Rete Sindacale Internazionale: solidarietà agli operai in sciopero contro i licenziamenti della General Motors Brasile

Logo-Rete-Sindacale-internazionale-solidarietàIl 10 agosto uno sciopero di oltre 4mila operai ha paralizzato lo stabilimento della General Motors  di  Sao Jose dos Campos, alla periferia di San Paolo, estendendosi ai lavoratori  della vicina fabbrica di autocarri Daimler. Il motivo della protesta sta nelle lettere di licenziamento ricevute da centinaia di colleghi durante il week end.

Lo sciopero ha fermato la produzione (a Sao Jose dos Campos si assemblano motori, trasmissioni e camioncini), ma l’azienda sostiene di voler andare avanti sulla strada della riduzione dell’organico per far fronte al calo di vendite nel mercato locale: sostiene di voler modernizzare gli impianti, piuttosto che incrementare la produzione.

Quest’anno le vendite di auto in Brasile sono calate del 20% per via dell’aumento dell’inflazione, della disoccupazione, e agli interessi sulle rate. Insomma, la stessa crisi del capitalismo mondiale che si avvita su una sempre più iniqua distribuzione delle ricchezze fondata sulla riduzione di diritti, salari e stato sociale per la maggior parte della popolazione mondiale.

Anche il settore autocarri della Mercedes-Benz della tedesca Daimler ha confermato di voler tagliare entro fine mese la forza lavoro nello stabilimento alle porte di San Paolo, sostenendo di avere avuto oltre 2mila lavoratori in eccesso nel suo stabilimento di San Bernardo, che sta producendo al 60% della sua capacità.

I lavoratori della Daimler hanno rifiutato la proposta dell’azienda di rinviare i tagli nei posti di lavoro di un anno in cambio di un taglio dei salari del 10%.

La Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta cui il Sial Cobas aderisce invita ad inviare una lettera di solidarietà ai lavoratori del settore auto in lotta, che riportiamo qui sotto.

Esprimiamo la nostra solidarietà allo sciopero dei metalmeccanici della General Motors di São José dos Campos, iniziata il giorno 10 agosto, contro i licenziamenti messi in atto dall’azienda.

Durante una giornata di festa, la General Motors ha licenziato vigliaccamente, tramite telegramma, centinaia di operai.

Ancora una volta, l’azienda ha operato in modo dispotico, imponendo i licenziamenti senza prima cercare nemmeno un dialogo con il Sindacato dei metalmeccanici di São José dos Campos, che è disponibile a cercare soluzioni alternative ai licenziamenti.

I licenziamenti avvengono un mese dopo che l’azienda ha licenziato 500 operai dello stabilimento di São Caetano do Sul e proprio nel momento in cui un gruppo di metalmeccanici dello stabilimento locale ritornano in fabbrica dopo cinque mesi di sospensione del contratto di lavoro.

Gli operai brasiliani già sono duramente penalizzati dall’alta inflazione, dalle tasse, dallo smantellamento dei diritti e dai licenziamenti in diversi settori. Questi licenziamenti vanno a peggiorare ulteriormente questo quadro.

L’azienda occupa il secondo posto nella classifica delle vendite in Brasile e ha guadagnato più di un milione di dollari nel secondo semestre di questo anno. Ha avuto il 302% di profitti in più rispetto a quanto guadagnato nel medesimo periodo l’anno scorso.

Otre a questo, aziende come la General Motors hanno ricevuto negli ultimi anni più di 11 bilioni di R$ (1 euro corrisponde a circa 3,8 R$) grazie all’IPI (la tassa sui prodotti industriali) e anche ora stanno beneficiando di sgravi fiscali. Ma anziché garantire l’impiego, le aziende hanno incrementato i loro profitti di 27 bilioni di R$ e hanno licenziato 7 mila e 600 lavoratori solo in questo ultimo anno.

Dopo che hanno regalato 2 bilioni di R$ in incentivi fiscali, è imprescindibile che i governi federali, statale e municipali si attivino per annullare i licenziamenti.

 Chiediamo alla presidente del Brasile Dilma di emanare un provvedimento che garantisca la stabilità nell’impiego per tutti, riduca la giornata di lavoro senza riduzioni salariali, proibisca gli investimenti all’estero dei profitti aziendali, nazionalizzi le imprese che licenziano.

 Le nostre rivendicazioni:

– Annullamento dei licenziamenti;

– Stabilità di impiego;

– Riduzione della giornata di lavoro senza riduzioni salariali.

———————

Solidarity with the GM autoworkers Strike in Brazil

We express solidarity with the strike of the metalworkers of General Motors in São José dos Campos which started this Monday, August 10th, against the layoff announced by the company last Saturday, August 8th.

On the eve of Father’s Day, GM laid off, cowardly, via wire, hundreds of workers.

Once again, the automaker has acted with no flexibility whatsoever to carry out the layoff without seeking the dialogue with the Union, who is willing to find alternatives to the job cuts.

The job cuts takes place one month after the automaker lays off 500 workers at São Caetano do Sul plant and at the time when a local metalworkers group returns to the São José dos Campos factory after five months of a temporary layoff (temporary suspension of the employment contract).

Brazilian workers have already been harshly penalized by the rise in inflation, taxes, by the withdrawal of work rights and by the layoffs in several sectors. The current layoffs will worsen even more this scenario.

The automaker ranks second in the ranking of sales in Brazil and recorded profits of over a million dollars in the second half of this year. This profit is 302% higher than the same period of last year.

In addition, automakers like GM have received over recent years more than R$ 11 billion in exemption of the IPI (Tax on Industrialized Products) and are still being benefited by the payroll tax exemption. Rather than guaranteeing the jobs, automakers sent R$ 27 billion in profits abroad while dismissed 7,600 workers this year .

In view of the billions of Reais (R$) granted in tax breaks, it is imperative that federal, state and municipal governments make intercession in favor of the dismissals cancellation.

We demand that President Dilma issues a provisional measure establishing the employment stability as well as the reduction of daily working hours without wage reduction.

We demand:

The annulment of the layoffs

Employment stability

The reduction of daily working hours without wage and rights reduction