Come Sial Cobas esprimiamo il nostro cordoglio alle famiglie delle tre vittime e la nostra vicinanza al centinaio di feriti dell’incidente ferroviario occorso questa mattina tra Segrate e Pioltello sulla linea Cremona-Milano. La procura di Milano ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di reato di disastro ferroviario colposo: al momento in cui scriviamo l’ipotesi più accreditata è quella di un cedimento strutturale di 20 centimetri di binario, circa 2 chilometri più indietro rispetto al luogo del deragliamento.
Il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, ha dichiarato che si tratta di “una linea fra le più frequentate e quindi più monitorate” e che l’Italia è ai primi posti per la sicurezza ferroviaria, tanto che “succedono pochissimi incidenti. Sulla rete ferroviaria nazionale ci sono stati miliardi di persone trasportate e 29 morti negli ultimi dieci anni”.
Riteniamo scandalosa questa dichiarazione, anche solo pensando al disastro ferroviario di Viareggio (32 vittime) e a quello fra le stazioni di Andria e Corato in Puglia (23 vittime). In entrambi i casi per gravi carenze in materia di sicurezza.
Anche di fronte alla tragedia di oggi denunciamo il fatto che se si facesse tutto quanto occorre per garantire la sicurezza nei trasporti su rotaia – che, ricordiamo, rappresentano il fulcro della mobilità sostenibile cui dobbiamo tendere – incidenti di tale gravità non avverrebbero.
Il treno diagnostico, quello che rileva anomalie sui binari, era passato lo scorso 11 gennaio, undici giorni fa. Probabilmente aveva individuato un problema al binario visto che Rfi, che gestisce tutta la linea, si stava preparando a sostituire quel giunto all’altezza di Seggiano di Pioltello, dove il treno è uscito dai binari. Risultano addirittura foto dove si vedrebbe il pezzo di rotaia nuovo pronto per essere installato.
La sicurezza dei lavoratori, degli utenti e dei cittadini sono davvero al primo posto, o invece prevalgano le logiche di profitto (o, se vogliamo, di risparmio)? Un servizio pubblico non deve diventare una merce!
Ricordiamo che la linea Cremona-Milano appartiene a Trenord, società mista tra le Ferrovie delle Stato e le vecchie Ferrovie Nord di proprietà della Regione Lombardia. Sono stati Moretti e Formigoni a volere che le ferrovie locali attorno a Milano non fossero di Trenitalia, ma di una azienda regionale. E come succede con le esternalizzazioni, l’azienda madre ci guadagna – buttandosi sull’alta velocità – mentre i trasporti locali vengono abbandonati a se stessi: con oltre 10 mila pendolari giornalieri costretti a viaggiare su treni lenti e sovraffollati dall’età media di 17 anni, con guasti, ritardi e disservizi frequenti.
Dignità e sicurezza continuano ad essere svendute insieme a tutto ciò che dovrebbe essere bene pubblico. Occorre ripartire da qui.