#Io non lavoro gratis per EXPO: esposto all’Ispettorato del Lavoro di Milano

non lavoro gratis per expo

Il 23 luglio 2013 fu firmato, da Expo 2015 S.p.A.. CGIL, CISL UIL di Milano e dalle organizzazioni di categoria turismo, commercio e servizi e con tutte le istituzioni territoriali di Milano e Lombardia, il protocollo di intesa che regolerà il mercato del lavoro in occasione di Expo 2015. Quell’accordo dava completa attuazione, richiamandolo, ai contenuti dell’Art. 8 della legge Sacconi che permette le deroghe ai contratti e alle leggi.

Insomma l’occasione del “Grande evento EXPO”, invece di diventare occasione di occupazione, anche se a tempo determinato, diveniva l’occasione per creare un pericoloso precedente su come si attacca il Lavoro, i lavoratori e i loro diritti.

Questo modello non a caso viene considerato un esempio da seguire e da estendere su scala nazionale dalle associazione padronali e dai governi (Letta a quei tempi, oggi Renzi-Alfano) e purtroppo anche da CGIL, CISL e UIL.

Il protocollo d’accordo riduceva ad un quinto il valore e il costo della prestazione lavorativa che normalmente è retribuita nei contratti nazionali di lavoro per i lavoratori adibiti alla attività fieristica, ma questo solo per i lavoratori più fortunati, perché per altri le cose stanno anche molto peggio.

Si dividevano infatti i futuri lavoratori impegnati nell’Expo, circa 20.000, in almeno 4 tipologie contrattuali diverse, con la stragrande maggioranza di questi lavoratori – 18.500- organizzati come Volontari.

Da allora il Movimento NO EXPO iniziò una grande campagna di massa per denunciare uno dei pilastri del sistema EXPO che oltre a DEBITO e CEMENTO vedeva l’ulteriore sviluppo della PRECARIETA’. Nasce così la campagna #Io non lavoro gratis per EXPO!

Come SIAL Cobas siamo stati e siamo interni a questa campagna e vediamo con interesse ogni iniziativa che vada nel senso di rafforzare la mobilitazione e la denuncia di quel famigerato protocollo portatore di precarietà e lavoro gratuito.

Per questo abbiamo partecipato con interesse il 9 aprile alla presentazione pubblica fatta a Milano dell’esposto denuncia presentato dal FORUM DIRITTI LAVORO all’ispettorato del Lavoro di Milano in cui si denunciano i contenuti di quell’accordo.

I contenuti dell’esposto mettono in evidenza correttamente le violazioni nell’applicazione della legge 266 del 1991 che regola il lavoro volontario. L’esposto è inoltre corredato di sentenze e giurisprudenza che rafforzano la giustezza della condanna all’utilizzazione del lavoro volontario. Il nodo però è il famigerato articolo 8 della legge Sacconi, che autorizza le deroghe ai contratti e alle leggi.

È chiaro allora che occorre insistere nella denuncia del lavoro gratis e di tutto il meccanismo dei rapporti di lavoro per Expo, e soprattutto evidenziare la contraddizione di CGIL CISL UIL, che hanno contestato quell’articolo di legge, per poi accettare di applicarlo proprio nell’accordo sindacale per un evento di portata mondiale come Expo.

Questo esposto, aldilà della sua reale possibilità di incidere sul lavoro volontario, ha avuto un primo seguito nell’incontro che si tenuto il 16 aprile presso la Ufficio Provinciale del lavoro, tra la ufficio territoriale di Milano e quello interregionale del Nord Ovest della Direzione del lavoro e i presentatori dell’esposto. Cosa produrrà vedremo, ma sicuramente ha avuto il merito di dare forza e sostegno alla campagna che il Movimento sta facendo.

Se questa iniziativa, così come altre che potranno svilupparsi in questi giorni, andrà nella direzione di rafforzare il movimento e la sua unità (quindi non iniziative propagandistiche di parte) favorendo l’organizzazione e lo sviluppo di un protagonismo dei lavoratori impegnati in EXPO compreso i “volontari”, troverà sempre il nostro sostegno.

Perché una cosa è certa: non saranno iniziative di natura “legale” che fermeranno l’attacco al lavoro, ai lavoratori e ai diritti. Solo lo sviluppo di lotte con protagonisti gli stessi “volontari” potrà mettere in difficoltà il modello EXPO.