Altra conferma in tribunale che il macchinista unico è contrario alle norme di sicurezza

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COMUNICATO STAMPA del 22 luglio 2016

Con sentenza 320 del 19 luglio 2016, il Tribunale di Genova ha confermato in appello l’illegittimità del licenziamento del macchinista di La Spezia Silvio Lorenzoni, che si era rifiutato di condurre treni ad agente solo. Il Giudice ha ribadito che le ragioni del rifiuto di Lorenzoni sono fondate, in quanto con una sola persona sul treno in grado di condurre il treno, in caso di malore del macchinista questi non avrebbe alcuna garanzia di ricevere soccorsi in tempi utili, in quanto l’altro agente non è in grado di condurre il treno fino alla stazione successiva, e il treno potrebbe essersi arrestato in luoghi non facilmente e rapidamente raggiungibili dai soccorsi. Nella sentenza si fa riferimento all’art. 2087 c.c. e in particolare citando la Cassazione: “Secondo quanto disposto dall’art. 2087 c.c., il datore di lavoro è obbligato ad assicurare condizioni di lavoro idonee a garantire la sicurezza delle lavorazioni ed è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatoti di lavoro; la violazione di tale obbligo legittima i lavoratori a non eseguire la prestazione, eccependo l’inadempimento altrui (Cass. 6631/2015).” E analogamente “In caso di violazione da parte del datore di lavoro dell’obbligo di sicurezza di cui all’art. 2087 c.c., è legittimo, a fronte dell’inadempimento altrui, il rifiuto del lavoratore di eseguire la propria prestazione (Cass.836/2016)”.

Congratulandoci con Lorenzoni per questa bella vittoria, vogliamo però anche denunciare il fatto che quasi tutte le imprese ferroviarie utilizzano l’agente solo, grazie ad accordi e contratti sottoscritti con i sindacati cosiddetti “maggiormente rappresentativi”. Se quindi da un lato i tribunali definiscono illegale l’agente solo, perché non rispettoso delle norme di sicurezza sul lavoro, d’altro canto le imprese se ne infischiano di questi pronunciamenti, appoggiate da sindacati compiacenti. Auspichiamo un intervento della magistratura, che accerti le responsabilità penali di dirigenti aziendali e rappresentanti sindacali, al fine di riportare le ferrovie italiane sulla linea della legalità e della sicurezza.

22 LUGLIO 2016