Appello ai partecipanti all’Assemblea di Bologna del 9 aprile 2016, Pubblico Impiego in Movimento, per riprendere il percorso unitario che avevamo costruito insieme con la mozione finale di Bologna:
“Diamo vita ad un coordinamento stabile delle realtà di base, dei delegati \lavoratori della Pa e a partire da oggi ci riuniremo periodicamente per estendere e rafforzare la mobilitazione e dare forza alle proposte scaturite dalla assemblea”.
Non passa giorno senza qualche “succosa” anticipazione riguardante la prossima manovra finanziaria o le misure previdenziali o il contratto degli statali.
Di sicuro l’estate è trascorsa non invano per Confindustria e Cgil Cisl Uil che a inizio settembre hanno redatto una proposta comune sugli ammortizzatori sociali che non porta benefici ai lavoratori ma solo alle aziende e spiana la strada a licenziamenti di massa “condivisi”. Dopo la boutade di un rinnovo contrattuale per il pubblico con aumenti solo per una minoranza di lavoratori\trici, ora si fanno strada alcune ipotesi ancor meno rassicuranti.
Dopo la intesa di Luglio sull’igiene ambientale, l’aumento dell’orario di lavoro non è piu’ un tabù visto che al risibile stanziamento di risorse si aggiunge la ipotesi di accrescere la flessibilità oraria barattando pochi e ridicoli aumenti con una settimana lavorativa più lunga.
La durata della settimana lavorativa va ormai verso le 38\40 ore settimanali, magari nel pubblico impiego lasceranno la possibilità di decidere se allungare la settimana o restare alle 36 ore attuali con una decurtazione salariale.
Una ennesima beffa e un danno economico perché risparmierebbero perfino sugli straordinari e sulla banca delle ore.
In questo scenario il pubblico impiego sembra non volersi attivare come se tutto potessero decidere sulla nostra pelle.
Da qui a fine mese, Governo e sindacati è probabile che sottoscrivano un accordo definitivo aggiungendo qualche soldo alla miseria dei 300 milioni di euro che tutti sanno essere appena sufficienti per dieci euro di aumento effettivo al mese.
Ma altre misure sono all’orizzonte come una ulteriore restrizione del diritto di sciopero e normative penalizzanti per permessi e malattie brevi.
Ma cosa vogliamo noi? Siamo capaci di avanzare proposte che accompagnino una mobilitazione duratura ed efficace?
Le risposte ad oggi sono solo negative a confermare la incapacità di costruire un movimento a difesa del pubblico che necessiterebbe di un piano straordinario di assunzioni. di non aumentare l’orario di servizio, di ridurre il numero dei dirigenti che incidono non poco sulla spesa complessiva per accordare aumenti contrattuali almeno pari ai fatidici 80 euro per una cifra complessiva di 3 miliardi di euro, ben piu’ dei 300 milioni inizialmente stanziati.
La esperienza intrapresa da Pubblico impiego in Movimento, tra novembre 2015 l’inizio della primavera scorsa, sembrava avere smosso le acque stagnanti e putride in cui si dibatte la contrattazione nel pubblico, un tentativo di mettere insieme e in rete esperienze di base, di rsu, di semplici lavoratori e lavoratrici.
Questa esperienza si è scontrata con i limiti storici del sindacalismo di base e della sinistra sindacale, con la difficoltà a superare divisioni e steccati per mettere in campo una azione più incisiva da cui ciascuna realtà trarrebbe per altro giovamento.
Ora vogliamo riprovarci perché se non costruiamo una risposta adeguata anche le esperienze oggi esistenti del sindacalismo di base soccomberanno davanti ad una iniziativa che mira a cancellare migliaia di posti di lavoro, a esternalizzare servizi, a indebolire il potere di acquisto e di contrattazione.
Per costruire una iniziativa unitaria e rispondente ai bisogni reali dei lavoratori e delle lavoratrici serve chiarezza di intenti, per questo convochiamo una assemblea per il 22 settembre 2016 a Milano.
Il nostro scopo è provare a costruire una mobilitazione nei luoghi di lavoro per resistere alla barbarie che incombe in materia di lavoro e diritti.
Riunione di coordinamento
giovedì 22 settembre 2016 ore 14 – Sala riunioni Rsu
Stazione di Milano Centrale, binario 21, scala E, Quarto piano