ASSEMBLEA NAZIONALE DELLE OPERATRICI E DEGLI OPERATORI SOCIALI
Nella seconda settimana di giugno, operatori e operatrici sociali del servizio scolastico, dell’assistenza domiciliare, dei centri diurni, dei tanti servizi alla persona, hanno riempito le piazze di molte città. Da Milano a Roma passando per Rimini, Bologna, Parma, siamo scesi in piazza in momenti diversi ma con rivendicazioni comuni: certezza di un reddito, dignità e sicurezza sul lavoro, qualità dei servizi. La mobilitazione è stata il frutto di un percorso di confronto avviato già prima dell’emergenza e che vogliamo estendere in ogni angolo del paese.
Abbiamo fatto sentire le nostre voci per denunciare lo stato di abbandono in cui versa il sistema di assistenza e cura sociale nelle mani del terzo settore e che già prima del lockdown aveva mostrato tutte le sue crepe. Da anni, infatti, denunciamo la sua inefficacia e iniquità nel silenzio assordante delle pubbliche amministrazioni e degli enti che lo gestiscono. Ci siamo rivolti agli enti locali sottolineando il fallimento dell’esternalizzazione dei servizi che con i bandi al massimo ribasso, le retribuzioni ridotte al limite della povertà, la mancanza di sicurezza producono soltanto servizi scadenti incapaci di farsi carico delle persone che necessitano sostegno.
In molti casi, la legge definisce i servizi in cui lavoriamo essenziali. Eppure il servizio scolastico, i centri diurni per anziani o per disabili sono stati chiusi per l’emergenza covid-19 e, nonostante l’intervento legislativo del governo (scritto male e non imperativo), dell’Anci e di alcune regioni, bambini e bambine, ragazzi e ragazze, anziani ed anziane sono stati lasciati soli, mentre gli educatori e le educatrici sono rimasti senza reddito o a ricevere ammortizzatori sociali scandalosi. In tutte le piazze abbiamo chiesto l’apertura di percorsi di internalizzazione dei servizi perché solo in questo modo si possono stabilizzare le nostre vite, dare dignità ai nostri redditi e fornire servizi adeguati.
Questi primi passi di risveglio dei lavoratori e delle lavoratrici del terzo settore sono importanti e non possono essere dispersi. Riteniamo necessario continuare a costruire momenti di confronto e coinvolgimento mettendoci al lavoro per realizzare, il 12 ed il 13 settembre a Bologna, un incontro nazionale aperto.
Due giorni di confronto e di scambio per immaginare le mobilitazioni necessarie nel prossimo futuro. Per il nostro reddito, la nostra dignità professionale e un sistema di presa in cura reale.
RETE INTERSINDACALE E RETE NAZIONALE OPERATRICI OPERATORI SOCIALI