Video della manifestazione al CDD di Cusano Milanino per garantire utenti ed educatori

Un presidio molto partecipato quello di ieri, 29 Aprile, davanti al Centro Diurno Disabili (CDD) di Cusano Milanino. Il Sial Cobas era con i lavoratori e gli utenti del centro che, insieme ai genitori e alle associazioni, hanno espresso  le difficoltà che vive il CDD, così come l’intero settore della disabilità. La sentenza del Tar del 15 marzo scorso ha infatti annullato il bando dei centri di Cusano Milanino e Cinisello Balsamo a causa di una mancata corrispondenza tra le figure professionali indicate dal bando e quelle preposte allo svolgimento del servizio secondo la normativa italiana ed europea.

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IMG_2483Questo ha messo a nudo una problematica che riguarda numerose strutture sociosanitarie del  territorio nazionale. Il presidio di ieri, così eterogeneo e partecipato, ha evidenziato la necessità di trovare una soluzione che tuteli allo stesso tempo gli utenti e i lavoratori, per un miglioramento qualitativo del servizio oltre che della sua messa a norma. Se da una parte infatti l’esigenza è quella di assicurare la continuità di relazione tra gli utenti e gli attuali educatori in servizio, dall’altra si pone la necessità di affrontare la questione dei titoli di studio che la normativa nazionale richiede all’educatore professionale, attraverso una riqualificazione in senso sociosanitario.

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Senza voler fare della disabilità una malattia,  occorre però mantenere le strutture CDD sotto l’ala del settore sociosanitario, per garantire il finanziamento regionale – cosa che verrebbe meno se si affermasse il carattere prettamente socioeducativo del servizio, con ricadute sulle casse comunali e sul portafogli delle famiglie dei disabili.

La manifestazione di ieri ha espresso l’esigenza che il miglioramento del servizio, la continuità educativa e la salvaguardia occupazionale non siano condizioni poste una in alternativa all’altra, bensì un unico obiettivo comune.

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Il Sindacato Sial Cobas si fa promotore di nuove occasioni di espressione e confronto pubblico, con un’assemblea ed eventualmente un presidio direttamente sotto la sede di Regione Lombardia.