Linkra Compel: comunicato della RSU sulla crisi aziendale

linkraQuando a fine 2003 il gruppo Compel di Cornate d’Adda rileva da Alcatel e Siemens i rami d’azienda dei ponti radio sembra avviarsi una magnifica e progressiva sorte per il gruppo stesso che, attraverso la s.r.l. Linkra (apposito contenitore costruito alla bisogna), vede ingrossare le proprie dimensioni ben oltre il migliaio di addetti.

In realtà, quello che ancora oggi viene descritto come il polo nazionale dei ponti radio, si dimostra da subito un affare da “prenditori” più che da imprenditori. Infatti, dopo aver chiuso quasi subito il sito produttivo abruzzese dell’Aquila, le commesse garantite da Alcatel e Siemens, che avevano prodotto consistenti bilanci e lauti profitti nei primi anni, calano vistosamente. Parte quindi un percorso di ammortizzatori sociali che, col susseguirsi di cassa integrazione ordinaria, straordinaria e contratti di solidarietà, giunge fino ad oggi.

Quello che più indigna in questa vicenda, oltre al dramma occupazionale che si prefigura, è che si sia scelto di gettare alle ortiche un patrimonio di competenze, professionalità e tecnologia, anziché fare investimenti per stare sul mercato. Il gruppo dirigente non ha saputo/voluto fare nulla per dare la necessaria continuità ad un settore, qual’è quello delle telecomunicazioni, inopinatamente abbandonato. Dopo anni di accordi fra le parti, il gruppo Compel/Linkra procede unilateralmente (cioè senza accordo col sindacato) con la cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale.

Paradossalmente proprio ora che il Paese si appresta ad intervenire sulla banda ultra larga, agenda digitale, connessione veloce, si sceglie di mortificare le realtà industriali nazionali che saprebbero/potrebbero produrre le infrastrutture necessarie all’adeguamento della rete. Per poi, magari, comprarle da aziende straniere. In questo scenario, già di per sé complicato, si aggiungono  le novità introdotte dal jobs-act, che rendono gli ammortizzatori sociali più brevi nel tempo e pagati di meno: favorendo nei fatti i licenziamenti.

Ci sono 500 posti di lavoro a rischio, 500 famiglie che non possono essere trattate alla stregua di macchine, strumenti, merce: la soluzione di questa vertenza non può prescindere da una chiara assunzione di responsabilità oltre che degli azionisti (in primis la famiglia Colombo) anche di tutti quegli organismi istituzionali che devono attivarsi affinché sia rispettata la Carta Costituzionale che all’art. 41 così recita:

 “ L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.

17/Marzo/2016                                                                                                                        

RSU Linkra e Compel

IMPRENDITORI  O “PRENDITORI”?

La Famiglia Colombo dopo aver riempito le proprie tasche mette a grande rischio economico 500 Famiglie.

Sono responsabili per aver rinunciato ad ogni forma di investimento.

E’ troppo comodo scaricare le proprie responsabilità sui lavoratori.