26 ottobre: sciopero e corteo a Taranto, per i diritti al lavoro pulito e alla vita 

Sciopero e corteo a Taranto: rivendicati i diritti al lavoro pulito e alla vita

di F. Calderone, da Cronache Tarantine del 26  Ottobre  2018  
Foto studio Renato Ingenito

 Uno sciopero generale con conseguente corteo partito dal piazzale Democrate e giunto nei pressi della chiesa “Gesù Divin Lavoratore” del quartiere Tamburi ha avuto luogo stamane a Taranto. La manifestazione, organizzata dal sindacato Flm-Cub, è stata indetta per rivendicare il diritto alla salute, alla vita e ad un lavoro pulito e sicuro, impedito dalla presenza della grande industria inquinante, in particolar modo l’Ilva.

I manifestanti si sono schierati apertamente contro l’attuale governo Lega-M5S; preso maggiormente di mira il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Contestazione anche nei confronti dello stabilimento siderurgico e del nuovo proprietario, ArcelorMittal.

Vi proponiamo qui di seguito le dichiarazioni rilasciate alla nostra redazione da alcuni protagonisti che hanno preso parte al corteo:

Stefano Sibilla (segretario provinciale Confederazione Unitaria di Base): “Non accettiamo Mittal e altri attori simili. La fabbrica Ilva è da fermare perché il terreno è così contaminato che i lavoratori continuano ad ammalarsi e si ammaleranno anche in futuro. Poi c’è inoltre il problema del ricatto occupazionale. La nostra protesta – continua Sibilla – è anche contro l’accordo firmato da Fiom, Fim, Usb, Uilm ritenuto da noi fatiscente e senza luci. Altra cosa bruttissima è la presenza dell’immunità penale, visto che così il padrone può inquinare e sfruttare la salute di tutti. Tutto questo è inaccettabile e il posto di lavoro è a rischio, ormai sono stati tolti i diritti ai lavoratori. Ringrazio infine i lavoratori metalmeccanici del Nord Italia che sono venuti fin qui a manifestare insieme a noi”.

Vincenzo Capomolla (Sindacato Generale di Base): “Il motivo principale per il quale siamo qui è il lavoro, Taranto è la cosiddetta città simbolo. Il lavoro non deve mai andare a discapito della sicurezza e della salute. Sono state promesse altre cose non mantenute. Ribadisco – prosegue Capomolla – che il diritto a lavorare è sacrosanto, ma non deve esserci il rischio di morte degli operai. Ciò è inconcepibile in qualsiasi società civile”.

Massimo Battista (consigliere del Comune di Taranto): “Il minimo sindacale da fare oggi è essere qui, il governo attuale deve capire che è non è più una forza di opposizione. Le promesse sono state disattese sia per quanto riguarda l’Ilva che la questione Tap. Di Maio aveva fatto determinati promesse sul siderurgico tarantino, che avrebbe dovuto essere chiuso, riconvertito e bonificato ma questo non è accaduto. Poi non sappiamo ancora quando verrà a Taranto, sono passati già due mesi e il vicepremier non si è fatto vivo. La chiusura delle fonti inquinanti con impianti in marcia – afferma Battista-  non è possibile. Basta prendere in giro le persone, io mi sono tirato indietro, ho giocato una finale di Champions League e l’ho persa. Il tempo delle promesse è finito, la gente punirà queste persone “.

Francesco Spedicato (Partito Comunista): “Abbiamo deciso di scendere in piazza insieme ai lavoratori per difendere i loro diritti e quelli delle persone che vivono quotidianamente a Taranto. Siamo assolutamente contrari alle iniziative intraprese dal governo, che persegue gli interessi del grande capitale come quelli precedenti”.

Vincenzo Fornaro (consigliere del Comune di Taranto): “Taranto ha sempre bisogno di dimostrare che può fare a meno di quella fabbrica. Gli operai rivendicano un lavoro pulito. Il nostro obiettivo è sempre stato la chiusura dello stabilimento e l’utilizzo degli operai nello smantellamento e nella bonifica. Questo sindacato è d’accordo con noi, a differenza di quelli nazionali che vogliono proseguire con l’acciaio. Il governo ha confermato la linea precedente degli altri esecutivi tradendo le aspettative della città. Ritengo – aggiunge Fornaro – che quello gialloverde sia il governo del tradimento più che del cambiamento”.

Mirko Maiorino (comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti): “Siamo qui per rivendicare lavoro, salute e ambiente. Ricordiamo a chi ha promesso una svolta che questa non c’è stata e più che il governo del cambiamento è per Taranto un tradimento delle promesse elettorali. Oggi – conclude Maiorino – anche durante questa manifestazione i camini dell’Ilva continuano a sputare veleno”.

Gruppo Tamburi combattenti: “Chiediamo il rispetto delle regole e che ci sia vivibilità perché siamo stanchi di morire. Basta inquinamento, bisogna svoltare. Non si deve più inquinare e i nostri bambini devono finalmente poter respirare aria pulita”.

Sciopero e corteo a Taranto