Difendere il lavoro educativo: a Cinisello Balsamo famiglie e operatori contro l’esternalizzazione

Sala gremita a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, in occasione dell’assemblea sui servizi educativi pubblici, le esternalizzazioni e la precarietà del lavoro di cura organizzata da un tavolo impegnato sul tema a livello territoriale.

All’incontro del 22 maggio, aperto alla cittadinanza, hanno partecipato, portando la propria voce, i famigliari di ragazze e ragazzi utenti dei Cdd (Centri diurni disabili) e degli asili nido. Presente Matteo Schianchi, professore di Didattica e pedagogia speciale all’Università Milano-Bicocca; Davide Caselli e Carlotta Mozzana, sociologi Università Milano Bicocca e Università di Bergamo e Laboratorio Welfare Pubblico; Angelo Pedrini del Sial Cobas; Matteo Maserati, educatore Cdd e delegato sindacale; e, in collegamento, Marco Bersani, dirigente comunale di Servizi sociali, supervisore pedagogico, fondatore Attac Italia. 

La serata si è aperta con un momento solo in apparenza ludico: scegliere, tra una serie di parole e immagini messe a disposizione, quella che più di altre rappresenta per sé il concetto di dignità del lavoro e qualità della cura: ad esempio rete, coraggio, sostegno, accoglienza, emancipazione, relazioni, comunità.

L’iniziativa si inserisce in un percorso nato attorno a un tavolo tra operatrici e operatrici del settore, famiglie e Sial Cobas. Nell’estate 2025, dopo 9 anni, in un contesto economico non certo migliorato e un assetto politico cambiato, ci sarà una nuova gara d’appalto per l’affidamento di 3 CDD e il proseguimento del processo di esternalizzazione degli Asili Nido: il prossimo sarà l’Arcobaleno di Cinisello Balsamo da Comune a ASC Ipis.

Il lavoro educativo è sempre più esternalizzato, precario, frammentato, con contratti di lavoro povero e condizioni che spingono molte e molti a lasciare il settore. I sindacati, le lavoratrici e i lavoratori dono farsi promotori di una battaglia, non solo salariale ma anche culturale e politica, rifermando la dignità del lavoro educativo e la centralità del servizio pubblico.

La precarizzazione del lavoro di cura ha ricadute sull’utenza. Anche chi lavora con la marginalità diventa marginale. I famigliari vivono sulla propria pelle le conseguenze della frammentazione e del turn over degli operatori. Un senso di abbandono costante, mentre si lotta, spesso in solitudine, per il diritto alla felicità delle proprie figlie e figli disabili. 

Quanto emerso dall’assemblea sarà sintetizzato e raccolto in un documento da consegnare alla committenza pubblica, le amministrazioni comunali e l’azienda. L’obiettivo, attraverso la condivisione di saperi, esperienze e proposte, è di riconquistare la possibilità di essere interlocutori attivi e incidere nelle scelte.