Spagna: scioperi per il rinnovo del contratto dei call center. Comunicato della CGT

cgt-contratto-call-centerCOMUNICATO n° 38 della CGT (Confederación General del Trabajo), settore federale per il Telemarketing:

SULLO STATO DELLA NEGOZIAZIONE DEL CONTRATTO COLLETTIVO

10 ottobre 2016

www.cgt-telemarketing.es

Traduzione a cura di Sial Cobas

Pugno sul tavolo. Successo nelle mobilitazioni

Lo scorso 6 ottobre è stata una giornata storica per il settore delle telecomunicazioni di tutto il paese. Lo sciopero nazionale convocato dalla CGT e dal resto dei sindacati seduti al tavolo della trattativa ha visto una partecipazione ancora maggiore rispetto agli scioperi parziali del 22 e 29 settembre. Si sono fermati quasi tutti i servizi. La maggior parte dei call-center di tutto il paese sono rimasti vuoti per tutta la giornata. Frasi come “per motivi estranei alla nostra impresa la informiamo che non potremo aiutarla”, sono state ripetute in una moltitudine di uffici di servizio clienti. La giornata di sciopero è stata quindi una dimostrazione incontestabile del fatto che, senza il lavoro dei/delle teleoperatori/teleoperatrici, le aziende del settore non servono assolutamente a nulla.

Ci sono state moltissime manifestazioni nelle principali città. Non hanno partecipato solo i rappresentati delle organizzazioni sindacali:  i protagonisti indiscussi sono stati i lavoratori e le lavoratrici del settore. Ed è stato bello constatare che, quando si uniscono, i lavoratori dei call-center sono tanta, tanta gente, e possono fare tanto, tanto rumore.

 I mezzi di comunicazione hanno fatto eco alla nostra protesta. Stampa, televisione, radio… L’hashtag #ColgamosLosCascos (#AppendiamoLeCuffie) si è situato al primo posto tra le tendenze di Twitter in Spagna, e ha occupato un posto di spicco tra i trending topics a livello mondiale. Abbiamo ricevuto l’appoggio esplicito di decine di migliaia di persone sui social networs, che riconoscevano che il telemarketing è il paradigma della precarietà lavorativa del paese, migliaia di concittadini che hanno difeso la nostra lotta, che è stata quindi una grande dimostrazione di dignità. Siamo stati più visibili che mai per un giorno, giusto per il fatto di non andare a lavorare. Sono stati pubblicati commenti smascherando la trappola dei subcontratti nelle aziende con servizio clienti, è stata denunciata la sua estrema avidità ed è stato aperto il dibattito sulla delocalizzazione in paesi dell’America latina in condizione di vero sfruttamento. Hanno cercato di parlare con la padronale in diversi modi, ma hanno preferito non rilasciare dichiarazioni.

 La CGT non ha convocato queste mobilitazioni, né tanto meno quelle di maggio (convocate in  solitaria), per rimanere nella situazione in cui siamo. Abbiamo avuto già contratti collettivi senza che si siano prodotti cambi significativi. Ogni nuovo contratto è sempre “un po’ di più”. Per questo, CGT ha distribuito puntualmente  comunicati (questo è il numero 38), informando della negoziazione del contratto collettivo da più di 20 mesi. Affinché sappiate ciò che succede, ciò che viene proposto, chi lo propone e qual è la nostra analisi. Questo ci sembra fondamentale e continueremo a farlo.

 Ma non serve a niente una mobilitazione per rimanere dove siamo, per mantenere lo stesso contratto che converte la nostra professione in una delle più precarie, meno salutari e più instabili che si conoscano.

Per questo pensiamo che bisogna essere coerenti con quello che difendiamo, conseguenti con ciò che meritiamo come professionisti, ed esigenti con ciò di cui abbiamo bisogno per condurre una vita degna. Conoscete già le proposte di CGT quanto al mantenimento dell’impiego (eliminazione degli articoli 17 e 18), o al superamento delle giornate parziali per non aver bisogno del pluri-impiego, o quanto all’aumento salariale…

Nella pagina web  https://www.cgt- telemarketing.es/negociacion- convenio trovate tutte le rivendicazioni che la CGT ha elaborato nel tempo rispetto al contratto collettivo.

Perciò, oltre a ringraziarvi per questa storica giornata di lotta del 6 ottobre, vogliamo porgervi la seguente domanda:

 E ADESSO CHE FARE?

Dalla Confederación General del Trabajo (CGT) pensiamo che è arrivato il momento di ribellarci, unanimemente, e gridare a voce alta BASTA COSI’!

 Basta con i licenziamenti di giorno in giorno, e che alcuni lo vedano come una cosa normale.

Basta con la minaccia di sanzioni per aver espresso la necessità di andare ai servizi

Basta con degli orari impossibili, con delle condizioni insalubri, con un salario da miseria.

Basta con delle settimane di 20 ore, di 25… Basta con il fatto che non ci permettano di vivere del nostro lavoro.

Basta con i licenziamenti preventivi per mezzo dell’articolo 17.

Basta con la perdita del nostro posto di lavoro per colpa dell’inesistenza della clausola di passaggio obbligatorio nel caso in cui un servizio cambi azienda. Basta con la trappola dell’articolo 18.

Basta con aziende che hanno il 70% di donne senza che esista una Carta di Pari Opportunità e Uguaglianza

Basta con ERE, ERTE, modificazioni sostanziali e altri oltraggi.

La CGT si è già rivolta agli imprenditori del settore per esigere una riunione nella quale difendere un Contratto Degno. Come è ovvio, un contratto degno significa che non permetteremo nessun tipo di taglio alle nostre condizioni di lavoro. Questo è più che evidente.

Un Contratto Degno si raggiungerà solo quando verranno conquistati degli obiettivi che comportino un miglioramento sostanziale delle nostre condizioni di lavoro. Tutto il resto significherebbe una beffa rispetto alle mobilitazioni di settembre e ottobre.

Continuiamo con il motto che abbiamo diffuso durante tutta la trattativa:

UN ALTRO CONTRATTO E’ POSSIBILE E TU HAI MOLTO DA DIRE!