Dai luoghi di lavoro parte un appello: fermare i massacri in Palestina significa isolare il Governo israeliano e rompere ogni complicità economica e politica. Di seguito il comunicato a firma della RSU Sial Cobas Piaggio-Ceva.
CONTRIBUIAMO A ISOLARE IL GOVERNO D’ISRAELE
Crescono le iniziative di sostegno e di solidarietà ai palestinesi, in Italia come in altri paesi europei. Eppure, ogni giorno continuiamo a ricevere, impotenti, notizie di una mattanza che sembra senza fine. Il sistematico e quotidiano massacro dei civili palestinesi da parte del governo israeliano è una concentrazione di ferocia e di brutalità talmente insostenibile che induce spesso a deviare lo sguardo.
Di fronte a questo orrore, la parola perde di forza e di efficacia. Ma è necessario capire perchè questo possa impunamente accadere. È necessario intendere quali sono le condizioni che possono porre termine alla carneficina Le dichiarazioni criminali degli esponenti politici israeliani, la ricerca continua ed affannosa di miserabili tesi giustificazioniste da parte di una fiumana di servi degli americani, a cominciare dal governo italiano e da tutti i governi europei, sono facce di una stessa medaglia.
Soltanto l’isolamento internazionale del governo di Israele è il prepupposto per la fine di quello che è un progettato sterminio. Isolamento che sarebbe anche un forrte e concreto sostegno alle mobilitazioni di una parte di israeliani che chiedono la fine dei massacri e che capiscono chiaramente come il loro governo li stia conducendo in un abisso senza via d’uscita. Che viene messo a rischio il loro stesso futuro.
Siamo convinti che questo isolamento possa essere solo il risultato delle prese di posizione e dello schieramento chiaro e netto dei lavoratori dei Paesi i cui governi, CONTINUANDO COME SE NULLA FOSSE I RAPPORTI COMMERCIALI E DIPLOMATICI CON LO STATO DI ISRAELE – compreso il rifornimento di armi – di fatto sostengono i piani del governo israeliano. Siamo convinti che solo i lavoratori, che sono il fondamento e la base della società, abbiano il reale interesse e la forza di imporre la fine dell’orrore.
Crediamo perciò fondamentale che nei posti di lavoro maturino sempre più chiaramente la consapevolezza dell’insostenibilità dell’attuale situazione e il rifiuto di tollerarla in silenzio. Si stringano rapporti e contatti. Ma sappiamo anche che ciò è possibile solo se si sente fino in fondo il destino dei palestinesi come il proprio destino. Si intenda che nessuno è al sicuro.
A questo scopo, nei prossimi giorni, come prima iniziativa, proporremo ai lavoratori di sottoscrivere un documento da far circolare poi negli altri posti di lavoro e, in particolare, nelle fabbriche, di vicinanza e di solidarietà al popolo palestinese, e contenente la richiesta che LA PIAGGIO INTERROMPA I RAPPORTI COMMERCIALI CON ISRAELE: non benefici del nostro lavoro uno stato che fa dell’assassinio e dell’apartheid la propria regola di vita.
RSU SIAL COBAS Piaggio-Ceva