Il 25 Aprile non è solo una data da ricordare, tantomeno una ricorrenza da museo: è un’eredità da raccogliere.
In questo giorno si celebra la Liberazione dal nazifascismo, ma anche la forza collettiva di chi ha scelto di ribellarsi, armato di coraggio, speranza e dignità.
A 80 anni da quella vittoria, la Resistenza continua a parlarci attraverso le voci delle partigiane e dei partigiani, attraverso i gesti quotidiani di chi si oppone all’autoritarismo e allo sfruttamento. Difendere la memoria della Resistenza significa stare dalla parte di chi oggi lotta contro il capitalismo, il patriarcato, il razzismo, il militarismo. Celebrare il 25 Aprile significa schierarsi con chi lotta per la libertà, l’uguaglianza e la giustizia sociale, qui e ora.
Tra i progetti divulgativi in avvicinamento al 25 aprile, segnaliamo “Pillole di memoria. Brevi storie di Resistenza” a cura della Commissione scuola ANPI “Dolores Abbiati” di Brescia.
Nato nella primavera del 2020, in pieno lockdown, il progetto è stato pensato per onorare la Liberazione anche in un momento in cui la didattica a distanza rendeva impossibili le celebrazioni collettive. A cinque anni di distanza, quel materiale non solo mantiene intatto il suo significato, ma acquista ancora più valore, in un contesto in cui la libertà di espressione e il diritto al dissenso sono sempre più minacciati.
Le “Pillole” sono pensate sia per piccoli che per grandi: l’esercizio della Memoria non ha età e, spesso, sono proprio gli adulti a dimenticarsene. Sono corredate di un apparato didattico (lettura e ascolto), funzionale ad esempio a fornire agli insegnanti degli spunti per il lavoro in classe, e video interviste.
Per citarne alcune: la storia di “Mimma” dal basco rosso (si guarda QUI), partigiana di Vercelli organizzatrice dello sciopero delle donne in fabbrica del maggio ’44; Marisa, giovane staffetta dei Gap (si guarda QUI), cui era stata affidata la distribuzione delle armi, uccisa dopo continue, pesantissime torture; Rosi Romelli, la più giovane partigiana d’Italia (si guarda QUI), a quattordici anni raggiunge, con la madre, il padre, comandante della 54a Brigata Garibaldi, e ne condivide i rischi e le torture; Ancilla Marighetto, giovane staffetta “armata” (si ascolta QUI), che resta fino alla fine col suo gruppo in alta montagna, uccisa sulla neve, medaglia d’oro alla memoria; Elsa Pelizzari, patriota e partigiana (si guarda QUI), che fa della dissimulazione l’arma per combattere il fascismo.
Sono state realizzate anche cinque “Pillole” in inglese da madrelingua: “Alfredo’s Holy Orders” (dedicata al partigiano Alfredo Schiavi); “Partisan «Eleven»” (Luciano Domenico); “The Ten of the Chestnut Woods” (I dieci del bosco delle castagne), “I must not speak!” (“Non devo parlare!”, Umbertina Smerieri) e “Brescia, late June 1944” (Brescia, fine giugno 1944, Due fratelli, resistenti disarmati).
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Il 25 Aprile si pratica ogni giorno: nei luoghi di lavoro, nelle piazze, nelle scuole.