Referendum 8-9 giugno: “fact checking” contro la disinformazione

In vista dell’8 e 9 giugno prendiamo spunto da Wikilabour, dizionario dei diritti dei lavoratori, per delle proposte di lettura.

L’obiettivo è fare chiarezza sui quesiti referendari: dalla tutela contro i licenziamenti ingiustificati all’obbligo di tornare a motivare il ricorso ai contratti a termine, fino alla responsabilità solidale del committente negli appalti.

Dicono che i referendum non servono, che potrebbero peggiorare le tutele per i lavoratori o creare effetti assurdi.. ma è vero?

– “fact checking”, a cura di Franco Scarpelli, sulle prese di posizione di Pietro Ichino e Tito Boeri: in disparte la diversità di opinioni, quanto si dice sugli “effetti” del referendum è fondato? (SI LEGGE QUI)

– un saggio di Giovanni Orlandini pubblicato in Labor, 1 gennaio 2025 (SI LEGGE QUI)

– un’opinione di Alberto Piccinini tratta dal Blog Area Lavoro de “Il fatto quotidiano” (SI LEGGE QUI)

Lo strumento referendario non sostituisce l’azione diretta delle lavoratrici e dei lavoratori nella lotta sindacale e politica. Pur riconoscendo le criticità, riteniamo giusto votare 5 Sì e sostenere la campagna per il raggiungimento del quorum. Se voti no, tutto resta come é ora.

PROMEMORIA SUL VOTO

QUANDO: seggi aperti domenica 8 giugno dalle 7 alle 23; lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15

COME: a ciascun quesito corrisponde una scheda su cui saranno presenti due caselle tra cui scegliere; vota sì a tutti e cinque

COSA SERVE: documento di identità valido e tessera elettorale; se l’hai smarrita o hai finito gli spazi per i timbri richiedine una nuova al tuo Comune. Chi vota fuorisede deve portare anche l’attestazione inviata dal Comune a cui ha mandato la domanda