Sial Cobas Comune di Milano: no all’incentivo “Expo” per alcuni

Grande è la confusione sotto il cielo degli eventi
Expo2015 e lavoro, un binomio che ridisegna i rapporti sindacali ed apre scenari ben poco conflittuali, ammiccanti a metodi di sfruttamento piuttosto classici.
L’ultimo tavolo sindacale sull’argomento, chiusosi alle 2,30 di notte il 16 aprile scorso, ha avuto come oggetto il cosiddetto “incentivo Expo”. Dopo aver messo sul piatto umilianti proposte quali il blocco delle ferie o lo straordinario ad oltranza, l’amministrazione ha affrontato il tavolo sindacale confermando tutto ciò che s’era prefissata aggiungendovi un premio incentivante, in denaro, a tutti coloro ritenuti coinvolti nell’operazione Expo.
Su basi ovviamente arbitrarie, l’impatto di un megaevento del genere, dovrebbe esser noto, ricade su tutto il lavoro della pubblica amministrazione.
Un premio incentivante di qualche milione di euro (inizialmente 3 milioni di euro, divenuti poi 5,5) attraverso cui distribuire le solite briciole offerte a chi evidentemente è costretto ad accettare qualsiasi condizione pur di raggranellare qualche euro in più.
La prima riflessione che ci viene da porre è in merito alla serietà generale del tavolo, svoltosi a meno di due settimane dal via in condizioni evidentemente poco disponibili alla riflessione ed al confronto.
La seconda riflessione riguarda il tentativo, per l’ennesima volta andato a buon fine, di monetizzare i diritti. I partecipanti all’incentivo non potranno mancare per più di 13 giorni durante il semestre Expo e ad ogni giorno mancato (da 1 a 13) corrisponderà una sottrazione del premio. Viene richiesto un maggior sforzo attraverso l’intensificazione del lavoro senza che venga corrisposta un’effettiva correzione oraria del salario. Viene anteposto il meccanismo del salario accessorio a quella del salario base, viene creata una differenza fra un lavoratore ed un altro a seconda del caso o della disponibilità.
Queste riflessioni si sommano ad un più generale contesto in cui sempre più nebulosa appare la situazione in quello che i più cinici definiscono mercato del lavoro: di Expoincittà e delle miglialia di eventi che vi sono compresi non sappiamo molto rispetto ai contratti o al livello di utilizzo dei volontari che lavoreranno nei differenti eventi, per esempio. Ci vien difficile pensare anche solo ad una qualche forma di monitoraggio nell’ambito della sempre più pomposa industria degli eventi milanese, che in Expo2015 raggiunge una vetta ma che da tempo risiede in questo territorio e cresce attraverso eventi come il Salone del Mobile e le Settimane della Moda zeppi di lavoro eccessivamente sfruttato, gratuito o mal pagato. Oggi abbiamo la conferma di come questo meccanismo predatorio, in grado di catturare lavoro in cambio di quasi nulla, si sia infiltrato ad ogni livello della produzione sociale fino a raggiungere quegli ambiti di lavoro un tempo definiti gratuiti o tutelati, di certo maggiormente sindacalizzati ma oggi sotto attacco in nome del brand Milano e dell’occasione di rilancio per la città. Per questo motivo si chiederà ad alcuni dipendenti, il meno possibile, di lavorare su turni di 24 ore su 24, altri su turni dalle 7 alle 22, ad altri ancora di fare oltre 40 ore di straordinario al mese, ai più sfortunati si chiederà tutto ciò senza percepire alcun incentivo.
Il tutto conservando il livello di disoccupazione attuale poichè il Comune di Milano non prevede nuove assunzioni per Expo2015 (dal 2011 ad oggi sono quasi 900 le unità in meno in dote all’amministrazione comunale) e per quanto riguarda i tempi determinato le 212 assunzioni sono poco più di quelle che annualmente, per coprire le ordinarie temporanee necessità, vengono effettuate. Dei 17 milioni di euro concessi da Roma al Comune di Milano i 2/3 coprono la spesa per gli straordinari, 1/3 copre le assunzioni a tempo determinato, queste sono le proporzioni.
Che dire? Molti stanno parlando a sproposito e le comunicazioni che compaiono sulla stampa sono particolarmente poco chiare, come per esempio quest’articolo apparso su Milano Today http://www.milanotoday.it/cronaca/accordo-vigili-comune-aprile-2015.html in cui si mischia la questione legata esclusivamente alla polizia locale con l’incentivo Expo. confusione generata però (va detto) dalla massiccia presenza di agenti della polizia locale fra le fila dei percettori dell’incentivo Expo. Al solito al disinvestimento sulla città pubblica fa eccezione Bentham.
Che fare? Fra le righe è sempre presente la questione della pace sociale nei 6 mesi di Expo2015. Romperla sarà un nodo fondamentale per provare a restituire non tanto alle organizzazioni sindacacali quanto ai movimenti dei lavoratori un ruolo più deciso e determinante per una messa in discussione della riorganizzazione del lavoro Renzista.
Articolo tratto da LA PECORA ROSSA 02