Di seguito il comunicato di C.I.O. Comitato Insostenibili Olimpiadi.
Il 29 novembre mancheranno poco più di 60 giorni all’inaugurazione delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.
Convochiamo un’assemblea pubblica di convergenza e organizzazione delle mobilitazioni di febbraio, marzo e aprile 2026: dall’inaugurazione dei Giochi olimpici il 6 febbraio alla conclusione delle ParaOlimpiadi, fino al periodo successivo, perché il saccheggio di Milano, Cortina e dei 400km di arco alpino che subisce il grande evento non termina con la sua fine e così la nostra lotta sull’eredità olimpica nei quartieri e nei territori di montagna.
Chiamiamo per il 6 febbraio una grande piazza popolare e dell’opposizioni sociale, delle realtà dello sport popolare e di base, dei movimenti civici e ambientalisti, di comitati territoriali e collettivi studenteschi, delle reti di lotta per il diritto all’abitare e del sindacalismo conflittuale, dei movimenti scesi al fianco del popolo palestinese e della Global Sumud Flotilla, degli spazi sociali autogestiti, delle reti che si oppongono alla deriva securitaria del DL 1660 e al razzismo di Stato sui corpi di migranti e persone razzializzate, della rabbia transfemminista contro il patriarcato sociale e istituzionale.
Vogliamo riappropriarci di ogni metro sottratto alla collettività dalla speculazione
e dalla privatizzazione della Città Pubblica,
moltiplicando l’esperienza delle Utopiadi con cui lo scorso anno
liberammo dall’abbandono l’ex Stadio del Ghiaccio di via dei Ciclamini.
Vogliamo attraversare città e terre alte nel periodo conclusivo dei Giochi olimpici per ribadire quanto detto in questi anni: l’evento e il suo spettacolo non ci interessano, vogliamo tenere aperta la partita su ciò che arriverà dopo – che le opere realizzate con fondi pubblici – come il Villaggio Olimpico di Porta Romana e il Pala Italia – restino pubblici; che i fondi per le infrastrutture, la cui realizzazione è prevista a Giochi conclusi, vengano spostati su sanità, scuola, trasporto pubblico locale, cura del paesaggio e del territorio, sostegno all’abitare.
Vogliamo resistere e convergere in un 25 aprile 2026 nel quartiere popolare di Corvetto con la rete Partigian* in ogni quartiere, per una festa popolare, antifascista, antirazzista, che ribadisca che le città e le terre alte appartengono ai loro abitanti e non agli accaparratori privati – fossero essi il padrone del mattone Coima e i signori della neve artificiale Demaclenko e TechnoAlpin; Airbnb e speculatori degli affitti brevi; commercianti del turismo invernale tenuto in piedi solo dai sussidi pubblici e del settore della ristorazione basato su precariato e lavoro nero; amministratori pubblici alla ricerca di volontari da sostituire a lavoratori e lavoratrici pagate; sponsor e proprietari dello sport-spettacolo e privatizzatori di impianti sportivi pubblici.
Nella Finanziaria il sostegno all’industria bellica va di pari passo non solo con il taglio delle politiche sociali su casa, sanità pubblica, istruzione, mobilità locale e sostegno al reddito, ma anche con il finanziamento e una maggiore spesa pubblica per Grandi opere e Grandi eventi, come i Giochi invernali 2026. Questo fatto dimostra la compatibilità del saccheggio olimpico – in città, in montagna e a livello nazionale – con guerre, nazionalismi e politiche securitarie contro migranti e Seconde generazioni alle frontiere, nelle aree metropolitane, sugli antichi passi e sentieri di montagna oggi militarizzati e divenuti spesso terreno di caccia per squadracce di estrema destra e polizie di frontiera. Di più: conferma che non c’è militarizzazione senza privatizzazione, non c’è economia di guerra senza saccheggio di risorse pubbliche a beneficio di padroni italiani e stranieri, autocrati occidentali e loro alleati.
Blocchiamo tutto
Riprendiamoci le città, liberiamo le montagne.
C.I.O. Comitato Insostenibili Olimpiadi

