Lo scorso 23 novembre si è svolta un’importante giornata di lotta contro Artoni, azienda leader della logistica industriale italiana. I lavoratori, organizzati con l’ADL Cobas e sostenuti dalla Coalizione per lo sciopero sociale hanno organizzato scioperi e presidi in varie città per protestare contro l’allontanamento di 28 lavoratori sindacalizzati. Utilizzando gli strumenti legali messi a disposizione dal sistema dei subappalti e delle cooperative diffuse nella logistica, Artoni gioca su una crescente precarizzazione che coinvolge tutti e in particolar modo i lavoratori migranti ancor più ricattabili perché perdendo il lavoro possono perdere il permesso di soggiorno. Riportiamo il comunicato di Adl Cobas con il resoconto della giornata di lotta.
COMUNICATO di ADL Cobas E.R. – Lavoratori Artoni Cesena
Oggi Giovedì 23 novembre, dopo averla evocata in diversi blocchi e giornate di iniziative a Cesena, si generalizza e diffonde la lotta contro Artoni.
Picchetti e blocchi diffusi si sono svolti anche in altre città dove sono presenti i centri operativi di questa azienda leader della logistica industriale italiana, oltre a Cesena infatti ci sono state iniziative in contemporanea sia a Roma che a Padova.
Si è trattato di un terreno di sperimentazione importante fra ADL Cobas e Coalizione per lo Sciopero
Sociale non solo perché si è praticata concretamente solidarietà attiva e di classe (fra precari, disoccupati, lavoratori autonomi) a sostegno della lotta degna dei 28 facchini espulsi/epurati dal cantiere di Pievesestina per aver preteso i propri diritti e maggiore sicurezza sul lavoro, ma perché la vicenda Artoni è il paradigma della condizione generalizzata di precarietà diffusa e dei nuovi dispositivi di sfruttamento che stanno caratterizzando non solo un settore strategico ed economicamente redditizio come quello della Logistica ma più in generale tutto il mercato del lavoro.
Artoni ci mostra come la controparte padronale – anche in un settore come quello della Logistica dove abbiamo assistito negli ultimi anni ad un ciclo di lotte formidabile – può ormai agire LEGALMENTE e in modo arbitrario contro i lavoratori e le loro esperienze di autorganizzazione, cancellando ogni loro diritto e di fatto licenziando i lavoratori senza nessuna motivazione se non quella di essere iscritti ad un sindacato come ADL Cobas e non essersi disciplinati al modello produttivo imposto dalla doppia autorità Committente/Coop(Artoni/Stemi Logistica) funzionale ad estrarre il maggior profitto dal lavoro vivo di questi lavoratori.
Le iniziative in tutte le città sono iniziate fin dalle prime luci dell’alba e nonostante il grande freddo soprattutto al nord, i magazzini sono stati attraversati da picchetti, blocchi determinati e proseguiti a Cesena per più di cinque ore.
La giornata non ha portato a risultati fattivi nell’immediato rispetto all’avanzamento della trattativa, Artoni continua infatti a mostrare tutta la sua arroganza e durezza, tuttavia riteniamo sia stato dato un segnale molto chiaro ed importante ad Artoni (soprattutto in questa fase) che quando ci organizziamo e generalizziamo la lotta possiamo far pagare un conto salatissimo a chi ha dapprima espulso i lavoratori dal cantiere e poi offerto misere proposte nel tavolo di trattativa.
A cio si aggiunge, inoltre, la situazione di estrema difficoltà economica per i lavoratori licenziati che non hanno, in questo momento, alcun ammortizzatore sociale dal momento che la CIGS in deroga è terminata il 31 ottobre. Situazione economica ulteriormente appesantita anche dalla condizione sociale di questi lavoratori che sono tutti migranti è quindi sottoposti al ricatto imposto dalla Bossi/Fini che lega il possesso delpermesso di soggiorno al contratto di lavoro ma anche ad esempio a tutta una serie di requisiti che devono possedere/dimostrare (come la residenza) per accedere a quelle poche briciole di Stato Sociale che è rimasto (sostegni all’affitto ecc).
Per questo riteniamo fondamentale ribadire l’importanza di vincere la vertenza contro Artoni dando continuità alla sua generalizzazione consapevoli che – come riporta il Comunicato contro Artoni della Coalizione per lo Sciopero Sociale – “occorre costruire le basi per colpire le condizioni politiche e sociali che permettono a situazioni come queste di continuare a riprodursi affinché la generalizzazione delle lotte diventi uno strumento per moltiplicare la nostra forza e non solo per sommare le esperienze esistenti “.
Per queste ragioni a partire da questa vertenza specifica ribadiamo le nostre richieste avanzate nei vari tavoli di trattativa ovvero: il reintegro immediato di tutti i tesserati ADL Cobas nel cantiere di Pievesestina e indennizzi economici (da calcolarsi sull’anzianità di servizio e sui carichi famigliari) per chi in questi ultimi mesi ha optato per altri progetti di vita.
We shall be all!
#maischiavi #reintegrosubito
ADL Cobas E.R. – Lavoratori Artoni Cesena