di Ivan Cavicchi, da Il Fatto Quotidiano del 13 dicembre 2017
Con la fiducia posta al Senato dal governo sulla Legge di bilancio,penso che la penosa tarantella sui contratti della sanità ma più in generale sul ri-finanziamento della sanità sia finita. Aderisco idealmente allo sciopero dei medici ma nello stesso tempo devo ammettere su di esso ho un dubbio sia sull’efficacia di una tardiva opposizione al governo (ci si sarebbe dovuti muovere prima e con ben altre proposte), sia sul risultato atteso che, per quello che riesco a capire a condizioni finanziarie non impedite, non sarà tale da recuperare quello che sino ad ora non si è riusciti a conquistare. Cioè penso che se va bene avrete anche questa volta e per ben otto anni di seguito una mancetta.
I medici sono in mutande perché:
– il governo ha confermato una politica economica apertamente contro la sanità pubblica;
– perché i loro referenti politici, come li chiama qualcuno, li hanno presi in giro con vane promesse;
– l’intersindacale medica – perdonate la franchezza – è arrivata all’appuntamento con la Legge di bilancio, poco preparata, con le armi spuntate e con proposte inadeguate.
Ormai sono anni che su questo blog commento le vicende dei medici, le loro battaglie e purtroppo le loro sconfitte. E sono anni che li esorto – inascoltato – a verificare strategie, modi di lottare e soprattutto a tirare fuori delle proposte serie. Alla fine mi sono convinto che il problema non sono i topi – che fanno molto bene i topi – ma il gatto che non è più capace di acchiapparli. Agli occhi di noi osservatori, anche in questa legge di bilancio i medici sono apparsi subalterni al governo, impotenti di fronte alle politiche economiche, financo ingenui a credere a certe favole elettorali.
Nel passaggio al Senato per tenerli buoni, li hanno abbindolati con generosi emendamenti spostando soldi di qua e di là. Ma alla fine gli emendamenti sono stati rifiutati dal governo non perché giudicati inammissibili ma solo perché considerati come interferenze nei confronti delle sue politiche economiche. Ed ora si prova a ripresentarli alla Camera. Ma, diamine, siamo in campagna elettorale, questo governo sta dando mance a destra e a manca e a voi medici non vi si fila per niente!
Apparirò testardo ma il problema per me resta quello del contrasto alle politiche economiche del governo a causa delle quali da anni non si rinnovano i contratti dei medici, non si assume più nessuno, non si finanzia la sanità come si dovrebbe, si sono tagliati decine di migliaia di posti letto, e soprattutto si insiste a privatizzare sempre di più.
Cari medici, ficcatevelo in testa: non rinnovare i contratti non è un capriccio del governo ma è la conseguenza di certe politiche economiche. Vi hanno messo in contrapposizione con il Pil, come a dire che voi non producete Pil e che siete a priori una diseconomia. E’ falso che voi producete ricchezza e Pil per cui il Pil deve retribuirvi. Ma come deve retribuirvi? Questo dovete deciderlo voi con una piattaforme adeguata, che però non avete. Chiedere soldi non è avere una piattaforma.
Senza una piattaforma adeguata significa fare una transazione con il governo senza transare. Voi nella situazione finanziaria data chiedete giustamente soldi ma senza scambiare soldi cioè senza dare nulla in cambio come se nel baraccone non ci fosse nulla da migliorare o da cambiare. E il governo, in aperta malafede, perché sa che le Regioni non hanno alcun pensiero riformatore, ve lo dice da anni: noi non finanzieremo mai le vostre diseconomie, fatevi bastare quello che vi diamo e non rompete le scatole.
Allora cari medici volete rinnovare i contratti? Abolire tutti i ticket? Difendere l’universalismo? Bravi! Avete ragione! Ne avete diritto! Ma vi chiedo: nel contesto finanziario dato quale transazione siete disposti a fare?
Il problema è sempre il solito, “come trovare i soldi”. A me pare che oggi l’unico modo efficace per trovarli, andando oltre le mancette, sia quello di superare tante diseconomie, disorganizzazioni, anacronismi, arretratezze, disfunzionalità, cambiando quelle cose che avremmo dovuto cambiare ma che non abbiamo mai cambiato (nonostante tre riforme). Mettendo in questo modo in condizione il sistema di autofinanziare una idea diversa di sostenibilità. Perché quella del governo fa schifo e vale come la vostra (operatori) e la nostra (cittadini) morte.
Vi avverto sin da ora, che, tutte le mance che il governo sta distribuendo nella prossima legge finanziaria, con l’Europa alle calcagna e il debito pubblico sul collo, saranno sempre i vostri contratti a pagarle. Ma voi non volete saperne di contestare al governo le sue politiche economiche: siete degli inguaribili conservatori, abituati a tutelare i vostri interessi, facendo lobbismo con la politica ricompensando i suoi servigi con il vostro immancabile consenso elettorale.
Quando ho denunciato il governo per le mutue completamente defiscalizzate, avete fatto finta di niente. Ma come fate a non capire che la defiscalizzazione delle mutue è complementare al de-finanziamento della sanità pubblica e che la riduzione della spesa sanitaria in rapporto al Pil significa de-capitalizzazione del lavoro e quindi niente rinnovi contrattuali? Volete davvero rinnovare i contratti? Bene sottoscrivete, come ho fatto io, l’appello della rete sostenibilità e salute per bloccare gli incentivi fiscali alle mutue. Se ora vi prendete la mancia dal governo e state zitti sulle sue politiche economiche poi non lamentatevi se la prossima legge di bilancio vi snobberà.