La dirigenza dello stabilimento Fca di Piedimonte San Germano (Cassino) ha comunicato che da lunedì 22 febbraio, in tutti i reparti della fabbrica, ad esclusione del centro presse, (hot e cold stamping), si applicherà la riduzione delle pause da 40 a 30 minuti per turno, suddivise in tre fermate da 10 minuti e per i lavoratori turnisti la mensa sarà spostata alla fine del turno.
Dalla rivoluzione “stile Pomigliano” è esclusa la manutenzione che continuerà con gli attuali orari di refezione.
La Fiom insorge e annuncia a breve un’assemblea con tutti i lavoratori e poi altre forme di protesta. “La mensa a fine turno, per un operaio che inizia a lavorare alle 7 di mattina – denuncia un delegato della Fiom – significa mangiare alle 4 del pomeriggio: è disumano”. Vale la pena riportare la dichiarazione del segretario di Fim Cisl, Mirko Marsella, che rivendica la firma del contratto vigente in FCA firmato da Fim, Uilm, Fismic e Ugl, ma non dalla Fiom. Questa firma “ci permette oggi di parlare di premio a febbraio, di garanzie sugli investimenti e sulle prospettive produttive che tutti conosciamo bene. Non ci si può soffermare solo su due punti (!!!), che per quanto importanti fanno parte di un discorso più globale”.