Rinnovo del contratto all’Eco della Stampa: bilancio e rilancio dell’iniziativa sindacale

20150408_122230All’Eco della Stampa si è conclusa la trattativa per il rinnovo del contratto. Sara, ex delagata Cgil, ora Sial Cobas, e per questo espulsa dalla RSU, traccia un bilancio di questi mesi di mobilitazione e qualche idea su come andare avanti…

Si è conclusa la trattativa e c’è una delegata in meno..

Se ripenso al mio percorso dal mio ingresso nell’RSU, penso a quanti cambiamenti ho contribuito a apportare. Cito mailing list e sondaggio, per esempio, ma anche la costruzione della piattaforma rivendicativa e la trattativa seguita con assiduità. Non per autocelebrarmi, ma per sottolineare la voglia di cambiare il nostro luogo di lavoro. Ora, con una formalità burocratica vorrebbero impedirmi di portare avanti questo percorso.

Con il mio sindacato di riferimento, il Sial Cobas, abbiamo analizzato la proposta aziendale, sollevato criticità e avanzato proposte alternative. Ci siamo fatti vedere con diversi volantinaggi, nel tentativo di migliorare la proposta aziendale, coinvolgendo direttamente i lavoratori.

Perchè vogliamo porre l’attenzione sulla continua erosione del salario e ci poniamo come alternativa a chi propone e chiude accordi che trasformano lo stipendio in un dato variabile e incerto (premi di risultato, fondi pensione, una tantum…) o che ci privano del denaro, e quindi della libertà di mangiare e curarci come vogliamo (ticket restaurant, assicurazioni sanitarie…)

Perchè siamo convinti che le lavoratrici e i lavoratori dell’Eco della Stampa più che soddisfatti di come si sta concludendo la trattativa, siano rassegnati.

I contenuti della piattaforma sono stati il frutto di oltre 100 lavoratori che hanno espresso le loro opinioni.

Sono state raccolte da RSU e Sindacati e inviate alla controparte. Che fine hanno fatto?

Ricevute le controproposte aziendali, buona parte delle rivendicazioni sono state abbandonate, si sono paventati rischi esagerati, si sono dilatati i tempi del confronto con i lavoratori, facendo calare l’attenzione e alcuni sindacati hanno sostenuto che era meglio andare a chiudere velocemente.

In una assemblea di oltre 90 presenti solo 50 votarono a favore della continuità della trattativa , e di questi solo 2 delegati su 5 (anche se molti si aspettavano modifiche su alcuni punti che ad oggi non sono arrivate). I contrari c’erano, in minoranza. Molti presenti si sono astenuti.

Quindi, invece che verificare meglio tra i lavoratori che fare, alcuni sindacati hanno scelto di far contare solo i voti favorevoli alla chiusura e hanno trascinato la discussione in attesa della stesura definitiva senza modifiche significative.

Come proseguiamo ora?

Non stiamo fermi fino alla prossima scadenza contrattuale, ci sono ancora questioni sulle quali è necessario prendere decisioni collettive (pianificazione ROL, livelli e crescita professionale).

Ma soprattutto non stiamo a aspettare che sia l’azienda a fare la prossima mossa, ovviamente nel suo interesse, che non è il nostro.

Gli strumenti per incidere e far valere le nostre esigenze sono:

  1. Iscriversi al sindacato, al Sial-Cobas o a quello che si ritiene più affine (secondo la costituzione i sindacati contano in proporzione a iscritti e voti).

  2. Creare gruppi per preparare meglio le azioni e le proposte sindacali da portare tra tutti i lavoratori e lavoratrici.

  3. Partecipare alle assemblee retribuite (10 ore in totale) esercitando un diritto ed evitando che passino sulla testa dei lavoratori. Solo così si può fare in modo che le assemblee servano a rilanciare il dibattito e non a smorzarlo. Queto significa partecipare attivamente all discussione affinchè le assemblee diventino momenti di elaborazione delle richieste, decisionali e non informative delle posizioni inamovibili della direzione… mail, volantini, sondaggi, sono strumenti utili per prepararci meglio alle scadenze di confronto decisionali.

  4. Promuovere lo stato di agitazione, la protesta e lo sciopero, che non sono strumenti inutili o controproducenti. Chi ha contratti migliori sia a livello aziendale che nazionale è probabile che abbia incontrato qualche resistenza padronale e abbia scioperato … e i risultati ci sono stati. I risultati non sono mai permanenti … il futuro non migliora senza una azione collettiva dei lavoratori.

  5. Partecipare al voto per la elezioni dei delegati sindacali e rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS). Anche se, senza una legge democratica e con regolamenti che vengono forzati per evitare che i lavoratori decidano, c’è sempre un margine di rischio che alcuni sindacati si muovano per controllare, e non per dare voce e far contare la volontà dei lavoratori e delle lavoratrici.

Inoltre, iniziamo a fare un ragionamento generale che investa tutti gli ambiti della nostra vita lavorativa: come ci troviamo nel nostro ufficio? La postazione è comoda e adatta? Gli strumenti sono conformi e funzionanti? Siamo sottoposti a stress da scadenze e obiettivi? Come reagiamo? Come gestiamo i nostri permessi? Sono sufficienti? Ci danno modo di occuparci delle nostre famiglie, della nostra vita sociale? Il nostro lavoro viene valutato correttamente? Siamo gratificati per i successi? Siamo professionalmente cresciuti in questi anni? E’ stato riconosciuto? Sappiamo cosa succede negli altri reparti, come funziona l’Eco della Stampa? Ci interessa?

Queste sono solo alcune delle domande utili a individuare necessità e desideri che potranno costituire la base per la prossima piattaforma, che acquisterà peso in sede di trattativa perchè fatta dai lavoratori stessi.

Stiamo pensando a un sondaggio che investa quanti più aspetti possibili, individuando magari insieme le aree da indagare e formulando quesiti utili e efficaci, per iniziare un lavoro collettivo e condiviso.