Cargo High Tech: evitati i 23 licenziamenti si va verso la cassa integrazione

Nella mattinata del 2 luglio si sono incontrati la direzione aziendale Cargo High Tech con la RSU e il sindacato SIAL-Cobas e si è chiusa la procedura sindacale per i licenziamenti con un mancato accordo. Il mancato accordo verrà inviato all’ufficio della Regione Lombardia che convocherà le parti per tentare un accordo e trovare una soluzione positiva.

La direzione a fronte di questa scelta di salvaguardare la continuità dei posti di lavoro continua però a tentare la strada di due differenti casse integrazioni una per il personale che subirà la chiusura del negozio di XXV aprile (quella per cessazione di attività) e un’altra per riorganizzazione per il resto del personale. La delegazione sindacale considera positivamente il ritiro dei licenziamenti ma contesta l’utilizzo di strumenti diversi per il personale che crea discriminazioni.

In attesa della convocazione istituzionale invita la direzione a riflettere e trovare una modalità di cassa integrazione unica così come deciso in assemblea “la cassa integrazione va organizzata con la rotazione più ampia possibile e va richiesta una integrazione salariale”. Il confronto continua con altre realtà sindacali (Cgil, Cisl e Uil) ma la strada per evitare i licenziamenti è aperta; ora si tratta di arrivare ad una gestione che consenta di servire la clientela utilizzando l’esperienza e le competenze e la disponibilità dei dipendenti senza la tagliola dei 23 licenziamenti sul collo per il prossimo periodo.

A Milano per gli attuali 32 dipendenti si prospetta un periodo difficile e cioè la necessità di attuare la riorganizzazione verso il nuovo punto strategico di via Meucci 50, aiutare la chiusura di piazza XXV Aprile a Milano e le vendite presso il punto Temporary presso l’ex stabilimento Ovomaltina che sarà destinato a diventare anche ex Cargo? O si apriranno altre ipotesi di rilancio. Ai posteri l’ardua sentenza per ora niente licenziamenti e il destino si costruisce cammin facendo.