Il Sial Cobas aderisce allo sciopero della scuola del 13 novembre

Sial_logo_okLa giornata del 13 Novembre rappresenta  il primo momento di mobilitazione importante di questo autunno contro le politiche del governo Renzi.

Scendono in piazza i lavoratori della Scuola, i precari e gli studenti contro l’inganno della “buona Scuola” del Presidente del Consiglio.

Sono in piazza, insieme, contro un progetto governativo di definitiva aziendalizzazione della scuola, che ne mina le caratteristiche pubbliche, universali e  socialmente inclusive.

Studenti, precari e insegnanti manifestano contro la logica delle “valutazioni” infinite, contro il preside padrone, contro il ricatto a cui si devono sottoporre i precari accettando la lotteria dei posti messi a disposizione dalla “buona scuola” di Renzi che impone una specie di “mobilità obbligatoria” sull’intero territorio nazionale.

Infine, si manifesta contro i tagli costanti e ripetuti alla spesa pubblica per l’istruzione a fronte di un sostegno crescente all’universo confessionale e aziendale delle scuole private.

Le ragioni di chi oggi scende in piazza sono quelle che portano il Sial Cobas a sostenere questa giornata di mobilitazione.

Con l’impegno a parteciparvi  nella speranza che costituisca la prima di una serie di giornate di lotta contro questo governo, le sue politiche, le sue scelte di sostegno alle esigenze padronali e Confindustriali.

Dopo la scuola, deve mobilitarsi il pubblico impiego, insieme ai lavoratori dell’industria, dei servizi e dei trasporti.

Occorre rimettere al centro dello scontro con i padroni e il governo alcuni semplici contenuti che rispondano alle esigenze dell’insieme delle classi popolari: la riduzione d’orario a parità di salario per difendere l’occupazione, un reddito sociale incondizionato per contrastare la precarietà, un salario minimo intercategoriale contro la “messa in concorrenza” tra loro di lavoratori e disoccupati, la ripresa di investimenti pubblici su scuola, servizi sociali, trasporti e mobilità sostenibile, un grande piano per la riconversione ecologica delle attività produttive, contro lo Sblocca Italia, le trivelle e le grandi opere, contro l’esportazione ovunque del modello Expo, devastante per i territori e per le relazioni sociali, a partire dai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.

Occorre connettere le nostre mobilitazioni in Italia a quelle che si stanno sviluppando in Europa contro le politiche di austerità imposte dalla Troika (Banca Europea, Fmi, Unione Europea) a tutti i popoli di  questo continente; politiche  che si accompagnano alla chiusura delle frontiere nei confronti migranti e rifugiati. Per questo la giornata del 13 novembre può costituire un “ponte” verso le mobilitazioni sulla “giustizia climatica”, contro il vertice dei potenti della Terra che si riunirà a dicembre a Parigi ( Cop 21), e che vedranno insieme ecologisti, ambientalisti, lavoratori, giovani, donne e migranti a rivendicare un futuro più giusto e possibile.