La GKN il 9 luglio 2021 ha licenziato una prima volta 420 lavoratori con una mail. Dal 31 marzo 2025 siamo alla svolta, con 120 lavoratori a cui arriveranno le lettere di licenziamento. Con lo slogan “Insorgiamo!” hanno resistito e con sostegni, solidarietà e contributi diversi il piano industriale è pronto. Le leggi per l’esproprio e quelle approvate per l’avvio del progetto si può aprire un futuro di lavoro e ambientalmente sostenibile.
Una lotta che non ha puntato ai soliti ammortizzatori sociali ma che ha chiesto da subito la reindustrializzazione e passo dopo passo ha costruito la resistenza, le sentenze, le nuove leggi e le vecchie leggi riattualizzate promuove un modo diverso di uscire dalla crisi. Sosteniamo e diffondiamo. Come SIAL-Cobas saremo presenti al Festival di letteratura Working Class davanti alla ex GKN con un “Manuale di autodifesa salute e sicurezza sul lavoro” (a sottoscrizione per ex GKN)
Il Festival (QUI trovi gli eventi e le iniziative) torna il 4, 5 e 6 aprile a Campi Bisenzio (Firenze) mentre la lotta della ex Gkn è a un punto di svolta. Dopo l’approvazione della Legge Regionale, il piano di reindustrializzazione elaborato dal basso è ancora in attesa di poter partire. E nel frattempo gli operai sono sempre sotto attacco della proprietà che, oltre a non pagare gli stipendi, per la terza volta da quel luglio del 2021 ha avviato una nuova procedura di licenziamento.
Di seguito il testo del Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze,
31 marzo, il vecchio mondo ci licenzia. Il nuovo lotta per nascere
- Ieri notte la dignità è tornata a illuminare Firenze.
- Il capitale se ne va, scappa, liquida, licenzia. Noi restiamo.
- Trasparenza subito. I tribunali faranno il loro corso; a noi le domande sono chiare: chi c’è dietro i
2 soggetti immobiliari che possiedono oggi lo stabilimento? Perché la proprietà ha chiesto la totale
secretazione del piano di liquidazione? Esiste e chi è il “grosso soggetto” economico che si dice
sia dietro al pagamento di un debito da 18 milioni di euro? - Pagherete fino all’ultimo euro di stipendio, perché i licenziamenti “per fame” sono forse ancora
più gravi di quelli “via mail”. E’ un precedente che non vi permetteremo. - Domani arrivano le lettere di licenziamento. Ma una storia sociale non si licenzia. Il Collettivo
non ha mai chiesto il permesso di esistere. - Siamo pubblica utilità, chiediamo pubblica utilità: progettiamo la ripartenza della fabbrica, i
legami mutualistici con il territorio, leggi, piani industriali, conversione ecologica. Chiediamo
l’intervento del consorzio industriale pubblico per rilevare l’area e metterla a disposizione di
chiunque voglia reindustrializzarla. - Il nostro piano industriale è minacciato dai ritardi, dalle mille difficoltà, da un sistema che vuole
armi e non riconversione ecologica. Fare presto, difendere la reindustrializzazione dal basso. - Il Festival di Letteratura Working Class non è un evento culturale. E’ un evento di lotta: chi scrive
la propria storia può essere sconfitto, ma non è un “vinto”. - Abbiamo un piano. L’unico.
- Fabbrica socialmente integrata, consorzio industriale pubblico, transizione climatica dal basso,
azionariato popolare, dichiarazione di pubblica utilità sull’area, società operaia di mutuo soccorso,
cooperare, non competere.
E se chi c’era non c’è. Ora c’è chi non c’era. Risali il fiume con me, non chiederti se arriverà
primavera.
4-5-6 aprile, Festival di Letteratura Working Class
5 aprile, h 18.00, corteo dalla fabbrica al centro di Campi Bisenzio
5 aprile h 22.00, prove tecniche di resurrezione, concerto di e con Massimo Zamboni (ex Cccp)