Si sta intensificando l’attacco ai diritti dei lavoratori nella Corea del Sud. Sono più di 20 i dirigenti sindacali e gli iscritti che ora si trovano in prigione, tra questi 7 dirigenti e funzionari del KCTU, in particolare il presidente del KCTU Han Sang-gyun, il vice presidente del KPTU Cho Sung-deok e il presidente del KPCWU Lee Jong-hwa. Il presidente del governo, Park Guen-hye, ha messo in prigione delle persone semplicemente perché hanno difeso i diritti dei lavoratori.
Attualmente, lo sciopero dei lavoratori del settore pubblico contro la riforma regressiva del lavoro e il sistema retributivo basato sulle prestazioni, è stato dichiarato “illegale” e 9 dirigenti del Sindacato Coreano delle Ferrovie sono stati incolpati della solita accusa di aver “ostacolato le attività economiche”. Per porre fine allo sciopero, il governo sta cercando di utilizzare “ il procedimento arbitrale di urgenza”, una pratica denunciata dall’OIT perché viola la libertà di associazione sindacale. Anche gli autotrasportatori autonomi hanno fatto fronte ad accuse penali e civili per aver programmato uno sciopero.
Anche se l’attenzione della protesta internazionale ha per lo più riguardato il governo stesso, il ruolo delle imprese coreane, in particolare l’oscuro conglomerato coreano che controlla l’economia nazionale, è sotto gli occhi di tutti. Il nuovo rapporto della CSI/Industrial ALL sulla Samsung definisce nel dettaglio fino a che punto alcuni datori di lavoro coreani sono pronti ad arrivare per smantellare i sindacati e reprimere i diritti dei lavoratori all’interno della Corea e nelle catene di fornitura internazionali.
Il presidente Park dovrà lasciare l’incarico per fine mandato nel dicembre del 2017. E’ importante mantenere la pressione per sopprimere il controllo esclusivo che poche imprese esercitano sullo stato. Il nuovo presidente dovrebbe essere un nuovo inizio per la Corea, una volta che i diritti fondamentali, la sicurezza economia e quella del lavoro delle persone comuni saranno all’ordine del giorno. Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, ogni minima pressione sull’attuale regime del presidente Park potra’ mettere in difficolta’ ed in evidenza l’avidita’ delle imprese che mantengono la loro morsa su una delle economie più importanti al mondo.
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