Articolo di Monica Autunno, da www.ilgiorno.it
Melzo (Milano), 31 dicembre 2015
Cambia l’appalto in mensa, orari e stipendi decurtati e un “aut aut” delle feste: prendere o lasciare. Scendono sul piede di guerra i 67 addetti del servizio pasti dell’Azienda ospedaliera di Melegnano, che per tutta la giornata di ieri hanno protestato davanti ai presidi di Melzo e Melegnano. C’è stato anche un inutile tentativo di trattativa, seguito dall’ipotesi di un’occupazione permanente d’inizio anno e lo spettro di un’agitazione che si ripercuota sul servizio ai degenti. “Inaudita”, per sindacati e lavoratori, la modalità con cui si sta consumando il cambio appalto del servizio mensa aziendale, passato, dopo 14 anni, dalla società Pellegrini al colosso Dussmann Service. La nuova società si è aggiudicata, per i prossimi sette anni, l’intero pacchetto: cucina, preparazione pasti e somministrazione ai degenti.
Con il nuovo appalto, la Dussmann si è presa in carico anche i 67 addetti mensa, ripartiti per numero di posti letto negli ospedali di Melegnano, Melzo, Cassano, Vaprio d’Adda, Cernusco sul Naviglio e Gorgonzola. La gara che risale alle scorse settimane, è stata assegnata attraverso un’offerta al massimo ribasso e, subito dopo, la sorpresa. “L’azienda ha subito dichiarato che il numero dei lavoratori e le ore di servizio sono in eccesso”, spiegano gli addetti mensa, che ieri mattina hanno pattugliato per un’ora l’ingresso del Santa Maria delle Stelle, distribuendo volantini, e nel pomeriggio hanno replicato a Melegnano. “Nei contratti sono previsti tagli di ore in numero variabile – continuano – e decurtazioni in busta paga che vanno dal 20 al 40%”. Il taglio non riguarda i cuochi, ma l’intera compagine del personale che prepara e somministra i pasti in corsia e nelle mense dipendenti. E i numeri parlano da soli. Nel solo ospedale di Melzo, ogni giorno vengono preparati oltre 90 pasti in corsia e più di 140 nei locali mensa del personale ospedaliero. La mannaia si abbatterà su tutte le categorie e le più penalizzate saranno donne, con un accanimento particolare sulle dietiste.
“Novità inaccettabili, somministrate in modo inqualificabile – dice la rappresentante dei dipendenti, Isa De Pascale -. Alcuni di noi hanno ricevuto un telegramma di convocazione a Melegnano per la firma, nel giro di poche ore, del nuovo contratto. O dentro, o fuori. Una nostra collega si è sentita male e ha dovuto essere medicata in pronto soccorso”. Al presidio, anche i referenti Filcams Cgil, Anna Vimercati e Giorgio Ortolani: “I lavoratori sono sotto ricatto: se non accettano le nuove condizioni, rischiano di vedersi sostituiti da interinali. La nostra richiesta è una sola: il rispetto del contratto nazionale e la garanzia che questo cambio appalto non si trasformi in un bagno di sangue”. Sulle barricate anche il Sial Cobas: “Abbiamo convocato i lavoratori – dice il referente, Tonino Vetrano – e rimaniamo all’erta. La gara d’appalto è stata aggiudicata a prezzo bassissimo, tanto che alla società sono state chiesti due volte giustificazioni e chiarimenti. Si aprono problemi gravissimi anche per la qualità del servizio, che va garantita”.