SIAL-Cobas (Sindacato Autorganizzato Lavoratori-Cobas)
DIFENDIAMO IL DIRITTO ALLA SALUTE SESSUALE E RIPRODUTTIVA DELLE DONNE!
In questa giornata europea per il diritto alla salute e a un Sistema Sanitario Pubblico vogliamo difendere il diritto all’aborto, sotto attacco in molti paesi europei e del mondo. In Italia è garantito dalla Legge 194 del 1978, ma, per via dell’articolo 9 della stessa legge che permette l’obiezione di coscienza del personale medico, questo diritto è oggi largamente disatteso – come denunciato nuovamente dal Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa.
IL 7 APRILE PARTECIPA AL PRESIDIO DAVANTI A REGIONE LOMBARDIA
Via Melchiorre Gioia (dalle 11 alle 14)
Non vogliamo più obiettori negli Ospedali Pubblici o convenzionati! Il dato lombardo dell’obiezione è del 68,2%. In sei ospedali lombardi abortire è praticamente impossibile, visto che il 100% dei ginecologi sono obiettori. Si tratta dei presidi di Iseo, Sondalo, Chiavenna, Gavardo, Gallarate e Oglio Po. In 16 strutture gli obiettori superano l’80%, rendendo molto difficile l’applicazione della legge 194. A Milano la maggiore concentrazione di ginecologi obiettori si registra alla Macedonio Melloni (87,5%) e al Niguarda (75%).
Contestiamo a Regione Lombardia l’accreditamento di enti con l’obiezione di coscienza di struttura! Con la delibera DRG n. 2594, dell’11/12/2000, la Regione Lombardia garantisce il funzionamento di consultori e ospedali privati con soldi pubblici, esonerandoli dal compito di garantire alle donne lombarde i servizi previsti dalle leggi nazionali sui consultori (405/75) e sull’interruzione volontaria di gravidanza (194/78). Però questi stessi Ospedali svolgono le diagnosi pre-natali, intascando redditizi rimborsi per tali prestazioni, lasciando poi sole le donne di fronte a un esito negativo.
Pretendiamo da Regione Lombardia concorsi per medici non obiettori laddove in quelle strutture dove il diritto all’IVG è compromesso o assente!
Chiediamo a Regione Lombardia una mappatura aggiornata del servizio di IVG sul territorio e un numero unico di prenotazione, così come avviene per le altre prestazioni sanitarie!
Contestiamo a Regione Lombardia l’aver introdotto i ticket sui servizi del consultorio pubblico, snaturandone il significato: l’applicazione del sistema dei DRG e del rimborso con la tariffazione delle prestazioni ha messo all’angolo gli interventi di tipo preventivo, la ricerca attiva dei bisogni sul territorio, i bisogni indicati dalle donne. I consultori devono tornare a fornire un servizio gratuito: l’art. 4 della legge 405 è esplicita su questo punto!
Chiediamo a Regione Lombardia di promuovere nelle sue strutture ospedaliere l’ Ivg farmacologica nei tempi previsti, somministrandola – su richiesta della donna – anche in day hospital. L’IVG farmacologica è un’alternativa, meno invasiva, a quella chirurgica, autorizzata in Italia dal 2009. L’applicazione è demandata alle Regioni. In Lombardia l’utilizzo della RU486 nel 2016 è al 6,6% (927 IVG con RU486 a fronte di un totale di 13.830 Ivg). L’ultimo confronto possibile tra Regioni è relativo ai dati 2015: la Lombardia è sestultima, molto lontana dalle percentuali raggiunte da Liguria (40,3%), Piemonte (32,5%), Emilia Romagna (25,8%) e Toscana (20,1%). In Lombardia 33 strutture su 63, il 52%, non praticano Ivg farmacologiche; questo perchè passa troppo tempo tra la certificazione e l’esecuzione dell’ Ivg e spesso scadono i 49 giorni utili per effettuare l’ Ivg farmacologica. Inoltre, a differenza di altre regioni, per l’ Ivg farmacologica è previsto il ricovero obbligatorio di tre giorni, a fronte del day hospital per le Ivg chirurgiche.