Francia: dopo la grande mobilitazione del 9 marzo il governo fa finta di trattare e i sindacati rilanciano

Il 9 marzo è stata una giornata di straordinaria mobilitazione in Francia. 9 marzo 11500mila
persone in piazza, scioperi e cortei in 145 città oltre alla grande manifestazione di Parigi con 100mila persone. Cittadini, lavoratori, disoccupati e tanti giovani studenti dei licei e delle università si sono dati appuntamento tramite un’autoconvocazione partita da Facebook e lanciata da alcuni lavoratori indignati dal vergognoso attacco al codice del lavoro portata avanti dal progetto di Legge Lavoro (Loi Travail) della ministra El Khomri. Si tratta di una vera e propria controriforma, che sostanzialmente risponde a tutte le richieste del MEDEF, la Confindustria Francese e che in nome di una semplificazione del diritto del lavoro e della competitività vuole portare i lavoratori indietro di un secolo! Il ragionamento è questo: l’economia francese non va bene, aumentano i disoccupati, il debito è alto, perchè – a causa delle 35 ore e delle eccessive tutele – le imprese francesi hanno perso in competitività. Togliendo quei lacci e lacciuoli (che si chiamano Diritti) e donando denaro pubblico alle imprese, tornerà la crescita e sparirà la disoccupazione con la creazione di migliaia di posti di lavoro (Gattaz, presidente del MEDEF promette 1 milione di posti di lavoro). Quindi la Loi Travail sarebbe un beneficio per tutti!!!!

I francesi però non sono scemi e sanno che la perdita di diritti non equivale a più posti di lavoro. Significa venire spremuti come limoni, significa precarietà, rischi per la salute, impoverimento, libertà di licenziare, indebolimento del sindacato, totale asservimento ai bisogni dell’azienda in termini di orari, turni, contratti. La flessibilità più assoluta, un futuro da schiavi. Il livello di comprensione dei pericoli per i diritti dei lavoratori e le condizioni di vita è stato ben compreso a tutti i livelli della società. Su internet c’è una produzione enorme di materiale che spiega gli stravolgimenti del Codice del Lavoro e i pericoli insiti nel progetto di legge. E l’hanno capito bene i giovani e i giovanissimi, che appunto questa mancanza di futuro – o questa prospettiva di vita da schiavi- la percepiscono benissimo sulla pelle. E non ci stanno.  Nei cartelli portati in corteo appare chiara l’idea che non si può dare la vita in nome del lavoro: “#VogliamoQualcosadiMeglio”, Fate l’amore, non ore di straordinari!”, “Il lavoro è 9 marzo 10morto”, , “Sogno Generale”, “Perdere la vita per guadagnarla”, “Gioventù in pericolo”, “Precarietà perpetua”, “La notte è per baciarsi, non per lavorare”,”Cosa faresti se non dovessi lavorare?”

Ospite questa mattina su France Info, all’indomani della mobilitazione contro il suo progetto di legge, la ministra Myriam El Khomri ha tentato di trovare margini di negoziazione. Ma si rimane ben lontani dalle rivendicazioni di centinaia di migliaia di persone (ricordiamo che sulla piattaforma online Change.org c’è una petizione per il ritiro totale della Loi Travail – https://www.change.org/p/loi-travail-non-merci-myriamelkhomri-loitravailnonmerci). La Ministra ha messo due punti sul tavolo: una sovratassazione per i contratti a tempo determinato che durano meno di un mese (!?!) e la soppressione dell’aumento dell’orario di lavoro degli apprendisti minorenni (!?!). Questo punto era infatti diventato il simbolo dell’indecenza di certe misure contenute nel progetto di legge. Il testo prevede infatti che i minorenni in apprendistato possano lavorare fino a 10 ore al giorno e 40 alla settimana.

Il sindacato CGT ha presentato ieri un suo programma di “riforma del Codice del Lavoro adeguata alle sfide del XXIesimo secolo”, che prevede: la riaffermazione della gerarchia delle norme giuridiche inerenti le diatribe sul lavoro, la messa in costituzione del “principio di favore” (secondo il quale in una controversia deve essere applicata la norma più favorevole al lavoratore), dialogo sociale leale e normato, “l’instaurazione del principio maggioritario degli accordi” e nuovi diritti per i lavoratori. A cominciare da una durata dell’orario di lavoro “abbassata alle 32 ore”, un “diritto alla disconnessione” ed “ore di straordinario rigidamente normate”.31 marzo francia

Incontratesi a Montreuil il 3 mars scorso, le organizzazioni sindacali CGT, FO, FSU, Solidaires, UNEF, UNL, FIDL hanno diramato un comunicato in cui invitano il 31 marzo ad una grande giornata di mobilitazione (scioperi e/o manifestazioni) unitaria e diffusa su tutto il territorio per ottenere il ritiro del progetto di legge di riforma del Codice del Lavoro e per rivendicare nuovi diritti, per un avanzamento sociale, per una più equa ripartizione della ricchezza e per una società più solidale.