Comunicato dell’FlmUniti CUB Campania, 22 giugno 2016
Il 10 giugno 2016 è stato siglato un nuovo accordo tra Fiat e Fim, Fiom, Uilm, Fismic, che prevede il ricorso ad un ulteriore anno di solidarietà per la logistica di Nola e per lo stabilimento di Pomigliano.
La Fiat per Pomigliano dichiara un esubero di 1146 lavoratori e saranno coinvolti 3241 addetti, ciò dimostra che a differenza della precedente cds, coinvolge anche i lavoratori addetti al montaggio della panda, è evidente che il piano Fiat per ricollocare tutti gli addetti è fallito.
Mentre per il Polo Logistico di Nola viene dichiarato un esubero di 143 addetti su un numero complessivo di lavoratori pari a 280, oltre la metà sono esuberi.
Nessuna garanzia viene richiesta dalle O.S. a tutela dei lavoratori circa il futuro occupazionale a termine della solidarietà, tantomeno viene rivendicato un vero piano industriale capace di rendere pienamente produttivi i siti industriali presenti sul territorio.
Cosa cambia con il ricorso al secondo anno di solidarietà?
Con il decreto legislativo n.148/2015, in vigore dal 24 settembre 2015, voluto da Renzi, vengono riformati gli ammortizzatori sociali, ossia tali ammortizzatori vengono equiparati sia riguardo l’integrazione salariale, sia ai fini della maturazione di tutti gli istituti (ferie, par, contributi), (per maturare ferie e par bisogna superare il 50% delle giornate lavorative in un mese), stabilendo una durata massima di 24 mesi di CDS per un massimo di 36 mesi sommandolo con CIGO o CiGS, nel quinquennio mobile, (circolare INPS n° 197, “Per controllare il limite anzidetto nell’ambito del quinquennio “mobile” si considererà la prima settimana oggetto di richiesta di prestazione e, a ritroso, si valuteranno le 259 settimane precedenti – cosiddetto quinquennio mobile). Se in tale arco temporale saranno già state autorizzate 104 settimane (pari cioè a 24 mesi) non potrà essere riconosciuto il trattamento richiesto”).
Nonostante sappiano la fine lavorativa di migliaia di lavoratori.
Si continua con una politica di subalternità alle volontà padronali tutto a discapito dei lavoratori e della produzione in Italia.
Nulla è stato chiesto da parte dei firmatari a garanzia occupazionale, né tantomeno hanno osato rivendicare un vero piano industriale, nonostante per questi lavoratori sia il secondo e ultimo anno di solidarietà.
E diventato strutturale per l’azienda in questi anni il ricorso agli ammortizzatori sociali, e dal 2009 che la Fiat continua a usufruire ininterrottamente di soldi pubblici per mantenere le aziende in Italia, come se il piano industriale fosse esclusivamente quello di farsi retribuire le maestranze dallo stato fin che dura e poi liberarsene senza indugi.
Tutti sostengono di voler contribuire al mantenimento dei posti di lavoro, allora perché non rivendicare una politica diversa? Oggi attraverso gli ammortizzatori sociali nei fatti l’azienda usufruisce di una riduzione dell’orario di lavoro ma a suo favore: perché non rivendicare una vera riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore per tutti a parità di salario e la differenza dell’orario la paga lo stato, in questo modo i soldi vanno hai lavoratori e non all’azienda, si crea occupazione per tutti e si costringe l’azienda ad una scelta coraggiosa e chiara!
E OSANO RIVENDICARLO COME UNA VITTORIA….