Noi, lavoratori della Piaggio riteniamo necessario anche per iscritto prendere una posizione pubblica in merito alla situazione sanitaria e umanitaria nella Striscia di Gaza e nei Territori Palestinesi Occupati.
Il sistematico e quotidiano massacro dei civili palestinesi a Gaza da parte del governo israeliano è stato una tale concentrazione di ferocia e di brutalità da rendere spesso insostenibile fissare l’orrore.
Ma è necessario chiedersi, perchè questo sia potuto accadere impunemente davanti agli occhi del mondo. È necessario capire quali siano le condizioni che possano non solo porre termine alla carneficina, per il momento sospesa, ma anche creare le condizioni per una reale soluzione della questione palestinese, nell’interesse e nell’autodeterminazione del popolo palestinese.
Da decenni, i palestinesi che abitano i territori occupati sottostanno ad un aperto regime di apartheid imposto da Israele, fondato su segregazione etnica, notevoli limitazioni della libertà di movimento e del diritto di voto, continui espropri di territori ed abitazioni, ed uso sistematico della violenza. La condotta di Israele è stata più volte condannata dagli organi delle Nazioni Unite (risoluzioni 446, 465 e 2334 del Consiglio di Sicurezza; risoluzioni 77/247 ed ES-10/23 dell’Assemblea Generale; et cetera), senza conseguenze pratiche. Quello che è accaduto da due anni a questa parte è perciò da un lato in assoluta continuità con tale condotta, dall’altro ha portato le violenze ad un livello mai visto in precedenza.
Oltre 60mila i palestinesi uccisi nella Striscia come conseguenza diretta degli attacchi dell’esercito israeliani. Almeno 90mila, aggiungendo le morti per fame, sete, freddo, malattie, distruzione del servizi sanitario, ecc… e tra questi morti, il 70 e l’80%, sono donne, anziani, bambini. In particolare, non meno 50.000 bambini sono stati uccisi o feriti nella Striscia di Gaza tra ottobre 2023 e settembre 2025.
La portata e l’efferatezza di questo genocidio in diretta si ripercuoteranno per generazioni sui palestinesi che sopravviveranno. La storia dell’umanità è macchiata, di nuovo, in maniera indelebile.
Soltanto l’isolamento internazionale del governo di Israele è il presupposto per la fine dell’apartheid, della negazione dei diritti dei palestinesi, della violenza sistematica e di quello che è un progettato allontanamento dei palestinesi dalla loro terra.
Bisogna però aver chiaro che non bisogna aspettarsi nessuna iniziativa autonoma in tal senso dai propri attuali governi: le dichiarazioni criminali degli esponenti politici israeliani, la ricerca continua ed affannosa di miserabili tesi giustificazioniste dell’orrore degli ultimi due anni da parte di una fiumana di servi degli americani, a cominciare dal governo italiano e da tutti i governi europei, sono facce di una stessa medaglia.
Siamo convinti che questo isolamento possa, invece, essere solo il risultato delle prese di posizione e dello schieramento chiaro e netto dei lavoratori dei Paesi i cui governi, continuando come se nulla fosse i rapporti commerciali e diplomatici con lo Stato di Israele – compreso il rifornimento di armi – di fatto sostengono i piani del governo israeliano. Siamo convinti che solo i lavoratori, che sono il fondamento e la base della società, abbiano il reale interesse e la forza di imporre la fine della segregazione razziale dei palestinesi e di impedire l’orrore degli ultimi due anni.
Crediamo perciò fondamentale che nei posti di lavoro maturino sempre più chiaramente la consapevolezza dell’insostenibilità dell’attuale situazione e il rifiuto di tollerarla in silenzio. Si stringano rapporti e contatti. Ma sappiamo anche che ciò è possibile solo se si sente fino in fondo il destino dei palestinesi come il proprio destino. Si intenda che nessuno è al sicuro.
Come lavoratori Piaggio chiediamo che la Piaggio interrompa ogni rapporto commerciale con lo Stato di Israele, perchè:
• oggi, anche semplici rapporti commerciali rappresentano ormai complicità aperta all’oppressione e alla violenza quotidiana nei confronti dei palestinesi
• non vogliamo che il prodotto del nostro lavoro sia utilizzato da uno stato il cui governo fa dell’apartheid la propria regola di vita
Documento sottoscritto da 330 lavoratori Piaggio e Centro ricambi Piaggio.
