Sentenza ThyssenKrupp: confermate le pene, mai così alte per un infortunio plurimo sul lavoro

 sentenza ThyssenkruppIl 29 maggio 2015 il giudice della corte d’Assise d’Appello del tribunale di Torino ha confermato le pene già stabilite dalla Cassazione nel settembre 2014 contro sei ex manager imputati. La corte di Cassazione aveva rinviato gli atti ai giudici di secondo grado affinché le pene venissero “ricalcolate”, e di fatto si sono avuti degli sconti di pena solo di qualche mese: per l’amministratore delegato Harald Espenhahn la Corte ha stabilito una condanna di nove anni e otto mesi di carcere, invece dei dieci anni inflitti dalla prima sentenza di secondo grado. Gli ex dirigenti Gerald Priegnitz e Marco Pucci sono stati condannati a sei anni e dieci mesi. Precedentemente la pena era di sette anni per entrambi. Per l’ex direttore dello stabilimento, Raffaele Salerno, la pena ammonta a sette anni e due mesi al posto degli otto anni e mezzo stabiliti in secondo grado.

Al di là dei mesi esatti delle pene, quello che di deve arrivare ad ottenere è la condanna per “omicidio doloso” nei processi per morti sul lavoro.

Ed in effetti Guariniello in primo grado aveva contestato ai responsabili della ThysseKrupp l’omicido volontario. La prima sentenza del tribunale di Torino (15 aprile 2011), accogliendo il principio avanzato dall’accusa, si era dimostrata innovativa nella storia della giurisprudenza che riguarda le morti per incidenti sul lavoro, riconoscendo il dolo da parte dei manager per le morti degli operai. L’amministratore delegato Harald Esphenhahn era stato condannato a 16 anni e mezzo di carcere per omicidio volontario con dolo eventuale. Agli altri imputati erano state inflitte pene fino a 13 anni e mezzo di carcere.Riportiamo il comunicato di Medicina Democratica.

Basta morti sul lavoro

Alle ore 15 del 29 maggio il giudice della corte d’Assise d’Appello del tribunale di Torino ha letto il dispositivo della sentenza contro Arald Hespenhan e gli altri imputati della ThyssenKrupp di torino al seguito del rinvio da parte della Corte di Cassazione per la rideterminazione della pena nei loro confronti.
Con questa sentenza le pene già stabilite dalla Cassazione sono state sostanzialmente confermate con qualche “sconto” di pochi mesi. Ciò significa che i condannati dovranno essere tradotti per gli anni e i mesi stabiliti in prigione. Per quanto ciò sia nulla di fronte alla morte atroce di 7 operai (come in aula hanno manifestato a fine udienza i famigliari delle vittime) , è la pena piu alta mai comminata per un infortunio plurimo sul lavoro
Md unica parte civile nel processo ritiene inaccettabili le morti sul lavoro auspica che si arrivi a considerarle quali omicidi dolosi, come proposto agli inizi nel processo Thissen ed ora anche nel nuovo processo contro Eternit.
Chiede al governo che le strutture e il personale della prevenzione vengano rafforzati (che non vi sia in assoluto alcun taglio nei finanziamenti).
Basta morti sul lavoro

Medicina Democratica Onlus, 29 maggio 2015