I lavoratori argentini del pubblico impiego sono impegnati oggi 25 febbraio 2016 in uno sciopero nazionale di 24 ore, il primo sotto la neo-presidenza di Mauricio Macri, contro l’inflazione galoppante e il taglio di posti di lavoro.
Una delle prime mosse di Macri è stato il taglio di 21mila di posti di lavoro nel pubblico impiego, per far fronte al deficit di bilancio nel settore pubblico.
Il governo ha poi svalutato la moneta, cancellato i sussidi per il combustibile, aumentando così ulteriormente l’inflazione, che già viaggia al 30%. Sebbene si sia attirato le lodi degli investitori internazionali, che hanno già messo gli occhi sulle ricche risorse del paese, Macri con queste sue prime mosse politiche ha già scatenato un crescente malcontento tra la popolazione, perdendo in due mesi l’11% del consenso.
Per bloccare l’inflazione, Macri ha cercato di limitare l’aumento dei salari all’obiettivo dell’inflazione al 25%. Ma nell’ambito delle negoziazioni sui salari è saltato questo tetto: il potente sindacato nazionale degli insegnanti ha deciso di entrare in stato di agitazione, tenendo fermo il paletto del 32% degli aumenti, promessi tra l’altro in campagna elettorale. Di fronte al recente aumento del 500% del prezzo dell’elettricità e alla diminuzione del 10-15% del potere d’acquisto dei salari, i sindacati non intendono perdere la partita della negoziazione sull’aumento dei salari, tutt’ora in corso come ogni anno in questo periodo.