Olimpiadi invernali e l’acqua in tempi di crisi climatica

Mancano meno di due mesi all’inaugurazione delle Olimpiadi Milano Cortina 2026. Questo ’grande evento’ cosa significa, in termini di ricadute sulle terre montane, i territori, le città, nel pieno di una crisi climatica che tutti i poteri istituzionali sembrano ignorare? Le ricadute sono sociali, ambientali, economiche (altro che‘ a costo zero” come ci avevano detto, l’esborso di denaro pubblico lievita di giorno in giorno per centinaia di milioni).

Olimpiadi invernali e l’acqua

Intervento di Erica Rodari (Comitato Acqua Milano) 29-11-2025

Alla: Assemblea pubblica verso le giornate di contestazione alle insostenibili Olimpiadi | 29 novembre | ore 10:30 | Università Statale di Milano

Quello che significano oggi le Olimpiadi invernali in tempi di crisi climatica, in termini di ricadute sulle terre montane, i territori, le città, è già stato benissimo illustrato. Io voglio solo in particolare focalizzare il problema acqua.

Nevica sempre meno e quindi aumenta la costruzione di bacini per l’innevamento artificiale. Si arriva anche a prelevare neve dalle altissime quote con gli elicotteri o a trasportarla da una pista all’altra con i camion. 

I bacini artificiali per l’innevamento, cementificazione e uso improprio dell’acqua, in Italia sono 158 per 1.800.000 mq. E altri sono in costruzione: 22 in Lombardia, 22 in Piemonte, 9 in Veneto e nel Trentino 60. Si fa questo invece di diffondere la consapevolezza che bisogna cambiare strada perché questo modello è insostenibile e puntare invece sulla riconversione del turismo invernale: ci sono già stati casi, per esempio nel Friuli-Venezia Giulia, in cui gli Enti Locali hanno dovuto dichiarare l’impossibilità di continuare a fornire acqua a questi impianti perché bisogna dare ovviamente priorità alle utenze domestiche.

L’innevamento artificiale era una pratica usata solo come supporto eccezionale ma adesso è diventata una prassi costante, con altissimi costi energetici e gravi ricadute ambientali perché la neve artificiale è più compatta e pesante di quella naturale e soffoca il suolo, spesso poi viene coadiuvata con sale chimico perché duri di più peggiorando la situazione.

In tutto questo stiamo parlando di uno spreco colossale di acqua,

risorsa sempre più scarsa: 

per produrre due metricubi di neve occorre un metrocubo di acqua che significa mille litri così come significa migliaia di kw

Si sta fabbricando un inverno artificiale sul crinale di un disastro annunciato, ma al centro ci sono gli affari e le istituzioni pubbliche sono totalmente sorde.

Negli ultimi 150 anni la superficie dei ghiacciai si è ridotta del 60% e in modo sempre più veloce negli ultimi decenni con l’acuirsi della crisi climatica.

I ghiacciai rappresentano la più grande riserva di acqua dolce, alimentano falde, fiumi e laghi. La loro ritirata significa perdita delle risorse di acqua dolce che ci conservavano per l’estate e i periodi di siccità.

Le Olimpiadi ci avevano detto che dovevano garantire sostenibilità economica (e abbiamo sentito) e sostenibilità ambientale: invece enfatizzano la monocultura dello sci, diseducano rispetto dell’ambiente, allo stop consumo di suolo, sapendo che l’industria dello sci porta con sè urbanizzazione, infrastrutture, strade….

Anche Milano non sarà indenne dagli scempi che sono stati illustrati e per rimanere sull’acqua, anche lei sarà una vittima delle grandi opere di cementificazione e impermeabilizzazione del suolo che ne disturberanno il ciclo già sotto schiaffo per la crisi climatica.

Olimpiadi e acqua non vanno d’accordo,

ecco un motivo in più per dire che sono insostenibili.

Assemblea pubblica verso le giornate di contestazione alle insostenibili Olimpiadi | 29 novembre | ore 10:30 | Università Statale di Milano (leggi QUI)