono! Un sindacalista saharawi del movimento dei disoccupati ucciso e seppellito senza autopsia

Fonte Sindacato CNT France (Confédération nationale du Travail), pubblicato il 19 agosto 2016

Traduzione a cura di Sial Cobas

Brahim Saika, originario di Guelmim, nel sud del Marocco, era un sindacalista molto attivo all’interno del movimento dei diplomati disoccupati. Il 1° aprile scorso è stato arrestato a seguito della sua partecipazione ad una manifestazione, chiaramente preso di mira per il suo impegno politico nella difesa dei diritti dei disoccupati e per l’autodeterminazione del suo popolo. Al commissariato è stato torturato e qualche giorno dopo ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro i maltrattamenti subiti, che hanno portato al rapido peggioramento del suo stato di salute. Trasferito all’ospedale di Agadir, i suoi parenti hanno potuto fargli visita solo una volta, constatando le sue pessime condizioni di salute e l’assenza di cure – cosa che hanno denunciato pubblicamente. Brahim è entrato in coma ed è morto il 15 aprile 2016.

Ancora una volta, un militante saharawi è morto in totale impunità per la repressione del governo marocchino. Nei giorni successivi alla sua morte ci sono state manifestazioni dei cari e dei militanti del movimento dei disoccupati, per reclamare un’autopsia ed un’inchiesta indipendente sulle circostanze della sua morte. Proteste che sono state represse violentemente.

In questi mesi la famiglia non ha smesso di chiedere che giustizia sia fatta e si è rifiutata di recuperare le spoglie senza che venisse effettuata un’autopsia. Il 4 agosto 2016 le autorità marocchine hanno deciso di seppellire Brahim Saika contro la volontà della famiglia. I saharawi hanno di nuovo protestato, manifestando la loro profonda indignazione e collera.

Il movimento dei disoccupati si è intensificato a partire dalla fine del 2015 e Brahim Saika era uno dei suoi militanti più capaci e attivi. La campagna si era radicata intorno alla discriminazione nelle assunzioni nelle miniere di fosfato. Il gruppo OCP (Società Nazionale del Fosfato) sfrutta le miniere di fosfato del Marocco, tra le quali c’è la miniera di Boukraa (uno dei più grandi giacimenti al mondo), nei territori occupati saharawi. L’OCP ha annunciato 500 nuove assunzioni, ma non per i saharawi. Le mobilitazioni dei disoccupati – le più recenti sono state a luglio 2016 – sono state sistematicamente represse in modo feroce. Non va dimenticato che il Marocco sfrutta le risorse naturali nei territori occupati Saharawi in totale illegalità e altrettanto illegalmente concede autorizzazioni di sfruttamento ad aziende straniere.

Esprimiamo la nostra solidarietà ai familiari di Brahim Saika e al popolo Saharawi, in lotta per l’autodeterminazione e condizioni di vita degne.