Il TFR in busta paga è un flop

TFRSu un campione di 1 milione di lavoratori, la scelta di liquidare il TFR in busta paga è stata effettuata solo da 567, ossia lo 0,0567%. E’ questo un primo parziale risultato dell’adesione dei lavoratori registrata a quasi due mesi dall’entrata in vigore della norma contenuta nella Legge di Stabilità 2015. Il 60% di chi non ha presentato richiesta ha detto che la tassazione ordinaria prevista sul “bonus” in busta paga è troppo penalizzante, perché il prelievo fiscale sull’anticipo è a tassazione ordinaria, non quella separata e privilegiata in vigore per il Tfr. Di conseguenza risulta conveniente solo per le fasce di reddito più basse. Nella relazione tecnica della legge di Stabilità il governo aveva ipotizzato che, a regime, la norma potesse interessare circa il 40-50% dei lavoratori destinatari dell’operazione. Ad oggi quindi, si può parlare di un vero e proprio flop.

Riportiamo il comunicato elaborato dall’Osservatorio della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro – 30 maggio 2015

I lavoratori dunque, a partire dal 3 aprile 2015, hanno avuto la possibilità di presentare la loro istanza per liquidare il proprio TFR in busta paga fino a giugno 2018. Tuttavia per espressa previsione del DPCM la liquidazione in busta paga del dipendente che ha fatto richiesta è ammessa a partire dal mese successivo a quello di presentazione dell’istanza: ossia a partire dal mese di maggio in corso. Proprio in questi giorni sono partite le elaborazioni degli stipendi del mese di maggio 2015 da parte dei Consulenti del Lavoro che interessano 7 milioni di dipendenti e oltre 1 milione di aziende. In questa prima fase sono stati analizzati i dati delle grandi aziende (che mediamente occupano più di 500 dipendenti).

Dopo questa prima fase di elaborazione di quasi 1 milione di stipendi il risultato sulla liquidazione in busta paga del TFR è il seguente: solo 567 lavoratori ossia lo 0,0567% dei lavoratori interessati ha scelto di liquidare il proprio TFR in busta paga.

L’identikit dei lavoratori richiedenti è il seguente:

Collocazione geografica

– 75% centro nord

– 25% al sud

Settore di appartenenza

– 43% commercio, terziario e turismo

– 18% industria – 9% piccola industria

– 12% artigianato – 18% altro

Fasce di reddito dei lavoratori richiedenti:

– Fino a 20.000 euro 25%

– Fino a 30.000 euro 50%

– Fino a 40.000 euro 18,75%

– Oltre 40.000 euro 6,25%

Solo il 10% dei lavoratori che hanno scelto di liquidare il TFR in busta paga lo hanno tolto da un fondo pensione integrativo, negli altri casi il TFR era destinato all’INPS poiché dipendenti di aziende con più di 50 dipendenti

E’ stato ascoltato un campione significativo dei lavoratori che non hanno effettuato la scelta e sono stati chiesti i motivi:

– la tassazione ordinaria è troppo penalizzante 60%

– togliere il TFR dal fondo pensione mi crea un danno per la pensione 16%

– non ho ancora valutato adeguatamente 20%

– altro 4%

“I Consulenti del Lavoro all’indomani dell’approvazione dell’operazione ‘Tfr in busta paga’ avevano preventivato una scarsa adesione. Oggi ne abbiamo la conferma è il dato non ci stupisce”, ha commentato la Presidente del Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro Marina Calderone. “Questo insuccesso è l’ennesima dimostrazione che la politica ha spesso la percezione delle esigenze del mondo del lavoro ma non è in stretto contatto con chi parla tutti i giorni con lavoratori e imprese”