Francia: i ferrovieri rifiutano la giornata di 24 ore!

macchinisti franciaI sindacati francesi CGT, FO, SUD rail, CFDT, CFTC, CFE-CGC e UNSA del settore ferroviario sia pubblico che privato francese hanno lanciato per la 4° volta in due mesi ad una manifestazione il 10 maggio e uno sciopero ad oltranza dal 18 maggio, se il governo non farà un passo indietro nella trattativa in corso. Sul piatto c’è il nuovo “quadro sociale” (accordo quadro) per i dipendenti del settore ferroviario, che entrerà in vigore il 1° luglio 2016. In mancanza di accordo, passerà un testo minimo, chiamato “decreto base”.

I sindacati rivendicano un accordo di categoria sull’orario di lavoro che migliori le condizioni nel settore privato senza abbassare quelle di chi lavora nelle Ferrovie dello Stato – SNCF. La CGT va al di là e reclama le 32 ore di lavoro al posto delle 35 attuali.

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Traduzione a cura di Sial Cobas dell’articolo

I ferrovieri rifiutano la giornata di 24 ore

di Pierre-Henri Lab, da l’Humanité del 4 maggio 2016

Lo scorso 29 aprile i lavoratori delle aziende ferroviarie private si sono riuniti nella sede della federazione CGT dei ferrovieri. Macchinisti di treni merci o impiegati di servizi commerciali a bordo dei treni viaggiatori sono andati ad informarsi sullo stato delle negoziazioni tra le organizzazioni sindacali di categoria (CGT, CFDT, SUD rail, FO, UNSA, CFTC e CFE-CGC), lo Stato e la Federazione padronale dell’Unione dei Trasporti Pubblici  (UTP) riguardo alla fondamentale questione dell’orario di lavoro.

La Riforma delle Ferrovie del 2014, in previsione della progressiva liberalizzazione del trasporto su rotaie iniziata nel 2006 con i treni merci,  prevedeva un’omologazione delle condizioni di lavoro, che oggi rimangono differenti a seconda dell’impresa, del mestiere o dell’attività svolta.

Lavorare circa 10 ore al giorno

A cominciare dal prossimo 1° luglio, un decreto governativo e un accordo di categoria devono offrire un quadro comune in materia di orario di lavoro a 158.900 lavoratori.

Migliorare le condizioni di lavoro dei ferrovieri del privato e impedire il peggioramento di quelli delle Ferrovie dello Stato SNCF è l’obiettivo delle mobilitazioni. Viene contestata la regolamentazione dei termini di preavviso: un’ora per un cambiamento d’orario, 24 ore per una modifica del calendario di lavoro. Oggi, in aziende private come ECR, la direzione fornisce di venerdì il piano di lavoro per la settimana successiva. E’ un preavviso troppo breve per organizzare la propria vita. Le 35 ore ormai non ci sono più: la giornata di lavoro supera spesso le 7 ore e il limite legale delle 10 ore al giorno è diventato la regola.

I ferrovieri denunciano la norma che permetterebbe di portare in via eccezionale la durata della giornata lavorativa fino a 24 ore. Rimane inoltre fumosa la definizione delle condizioni eccezionali che permetterebbero questo allungamento della durata dell’orario, col rischio che le direzioni ne facciano ricorso a loro comodo.

Il tempo di riposo tra due viaggi non rispettato

I lavoratori di alcune aziende private addirittura non posseggono neanche un contratto interno alla categoria dei ferrovieri, ma rientrano nell’accordo collettivo della ristorazione (Hotels, Caffé e ristoranti). Peccato che a bordo dei treni abbiano anche compiti di controllo e di sicurezza che solo i ferrovieri dovrebbero avere. E’ il caso di LSG France, una società in sub- appalto a Thello, che esegue la tratta Parigi-Venezia e che annovera personale di bordo sotto i minimi previsti dalla legge, manutenzione dei segnali d’allarme effettuati da personale non abilitato, assenza a bordo di giubbotti rifrangenti per effettuare i frequenti trasbordi notturni…Si tratta di un elenco senza fine di infrazioni del Codice del Lavoro e delle regole di sicurezza.

A bordo di Thello, le giornate di lavoro sono di minimo 16 ore, ben più della soglia legale delle 10 ore. Il tempo di riposo di 9 ore tra due viaggi non è mai rispettato. A Venezia, tra andare all’Hotel e tornare alla stazione ci si mette un’ora e mezza: se si contano gli abituali ritardi dei treni accade spesso che il personale di bordo abbia solo un paio d’ore di riposo prima di rifare la tratta inversa. Tutto ciò a rischio della salute dei lavoratori, della loro vita privata e della sicurezza dei passeggeri. I sindacati hanno più volte interpellato l’ispettorato del Lavoro e l’Organismo pubblico di sicurezza ferroviaria, ma per ora non hanno avuto risposte.

Allungare la durata di guida da 5 a 7 ore

La riduzione dei termini di preavviso o la possibilità di portare a 24 ore la durata della giornata lavorativa riguardano anche i dipendenti dell’azienda pubblica. A questo si aggiunge il tentativo di allungare la durata dell’orario di lavoro dei macchinisti da 5 a 7 ore di guida e il tentativo di portare la fine del servizio al di là delle 19 ore quando si è alla vigilia di un riposo settimanale e di portare l’inizio del servizio prima delle 6 di mattina. Risulterà così che un macchinista che inizia per esempio il lunedì alle 3 di mattina sia andato a dormire la domenica alle 17. E’ realistica una cosa del genere? Pensiamo alle conseguenze sulla vita privata e sulla sicurezza!

I ferrovieri della SNCF e del privato si sono quindi dati appuntamento in piazza il 10 maggio, con una manifestazione nazionale unitaria indetta da CGT, FO, CFDT, SUD rail, CFTC, UNSA e CFE-CGC.

E’ quasi certa l’adesione di buona parte di queste sigle anche ad uno sciopero prolungato a partire dal 18 maggio per i lavoratori di SNCF. Con i suoi 150mila lavoratori (su i 158.900 di tutta la categoria), le Ferrovie dello Stato sono il principale datore di lavoro nel settore dei trasporti su rotaia. Inutile dire che la sua posizione è determinante nel definire la linea dell’UTP (Unione dei Trasporti Pubblici), contrariamente a quanto afferma la sua direzione. Nessuna decisione potrà essere presa senza il suo avvallo.