Niente di nuovo nella delibera di Regione Lombardia riguardo alla equiparazione dei titoli di studio degli educatori

20150320_160222IL CONSIGLIO DI STATO RINVIA TUTTI A SENTENZA IL 1 OTTOBRE 2015, MENTRE REGIONE LOMBARDIA DELIBERA CHE NEI CDD DEBBANO OPERARE EDUCATORI PROFESSIONALI SOCIALI E SANITARI.

di Sabrina Zocco, 26 maggio 2015 (da www.informiamocinisello.it)

I LAVORATORI CHIEDONO ALLA CONFERENZA STATO REGIONI DI EQUIPARARE I TITOLI  DI CHI LAVORA NEI CENTRI DIURNI PER PERSONE CON DISABILITA’.

Nei Centri Diurni per persone con Disabilità (CDD) e nelle Residenze Sanitarie per persone con disabilità (RSD) non può mancare la figura dell’educatore professionale classe  di  laurea   SNT2   (Decreto del Ministro della Sanità 520/1998).

Lo ha detto la Regione, a oltre 10 anni dall’istituzione dei CDD, con deliberazione n. 3612 del 21/05/2015, dopo la sentenza lampo 659/2015 del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per la Lombardia.

Il TAR infatti aveva bocciato, su ricorso dell’Associazione SENZA LIMITI Onlus di Milano, il bando dell’Azienda Speciale Consortile “Insieme per il Sociale” (IPIS), che gestisce i CDD di Cinisello Balsamo e di Cusano Milanino, proprio perché dal bando sono rimasti esclusi gli educatori professionali con competenze anche sanitarie, in deroga al Decreto del Ministro della Sanità 8 ottobre 1998, n.520.

«Le RSD e i CDD sono unità d’offerta sociosanitarie che erogano prestazioni sanitarie a rilevanza sociale prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, per cui è necessaria la presenza nello standard assistenziale di diverse tipologie di operatori che garantiscano sia la componente sanitaria che quella sociale, nel rispetto della normativa regionale sugli standard gestionali dei servizi e dei livelli essenziali di assistenza – si legge nella delibera regionale– … nelle unità d’offerta sociosanitarie per persone con disabilità RSD (D.G.R. n. VII/12620/2003) e CDD (D.G.R. n. VII/18334/2004), le funzioni di tipo educativo vengono garantite per la componente sanitaria/riabilitativa dall’educatore professionale di classe L-2 del Decreto Interministeriale 2 aprile 2001 e per la componente socio pedagogico/animativa dal laureato in scienze dell’educazione classe L-19 di cui al D.M. 22 ottobre 2004, n. 270».

In attesa della sentenza fissata il 1° ottobre dal Consiglio di Stato, cui  è ricorsa l’Azienda Speciale Consortile “Insieme per il Sociale” per ottenere la sospensiva della sentenza del TAR (non ottenuta), i lavoratori della cooperativa sociale SOLARIS, che operano nei CDD dai tempi della gestione dell’allora direttore dell’ASL 3 Monza e Brianza, Pietrogino Pezzano, lo scorso 20 maggio all’assemblea indetta da SIAL-Cobas a Cinisello Balsamo in Villa Ghirlanda hanno detto:  «Non accettiamo che una questione, volutamente lasciata nel dimenticatoio per oltre 10 anni, ora ricada sulla nostra testa mettendo a rischio il nostro posto di lavoro. Vogliamo essere soggetto attivo, che si pone a difesa della continuità lavorativa ed educativa e vogliamo far sentire la nostra voce alle Istituzioni, che devono risolvere questo problema. La voce è quella di una categoria frammentata e sottopagata che, a causa dello smantellamento dello Stato Sociale, oggi è costretta a lavorare per il privato sociale all’interno di servizi pubblici. L’obiettivo della mobilitazione, che vogliamo coinvolga anche gli studenti che attualmente frequentano i corsi di Scienze dell’Educazione e di Medicina, è quello di chiedere la convocazione della conferenza Stato-Regione per mettere a posto questa questione dei titoli di studio e dei due corsi paralleli che formano l’educatore, chiedendo un piano di equivalenza dei titoli e un riconoscimento della professionalità degli educatori, che attualmente lavorano nei servizi. L’Università insieme alla Regione dovrebbe istituire eventuali corsi dedicati per sanare il gap formativo e permettere agli educatori di mantenere il posto di lavoro. Per il futuro si lotta affinché esista un unico corso di laurea e perché si elimini la doppia identità dell’educatore professionale». E ancora: «I lavoratori interessati alla difesa dei posti di lavoro e della continuità educativa ritengono che sarebbe un gesto responsabile, da parte dell’Azienda Speciale Consortile “Insieme per il Sociale” accogliere l’interlocuzione con quei soggetti che, seppur “scomodi”, conoscono la questione e ne hanno già ipotizzato delle vie d’uscita (seppur non definitive) per non stare ad aspettare passivamente la sentenza del Consiglio di Stato del 1° ottobre. Bene sarebbe Muoversi con un accordo provvisorio tra le parti (datoriali e sindacali) che dia nuove indicazioni per la riscrittura di un nuovo capitolato».

Dello stesso parere il presidente Fulvio Aurora dell’Associazione SENZA LIMITI: «La sospensiva  non c’è stata ed è stata fissata l’udienza finale il 1° ottobre. La nostra Associazione ha chiesto un  incontro con l’avvocato della controparte per arrivare a un accordo prima dell’udienza del Consiglio di Stato. Accordo che dica che vanno assunti operatori sociali e sanitari SNT2 e che nell’arco di tre/quattro anni (periodo di corso di laurea)  gli operatori SNT2 siano in numero congruo al bisogno, così che il rapporto tra persone con disabilità grave e educatori professionali sia tale da garantire l’assistenza migliore come da decreto ministeriale 520/1998. Lavoratori da riqualificare, pertanto, con dovuta formazione non a loro carico. Anche la Regione con deliberazione n. 3612 del 21/05/2015 ha riconosciuto che nei CDD devono operare educatori professionali socio sanitari, ovvero laureati con laurea breve di Medicina e educatori laureati in Scienza dell’Educazione, mentre il TAR dice anche che il bando deve contenere un coordinatore con competenze sanitarie per la presenza nei CDD di persone con gravi disabilità».

Presenti all’assemblea i rappresentanti dell’Associazione SENZA LIMITI, dell’Associazione Nazionale Educatori Professionali (ANEP), di Medicina Democratica e il presidente dell’Associazione SPAZIO AUTISMO Onlus di Cinisello Balsamo, Roberto Maria Bacci, che ha ricordato che “il servizio pubblico deve essere tale e di qualità e come tale debba garantire assistenza qualificata alle persone con disabilità che frequentano i CDD, compresi quelli di Cinisello Balsamo e Cusano Milanino, dolendosi, poi, che da parte di tutti coloro che si sono dichiarati contrari o che hanno ritenuto sbagliato che si sia ricorso al TAR, si sia fatto uso di una strumentale grave disinformazione nei confronti di familiari, delle stesse persone che frequentano i CDD e della cittadinanza e acuito i contrasti nei confronti di chi ha ritenuto, con diritto e a ragione, di ricorrere al TAR.”.