Strage di Suviana, un anno dopo. Famigliari vittime: Vogliamo verità, a partire dalla valutazione del Dvr

Sette morti, sei feriti e nessuna giustizia. A un anno dalla strage di Suviana, avvenuta il 9 aprile 2024 alla centrale idroelettrica dell’impianto Enel Green Power di Bargi, nel Bolognese, i famigliari delle vittime chiedono “verità in tempi ragionevoli”, a partire dalla valutazione critica del Dvr, il Documento di valutazione del rischio. Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Vito Totire, medico del lavoro e portavoce Rete nazionale lavoro sicuro.

9 aprile 2025, Anniversario della (seconda*) strage di Suviana: VOGLIAMO LA VERITA’ IN TEMPI RAGIONEVOLI A PARTIRE DALLA VALUTAZIONE CRITICA DEL DVR (documento di valutazione del rischio) anche e soprattutto per rendere onore alle vittime


La sorella di uno dei morti nella strage di Suviana, Alessandro D’Andrea, ha paventato il rischio che la “colpa” dell’evento venga attribuita ai lavoratori; questo timore è indice dello stato di grave confusione e lacunosità delle politiche di prevenzione in Italia; la evocazione del cosiddetto “errore umano” è una delle strategie storicamente utilizzate per occultare le vere responsabilità sia per gli eventi acuti lesivi e mortali sia persino per le malattie professionali (in questo caso il cosiddetto “errore umano” prende la forma della condotta “voluttuaria” che sarebbe il tabagismo o l’uso di alcool); troppo spesso la ricerca di un impossibile “errore umano” è stato usato per mistificare la vera natura di “strage colposa” di eventi analoghi; le sentenze della magistratura sui fatti più gravi si sono spesso e solo avvicinate alla verità ma sono state “annacquate” altrettanto spesso da prescrizioni e concessioni, non condivisibili, di “attenuanti” prive di fondamento ; anche per la strage ferroviaria di Crevalcore (abbiamo appena commemorato il ventennale il 7 gennaio 2025) qualcuno ha fatto riferimento al suddetto “errore umano” come se l’uomo fosse una macchina o un robot ben collaudato che possa riuscire a vedere anche attraverso una fittissima nebbia; per tornare alla strage di Suviana : dal 26 maggio 2022, il giorno in cui è nata a Modena la RETE NAZIONALE LAVORO SICURO, abbiamo suggerito di evitare l’uso del termine “infortunio”; questo termine in lingua italiana (fin dai tempi di Cecco Angiolieri) significa “mancanza di fortuna”; ma le stragi sul lavoro a cui abbiamo assistito negli ultimi decenni (non solo in Italia ma in tutto il mondo, ultima in senso cronologico quella con 5 minatori morti in una miniera di carbone nelle Asturie**) con la mancanza di fortuna non hanno nulla a che fare; a monte di ogni strage e di ogni singolo omicidio sul lavoro c’è un DVR inadeguato e lacunoso o un DVR esaustivo ma “rimasto nel cassetto”; quasi nulla è stato detto sul DVR della centrale termoelettrica di Bargi; ancora meno si è parlato dei “rischi da interferenza”; certamente il DVR non è in nostro possesso ma altrettanto certamente è stato acquisito dalla procura della repubblica di Bologna; ma come mai “non se ne parla”? come mai non abbiamo dichiarazioni da parte del datore di lavoro (dei datori di lavoro, occorre usare il plurale visto il sistema di appalti e subappalti), degli rrllss (rappresentanti dei lavoratori di sicurezza) , del responsabile del servizio di prevenzione e protezione? SEGRETO ISTRUTTORIO? Può darsi; la questione generale è fin troppo chiara da ben prima della instaurazione dell’obbligo di redigere il DVR (obbligo formalmente nato col decreto 626/1994 mentre l’obbligo sostanziale di informare i lavoratori esiste “da sempre” a partire dal codice civile , dal dpr 303/1956 e dal dpr 547/1955); diversi decenni fa il giudice torinese Guariniello commentava, anche nei corsi di formazione per imprenditori, una nitida sentenza di Cassazione che respingeva le attenuanti secondo cui un datore di lavoro “non poteva sapere” che un areosol di polvere di alluminio può innescare una esplosione ; la corte sentenziò che la misconoscenza del rischio da parte del datore di lavoro non costituiva attenuante pur trattandosi, nel caso in esame, di un “piccolo imprenditore artigiano” con relative limitate disponibilità finanziarie; non è il caso di Suviana come non è stato il caso di tutte le atre stragi che hanno insanguinato l’Italia dalla Tyssenkrupp in poi fino alla ultima dell’ENI di Calenzano (la sequenza è drammaticamente nota a tutti); il 13 marzo 2025 a Bertinoro abbiamo commemorato l’anniversario della strage della Mecnavi del 1987 ed abbiamo ricordato che un attimo prima del via libera all’uso della fiamma ossidrica l’ambiente era stato dichiarato “gas free” sulla scorta di una valutazione tecnica di un perito incaricato dal datore di lavoro; purtroppo abbiamo dovuto constatare in questi decenni che la delega acritica della valutazione del rischio al datore di lavoro, e ai tecnici di sua fiducia, è sempre foriera di danni alla salute dei lavoratori e spesso foriera addirittura di morte e di strage; la vicenda del lago di Suviana induce ulteriori riflessioni e conferme; a un anno dalla strage nonostante le indagini giudiziarie “si brancola nel buio” in quanto a valutazione sulle cause dell’evento anche se , nell’immediato, si è accennato ad alcune ipotesi ; quello della centrale di Bargi è stato un evento forse più complesso di tutte le altre stragi degli ultimi trenta anni; nessuno preme perché si arrivi agli avvisi di garanzia e all’accertamento dei fatti per ansia di “giustizialismo”; la questione fondamentale che ci lascia perplessi è che pare ruotare tutto, in quanto ad accertamento della dinamica, sul ritrovamento delle scatole nere e/o di altra strumentazione a cui si arriverà quando i piani sotterranei oltre il -5 saranno prosciugati; ovviamente nessun nega che le “scatole nere” (lo vediamo in particolare per gli eventi connessi agli eventi stradali) siano molto importanti ma riteniamo che un DVR veramente esaustivo:

1) anzitutto avrebbe indicato le contromisure utili per evitare l’evento


2) in caso di defaillance, ad onta della sua esaustività “sulla carta”, un DVR
esaustivo avrebbe, da subito, indicato la ipotesi più probabile, se non certa, delle
cause dell’evento.

In altri termini: quel che è accaduto era davvero imprevedibile? È se era invece prevedibile quale anello delle misure di prevenzione è saltato? (sottovalutazione di fattori di rischio, mancata o inadeguata manutenzione, mancato funzionamento delle valvole che bloccano il travaso di acqua dal sovrastante lago del Brasimone e che dovrebbero funzionare anche in caso di mancanza di energia elettrica, mancata attuazione di azioni di miglioramento eventualmente individuate ma “rimandate” nel tempo per i diversi motivi che materialmente possono impedire la adozione di misure più rigorose come è accaduto per esempio alla Tyssenkrupp di Torino, altro ancora…) ; fonti attendibili riferiscono di una rilevante o comunque possibile analogia tra l’evento di Suviana ed un evento accaduto il 17 agosto 2009 alla centrale di Sajano-Shusenskaja in Russia che causò 75 morti ; lo studio di questo evento avrebbe fornito elementi utili per un DVR più completo alla centrale idroelettrica di Bargi? Il sindaco di Camugnano lamenta la perdita di 40.000 euro annui per mancato pagamento di canoni; certo in un paese civile un governo in carica avrebbe solidarizzato anche in termini economici con una comunità locale duramente colpita, anche psicologicamente, da un simile disastro ambientale ma, alla fin fine, SE PERCEPIAMO LE PAGLIUZZE NELL’OCCHIO NON POSSIAMO NON SENTIRE LA TRAVE E LA TRAVE E’ CHE GLI INTERVENTI DEL “GIORNO DOPO” SONO INEVITABILMENTE TARDIVI ; QUANTE VOLTE SI E’ GRIDATO, INUTILMENTE, “MAI PIU’” per POI TORNARE A GRIDARLO NUOVAMENTE DOPO QUALCHE SETTIMANA FINO A RENDERSI CONTO CHE ERA PREFERIBILE IL SILENZIO MA PER ABBANDONARE GLI SLOGANS E RIMBOCCARSI VERAMENTE LE MANICHE?

OCCORREVA CHE LE ISTITUZIONI, COMPRESO IL SINDACO NELLA VESTE DI AUTORITA’ SANITARIA LOCALE, COMPRESI I “SINDACATI DEI LAVORATORI” SI ALLERTASSERO “Il GIORNO PRIMA” SOTTOPONENDO A VALUTAZIONE CRITICA QUEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO

INVOCARE PIU’ CONTROLLI E’ GIUSTO, SACROSANTO E’ AUSPICARE LA INTRODUZIONE DELLA FATTISPECE DI REATO DI “OMICIDIO SUL LAVORO” MA I LAVORATORI NON DEVONO ESSERE TRATTATI COME SOGGETTI VIGILATI PASSIVAMENTE MAGARI COL RICONOSCIMENTO FACCIALE E CON LA INTELLIGENZA ARTIFICIALE , STRUMENTI SPACCIATI PER FORIERI DI SICUREZZA E INVECE FINALIZZATI A “CONTROLLARE” I LAVORATORI IN MANIERA FISCALE TOGLIENDO LORO POTERE, AUTONOMIA E CAPACITA’ DI AUTODIFESA I LAVORATORI DEVONO OVUNQUE CONVOCARE ASSEMBLEE DI GRUPPO OPERAIO OMOGENEO ED EFFETTUARE LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO CON IL SUPPORTO DI TECNICI DI LORO FIDUCIA DEI SERVIZI PUBBLICI DI PREVENZIONE E OPERARE INSIEME AD ESSI CON IL METODO DEL RISPETTO DELLA SOGGETTIVITA’ OPERAIA, DELLA NON DELEGA E DELLA VALIDAZIONE CONSENSUALE SOLO QUESTA STRATEGIA, SPOSTANDO I RAPPORTI DI FORZA A FAVORE DEI LAVORATORI, COSTITUIRA’ UNA BARRIERA EFFICACE PER LA PREVENZIONE DI NUOVE STRAGI, MORTI E MALATTIE PROFESSIONALI.

E non lo diciamo solo per la centrale di Bargi, lo diciamo in generale e per CAMUGNANO CI RIFERIAMO IN PARTICOLARE ALLA CATTEDRALE NEL DESERTO DELL’EX PEC DEL BRASIMONE DOVE UN CONSORZIO PUBBLICO/PRIVATO STA “STUDIANDO” LA IMPOSSIBILE STRATEGIA DELLA FUSIONE NUCLEARE MA STA CERCANDO PERSINO DI RIABILITARE LA FISSIONE SOSTITUENDO, PER IL RAFFREDDAMENTO, IL PIOMBO ALL’ACQUA! Nel migliore dei casi si sprecheranno ingenti risorse economiche (basti ricordare i progetti al plutonio del passato) nel peggiore dei casi si causeranno ulteriori disastri (con l’inattendibile progetto della fusione)
COME FORMA DI SOLIDARIETA’ CON LE VITTIME E I LORO FAMILIARI FACCIAMO UN APPELLO: costituiamo un comitato per la verità sulla strage di Suviana!

Vito Totire, medico del lavoro, portavoce RETE NAZIONALE LAVORO SICURO via
Polese 30 40122 Bologna

Bologna, 7.4.2025

(*) Non abbiamo trovato notizie circostanziate ma secondo il quotidiano LA STAMPA (10.4.2024) nel corso della costruzione della diga, un secolo fa, ci furono 13 morti travolti da frane; (**) Operai morti nelle Asturie