Sevel di Atessa: Slai Cobas e Usb denunciano ritorsioni verso chi si oppone a straordinari e riduzione pause

Sevel Slai UsbLa denuncia di Slai Cobas e Usb: “In Sevel azzerati i diritti”

La Sevel, nonostante i buoni risultati produttivi, non è l’isola felice che si vuol far credere. A denunciare episodi di ritorsioni, ricatti e velate minacce sono i rappresentanti dei coordinamenti provinciali Slai Cobas e Usb riuniti oggi, assieme ad alcuni lavoratori, in una conferenza stampa per illustrare le condizioni dei dipendenti e rappresentanti sindacali all’interno dello stabilimento.

“Per meglio organizzare e applicare i continui aumenti del lavoro, celare anomalie strutturali, lavori insicuri e ricatti nei confronti dei lavoratori – spiegano Giordano Spoltore, Paolo Spinelli, Romeo Pasquarelli e Gianluca Pellicciaro – l’unico sistema ritenuto valido è quello dell’illegalità nell’intimidire e dividere i lavoratori che si ribellano a tali condizioni e soprusi”.

In particolare Slai Cobas e Usb hanno raccontato l’episodio di aver trasferito 13 lavoratori da un turno all’altro senza alcun preavviso. Il cambio turno è previsto dal contratto aziendale, ma, spiegano i rappresentanti sindacali, “questa decisione è arrivata a seguito della nostra azione di confronto e coesione nei confronti degli altri lavoratori con cui eravamo riusciti a creare un gruppo. La strategia è sempre quella, intimidire e dividere”.

A rendere più precarie le condizioni dei lavoratori ci sarebbe anche l’introduzione della nuova metrica del lavoro con la riduzione di dieci minuti di pausa ad ogni turno. “Quei dieci minuti in meno – ribadiscono i sindacati – oltre a rendere più alti i ritmi lavorativi, impediscono anche ai lavoratori di incontrarsi, il che comporta una ulteriore disgregazione tra gli operai e una maggiore solitudine”.

E poi ci sarebbero le ritorsioni da parte dei capo Ute e dei gestori operativi come “cambi di turno improvvisi, negazione di permessi e di ferie, lettere di contestazione, postazioni punitive di lavoro create ad hoc”. “In questo modo in Sevel si mette in atto una vera e propria discriminazione dei lavoratori e di alcune organizzazioni sindacali, come ad esempio Slai Cobas e Usb – proseguono i sindacati – che non sono ammessi a partecipare alle commissioni per la verifica delle postazioni”.

I sindacati, oltre ad aver recuperato della documentazione che testerebbe il ricorso dell’azienda a piccole ritorsioni, che sarà sottoposta alla magistratura, hanno annunciato di proseguire lo sciopero per il taglio dei dieci minuti di pausa e anche per le giornate di lavoro straordinario indette dalla direzione Sevel.

di Daria De Laurentiis per Lanciano24.it del  18 febbraio 2016