Rete Internazionale: solidarietà ai militanti tunisini dell’UDC e dell’UGET in sciopero della fame

Logo-Rete-Sindacale-internazionale-solidarietàCampagna di sostegno ai militanti tunisini dell’UDC e dell’UGET in sciopero della fame

Lo scorso 15 dicembre alcuni militanti dell’Unione dei Diplomati Disoccupati ed ex membri dell’Unione Generale degli Studenti di Tunisia hanno annunciato in una conferenza stampa a Tunisi che avrebbero cominciato uno sciopero della fame a partire dal 17 dicembre 2015.

A quasi 5 anni dallo scoppio dell’ultima sollevazione popolare in Tunisia, che ha portato alla caduta di Ben Ali, si vuole dare una valenza simbolica a questo nuovo sciopero della fame contro la disoccupazione che non cessa di aumentare nel paese.

Cinque anni di disprezzo e di false promesse da parte dei vari governi che si sono succeduti a partire dal 2011, con l’obiettivo di soffocare la lotta dei disoccupati che era stata l’asse portante della sollevazione popolare.

La precarietà e la situazione occupazionale non fanno che peggiorare di anno in anno.sciopero fame Tunisi
Tanto più nel contesto attuale, dove con la scusa della crisi economica e della lotta al terrorismo, il governo annuncia una legge finanziaria che sarà ancora più lacrime e sangue, con pesanti conseguenze per le classi popolari, in particolar modo delle regioni interne: aumento dei finanziamenti pubblici per esercito, polizia, dogana e nessuna nuova assunzione nel pubblico impiego per i prossimi due anni! Le fila delle migliaia di disoccupati tunisini si ingrosseranno ancora di più!

Da oltre un anno si susseguono mobilitazioni e scioperi della fame, da parte di diplomati disoccupati in lotta nelle differenti città (Gabès, Sfax, Sidi Bouzid, Gafsa, Sousse…)

Nella primavera del 2015 alcuni diplomati disoccupati ex membri dell’UGET avevano iniziato lo sciopero della fame dopo essere stati schedati dalla polizia per il loro impegno sindacale e aver visto negato l’accesso ai concorsi del Pubblico Impiego. Nella vicenda erano coinvolte 187 persone. La loro situazione è poi stata via via regolarizzata a scaglioni, nel corso dei mesi, attraverso l’accesso ad un impiego.

E’ anche importante dire che numerosi individui, delle fila di Ennahda e del vecchio partito RCD di Ben Ali si sono fatti assumere nel Pubblico Impiego falsificando i dossier che riportano i nomi di chi è rimasto ferito durante la rivoluzione.

Questo perchè il governo, come “riparazione”, aveva concesso dei posti di lavoro statali a coloro che erano stati feriti. Ironia della sorte, sono ancora una volta dei contro-rivoluzionari che beneficiano di queste promesse!

Il 2015 è stato l’ennesimo anno difficile per i disoccupati in lotta, che hanno sempre mantenuto salde le stesse rivendicazioni che sono state all’origine della sollevazione popolare partita dalle regioni interne della Tunisia nel 2010.

Rivendicazioni incentrate sulla giustizia sociale, la dignità, la libertà sindacale, che sono purtroppo ancora attuali e per le quali i militanti continuano ad affrontare una repressione talvolta estremamente dura soprattutto in alcune città, o dei tentativi di corruzione con l’offerta di somme di denaro in cambio della fine delle mobilitazioni, fino all’introduzione di nuove tasse come il pagamento dell’iscrizione al CAPES (certificato di attitudine all’insegnamento di secondo grado).

In questi ultimi anni i giochi elettorali hanno interferito e fatto deviare la mobilitazione originaria.
Questo si riflette oggi nell’isolamento delle lotte locali in Tunisia come quelle dei disoccupati. In cinque anni sono state fatte tante promesse, poche soluzioni concrete, tanto opportunismo contro-rivoluzionario, con la smobilitazione di molte persone… la situazione economica e sociale in Tunisia è oggi catastrofica!

E’ in questo contesto che è stato lanciato ancora una volta uno sciopero della fame, in occasione della ricorrenza del 17 dicembre, da parte dall’UDC e dall’UGET. 510 persone chiedono ancora la soppressione delle liste nere di Ben Ali e la fine della loro interdizione dal pubblico ufficio.

Vengono ovviamente ancora portate avanti le rivendicazioni generali contro l’aumento della precarietà. Tra questi, 28 militanti di diverse regioni della Tunisia sono in sciopero della fame dentro le sedi sindacali dell’UGET (Unione Generale degli Studenti di Tunisia) a Tunisi.

Alcuni di questi militanti hanno un preoccupante stato di salute, il giorno di Natale ci sono stati dei ricoveri urgenti. Per il momento non c’è alcuna reazione da parte del governo. Lo sciopero rimane isolato e poco coperto dai media. E nonostante i comunicati e la solidarietà da parte della base più combattiva del sindacato UGTT, specialmente delle sezioni regionali, la burocrazia nazionale dell’UGTT resta ovviamente ancora una volta in silenzio!

Anche se lo stato cercherà di spegnere la contestazione offrendo alcuni posti di lavoro, la situazione rimarrà irrisolta per migliaia di disoccupati tunisini e per i futuri disoccupati ancora studenti. Il popolo non può contare che su se stesso, solo la convergenza delle lotte della base auto organizzata potrà ottenere quanto chiede!

Il Sial Cobas e la Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta esprimono piena solidarietà ai militanti in sciopero della fame e ai disoccupati in lotta! Invitiamo le varie realtà sindacali e sociali a esprimere a loro volta la solidarietà inviando in massa per email dei messaggi alle autorità tunisine (gli indirizzi e il modello di lettera da inviare sono riportati più sotto) per denunciare questa situazione e esigere che le rivendicazioni degli attivisti in sciopero siano accolte il più rapidamente possibile.

Contro la precarietà in Tunisia e ovunque, per la giustizia sociale e la dignità!

La solidarietà internazionale è la nostra arma!

Modello di lettera da inviare alle autorità tunisine a titolo individuale o a nome dell’organizzazione:

« (…Nome dell’organizzazione…) exprime toute sa solidarité aux camarades grévistes de la faim depuis le 17 décembre 2015, qui occupent actuellement le local de l’Union Générale des Etudiants Tunisiens à Tunis. Ces anciens militants de l’UGET, pour la plupart actuels militants de l’Union des Diplômés Chômeurs tunisiens payent de leur engagement politique sous le régime de Ben Ali et jusqu’à aujourd’hui un fichage de votre ministère de l’intérieur, qui les empêche d’accéder aux postes de la fonction publique. Nous exigeons que le gouvernement actuel écoute enfin leurs revendications, que les listes noires soient enfin supprimées ! stop à la répression syndicale et politique ! Pour l’ouverture de postes dans la fonction publique !

Ces 28 grévistes de la faim défendent les cas de plusieurs centaines. Cette grève entamée depuis le 17 décembre 2015 est hautement symbolique, jour anniversaire à cinq ans du soulèvement populaire dont les revendications initiales étaient celles de la défense de la justice sociale, la dignité, et conte la précarité, l’exploitation, et la répression syndicale et politique. En effet cinq ans après, la situation de l’emploi en Tunisie ne s’est pas améliorée, bien au contraire. Ceux qui se sont mobilisés sous Ben Ali et durant le soulèvement, ont payé pour certains de leur vie, les autres ont poursuivis leurs engagements pour un réel changement en Tunisie jusqu’à aujourd’hui, ce sont eux qui sont actuellement en grève de la faim ! C’est grâce aux chômeurs mobilisés massivement que le régime de Ben Ali a été déchu, aujourd’hui leur mobilisation se poursuit car la précarité et la répression sont identiques, ils ne lâcheront pas jusqu’à satisfaction de leurs revendications, et nous non plus via notre solidarité internationale !!

Justice sociale !
Stop à la répression syndicale et politique !»

Qui sotto gli indirizzi emails delle autorità tunisine:

Chef du Gouvernement : boc@pm.gov.tn
Ministère de la justice : mju@ministeres.tn
Ministère des affaires étrangères : mae@ministeres.tn
Ministère des affaires sociales : masste@rnas.gov.tn ;
Ministère de l’éducation :  med@ministeres.tn;
Ministère de l’enseignement supérieur, de la recherche scientifique :mes@mes.rnu.tn;