Il No Expo Pride apre il corteo con la solidarietà ai migranti

no expo pride rettE’ partito da Stazione Centrale il corteo del No Expo Pride, la rete di collettivi femministi, LGBIT (Lesbiche, Gay, Bisex, Intersex Trans) e Queer, che sabato 20 ha sfilato per opporsi all’Expo 2015 per la sua strategia di pinkwashing, ovvero  un utilizzo strumentale della questione dei diritti di donne e soggetti LGBIT per nascondere il suo lato oscuro fatto di debito, cementificazione, multinazionali e precarietà.

La manifestazione ha avuto inizio con un appello alla solidarietà alle migliaia di migranti e rifugiati/e che in queste settimane sono arrivati/e a Milano e sono costretti a restare, in condizioni di grande difficoltà, in Stazione Centrale o in centri di emergenza malgestiti dall’amminstrazione comunale e osteggiati dalla Regione Lombardia di Maroni.

È simbolico che nella città dell’Expo, nel luogo che dovrebbe fare dell’accesso al cibo il proprio tema portante, accada tutto questo. Le multinazionali della soia transgenica e del cibo spazzatura, lo sfruttamento dei terreni e delle persone sono la colonna portante di Expo e i migranti sono solo un fastidio da nascondere e respingere.
Noi scegliamo oggi come tutti i giorni da che parte stare. Lo affermiamo con le nostre pratiche, con la diversità dei nostri corpi e dei nostri pensieri, con le nostre biografie imperfette”.

Una raccolta fondi denominata LGSM, (Lesbiche e Gay supportano i/le Migranti) ha ricordato l’omonima sigla con cui negli anni ’80 un’organizzazione di Gay e Lesbiche diede vita ad una campagna di sostegno politico ed economico ai minatori britannici in sciopero contro il governo Tatcher (Lesbian and Gays Support the Miners).

Video del corteo dalla TV de Il Fatto Quotidiano.