Lo scorso aprile il governo marocchino aveva vietato la manifestazione degli insegnanti tirocinanti prevista per il 14 aprile a Rabat, dando un duro colpo al tentativo di dialogo in corso. Circa 10mila tirocinanti hanno interrotto da parecchi mesi la loro formazione. Il governo li invita a riprendere a studiare per prepararsi ad un concorso che, a suo dire, porterà all’assunzione di 7mila insegnanti nel sistema pubblico per il prossimo anno scolastico (settembre 2016), mentre gli altri potranno tentare al prossimo concorso che si terrà a gennaio 2017. Il timore del movimento degli insegnanti tirocinanti è che, essendoci le elezioni il prossimo ottobre, il nuovo governo non mantenga le promesse sull’assorbimento dei tirocinanti nel concorso successivo. Inoltre, la proibizione a manifestare e la dura repressione del movimento non fanno ben sperare circa le promesse dell’attuale governo.
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Comunicato di solidarietà di Sial Cobas
Il 20 marzo si era tenuta a Rabat una manifestazione in risposta all’appello del coordinamento nazionale degli insegnanti tirocinanti. Oggi viene lanciato un appello alla solidarietà e al sostegno internazionale.
Da più di quattro mesi gli insegnanti tirocinanti lottano per il ritiro di due decreti ministeriali che impongono la separazione della formazione dall’assunzione e la riduzione del loro salario del 50%. Queste misure rispondono ai diktat del Fondo Monetario Internazionale che vuole accelerare la privatizzazione dell’insegnamento pubblico e alle politiche di austerità che colpiscono i fondi per la scuola e il sistema dell’educazione pubblica nel suo complesso.
Le attuali scelte del governo Benkirane mostrano la volontà di ridurre le assunzioni pubbliche e di fornire al settore privato una manodopera sfruttabile. Questa politica non farà che aumentare la massa dei diplomati disoccupati e generare un sistema educativo a doppia velocità: nel privato, mezzi adeguati per chi ha i soldi. Nel pubblico, destinato alle classi più povere, un’educazione al ribasso. E’ questa logica ultra liberale che il movimento dei professori tirocinanti rifiuta! Ancora dopo quattro mesi la resistenza continua ad essere ampia e determinata.
Il governo invece continua a rifiutare di dialogare e di prendere in considerazione le rivendicazioni del movimento, reprimendo sistematicamente gli scioperi, le manifestazioni e le occupazioni dei centri di formazione. La mobilitazione in atto ha un grande appoggio popolare, in particolare dei giovani, delle organizzazioni sindacali e della società civile. E’ necessario fare pressione sul governo marocchino fino al ritiro dei decreti e per far cessare la repressione.
La nostra lotta è la stessa: contro la messa in causa dei diritti acquisiti in nome dell’austerità e delle politiche autoritarie e liberticide.