Liberamente tratto da La Izquierda Diario. Traduzione a cura di Sial Cobas.
Mc Donald’s, la catena nordamericana di fast food, ha stipulato col governo Argentino del Presidente Macrì un accordo per assumere 5mila giovani tra i 18 e i 23 anni “in situazione di vulnerabilità”, con un salario mensile di 4500 pesos per sei ore al giorno di lavoro.
Due i punti controversi dell’accordo:
- si tratta di una retribuzione sotto la soglia prevista dalla legge perché il salario minimo in Argentina è di 6.060 pesos
- di questi 4500 pesos mensili lo Stato Argentino ne metterà di tasca sua 1000
L’accordo rientra infatti nell’ambito del Piano Primo Impiego promosso da Macrì e quindi MaDonald’s riceverà lauti aiuti statali, sia in termini di contributi che di sconti fiscali. Si calcola che lo Stato contribuirà alla retribuzione di questi 5mila giovani con un esborso di 60 milioni di pesos all’anno.
In altre parole, Macrì sta dando dei sussidi ad una multinazionale che da sempre si distingue per le sue politiche di bassi salari e di sfruttamento dei lavoratori e lo pone come un esempio di come si può generare impiego per i giovani e attrarre investimenti.
Si tratta di una mossa per abbassare il salario di tutti i lavoratori, perché le imprese preferiranno assumere personale con questi piani promossi dal governo, potendo così mettere sotto pressione i lavoratori assunti con contratti “normali”, ovvero stabiliti a livello di contrattazione collettiva.
Niente di nuovo
Questo Piano di Primo Impiego non l’ha certo inventato Macri. E’ stato uno dei cavalli di battaglia del Governatore De La Sota a Cordoba. Migliaia di giovani entravano a lavorare nelle catene di montaggio dell’industria automobilistica con salari da fame, in parte finanziati dallo Stato.
Sono milioni i giovani che subiscono questa situazione, che significa difficoltà a continuare gli studia, a rendersi indipendenti dalla famiglia, compresa l’impossibilità di divertirsi perchè lavorano 12 ore e persino il fine settimana. La maggior parte delle volte non hanno diritto ad organizzarsi sindacalmente o a discutere delle condizioni di lavoro. Pe la burocrazia sindacale non contano nulla. Basta vedere cosa è accaduto in questi anni nel settore metallurgico, come nella fabbrica di elettrodomestici Liliana a Rosario, nei supermercati Atomo di Mendoza, nei call center di Cordoba o nelle fabbriche automobilistiche di Buenos Aires. Ragazzi e ragazze, che vedono come i loro padroni si riempiono le tasche, mentre loro non riesco ad ottenere alcun miglioramento reale delle condizioni di vita e di lavoro. Perchè questa precarizzazione del lavoro porta ad una precarietà esistenziale. E le donne sono quelle che portano il peso maggiore di questa situazione.
Ma la precarizzazione dei giovani di oggi non l’ha inventata Macrì, checchè ne dicano i sostenitori del periodo kirchnerista. Anzì, i conuigi Kirchner hanno proprio segnato per i giovani un decennio di precarizzazione, la cosiddetta “la década prekarizada”.
Un milione e mezzo di giovani che non lavorano né studiano, con una disoccupazione tre volte maggiore a quella degli adulti e contratti precari per almeno la metà dei giovani lavoratori sotto i 25 anni. Macrì certamente è ben contento di questo lascito dei Kirchner. E così arriviamo ad oggi, con il Ministro Tomada, che fino a pochi mesi fa era l’avvocato della corporazione dei pasticceri e che ora sigla la frode dei contratti sotto il salario minimo con McDonald’s e promuove il programma Giovani con Futuro proprio con la multinazionale simbolo dello sfruttamento dei lavoratori!
I giovani lavoratori non hanno nulla da perdere e perciò si ribellano
Molti giovani che hanno conosciuto solo il modello di lavoro McDonld’s sono arrabbiati e disillusi, ma fanno anche parte di quelle nuove generazioni che si ribellano contro queste condizioni. Non solo in Argentina. Se si alza lo sguardo vediamo che in questi anni si sono ribellati per il lavoro e i diritti i giovani arabi, ma anche gli indignados spagnoli, i greci, il movimento americano e sempre più transnazionale del Fight For 15 (per il salario minimo a 15 dollari nei fast food e nei settori a basso salario). Ora assistiamo ad un imponente movimento in Francia contro il peggioramento delle condizioni di lavoro rappresentato dal progetto di legge della Loi Travail. In Argentina gli studenti, molti dei quali lavoratori, cominciano a riempire le piazze contro i tagli all’educazione pubblica. Malgrado gli attacchi di chi sta al potere, non c’è rassegnazione. Intere masse di giovani, di lavoratori sfruttati e di disoccupati non hanno avuto nulla dal capitalismo e capiscono che è un sistema che non può portare alla giustizia sociale e all’estensione dei diritti. Le socialdemocrazie hanno fallito riproponendo le stesse politiche capitalistiche che assicurano i profitti a pochi sulla base dello sfruttamento e dell’impoverimento di molti. E’ il sistema che va cambiato, più che i governi!