Egitto: condizioni durissime per i 26 operai arrestati. Firmiamo l’appello per il rilascio!

banner egitto tribunale militareLa sentenza del Tribunale Militare di Alessandria, che sta procedendo sul caso dei 26 lavoratori della Alexandria Shipyard Company, arriverà il 2 agosto, dopo aver sentito la difesa lunedì prossimo. Dei 26 imputati, 13 sono attualmente in prigione. Le famiglie denunciano condizioni di detenzione durissime, per mancanza di cibo e di accesso alle cure mediche. Ricordiamo che gli arresti e il processo seguono le proteste dei lavoratori dello scorso maggio, contro il deterioramento dei salari e l’inadeguatezza delle condizioni di salute e sicurezza nei cantieri navali. L’ Alexandria Shipyard Company è sotto la supervisione e amministrazione del Ministero della Difesa e della Produzione Militare. L’azienda è uno dei più importanti progetti industriali sviluppati degli anni ’60 ad Alessandria nel campo marittimo ed oggi rappresenta uno dei più grossi poli economici controllati dalle Forze Armate Egiziane. Nel complesso vi lavorano 2500 lavoratori civili.

E’ partita una petizione, “Contro i tribunali militari per i lavoratori”, sottoscritta finora da più di dieci organizzazioni sindacali, nove partiti politici e movimenti politici e nove organizzazioni per i diritti umani. Un appello perché cadano tutte le accuse a carico dei lavoratori e perché il caso venga spostato al Tribunale Civile.

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Campagna di solidarietà con i lavoratori della Alexandria Shipyard contro il tribunale Militare e per il rilascio dei lavoratori 

di Dina Amr, da The Daily News Egypt del 9 luglio 2016

Traduzione a cura di Sial Cobas

Appello perché cadano tutte le accuse a carico dei lavoratori e perché il caso venga spostato al Tribunale Civile.

La campagna di solidarietà con i 26 lavoratori della Alexandria Shipyard company sotto processo al Tribunale Militare di Alessandria sta ricevendo grande sostegno internazionale. Le maggiori organizzazioni sindacali e i leader dei partiti in Parlamento in Egitto, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna ed Irlanda hanno firmato una petizione che chiede il rilascio dei lavoratori della compagnia di cantieristica navale, attualmente incarcerati.

La campagna sostiene che i lavoratori dei cantieri sono dei civili, e quindi non devono essere giudicati da un tribunale militare, bensì civile. Sostiene anche che non c’è alcun articolo o legge nella costituzione che criminalizza le proteste pacifiche.

I lavoratori avevano tenuto un sit-in dal 22 al 23 maggio nel porto di Alessandria, contro le condizioni di lavoro. Chiedevano il pagamento dei bonus, che la compagnia rifiutava di pagare, inclusi i dividendi per i profitti degli ultimi 4 anni, contratti stabili per 36 lavoratori precari, che avrebbero già dovuto per legge essere regolarizzati e l’assicurazione sanitaria.

I lavoratori chiedevano anche il licenziamento del manager della Compagnia, così come il ripristino della produzione nelle linee bloccate dentro il cantiere, oltre alle promozioni promesse da tempo ai lavoratori.

egitto cantieriProtestavano contro il deterioramento dei salari e le inadeguate condizioni di salute e sicurezza all’interno dei cantieri.

Il 24 maggio, l’amministrazione della compagnia si era rifiutata di ascoltare le loro rivendicazioni. I lavoratori hanno fatto una serrata, bloccando tutta la produzione.

Reazioni

Il 25 maggio, 26 operai  che avevano partecipato alla protesta hanno avuto lo shock di ricevere una citazione in giudizio dalla procura militare. Come spiega Mohamed Awad, un avvocato dell’ Egyptian Center for Economic and Social Rights (ECESR) che rappresenta i lavoratori, la Alexandria Shipyard fu creata originariamente come un’azienda di stato negli anni ’70, ma passò nelle mani del Ministero della Difesa nel 2007. E’ questo il motivo per cui i lavoratori vengono citati di fronte al Tribunale Militare.

Awad spiega che i lavoratori sono stati arrestati per aver impedito ad altri operai di lavorare e per aver bloccato la produzione. Le accuse rientrano nell’articolo 5 della costituzione , che dice che ogni lavoratore che ha una di queste imputazioni -incitazione allo sciopero, rallentamento della produzione, impedimento ad altri lavoratori di lavorare – deve presentarsi ed essere giudicato in Tribunale.

“I lavoratori sono stati accusati di istigazione allo sciopero, ostacolo alla produzione e impedimento agli altri operai di svolgere il proprio lavoro” ha spiegato Awad. I lavoratori sostengono però di non aver partecipato ad alcun blocco del lavoro.

Il 27 maggio la Federazione dei Portuali (the Dockers Federation) ha emanato un comunicato “condannando la repressione, gli abusi, l’incarcerazione e la persecuzione giudiziaria militare di cui sono vittime i lavoratori dell’ Alexandria Shipyard company per aver semplicemente chiesto un miglioramento delle loro condizioni di lavoro e di vita”

Di questi 26 lavoratori sotto processo, 13 uomini e una donna si sono consegnati e stanno attendendo in carcere di essere ascoltati in Tribunale ad Alessandria. La donna è stata scarcerata sotto cauzione.

Gli altri 12 lavoratori non si sono ancora presentati in tribunale, hanno deciso di non consegnarsi alle autorità dopo aver visto che gli altri lavoratori erano stati incarcerati e per di più in differenti prigioni.

Suzanne Nada, un’avvocatessa di ECESR ha detto: “Sebbene la compagnia sia caduta in mano all’autorità del Ministero della Difesa, si tratta pur sempre di lavoratori civili che non possono essere giudicati da un Tribunale Militare”.

Firma la petizione su Change.org: “Contro i tribunali militari per i lavoratori”.