Un caro saluto a Mattia che ci ha lasciato e condoglianze ai famigliari e colleghi

La scelta di chiudere la vita con un gesto definitivo e la decisione di farlo in azienda e non in luoghi di vita quotidiana si presta a diverse interpretazioni difficili da individuare precisamente. Eventuali responsabilità sono ancora più complicate da cercare. Tra le voci raccolte: “Mattia era sempre allegro e scherzoso” e altri consigli “complicazioni economiche, con la mamma, la compagna.. prova a sentire i medici” e molte altre. In azienda era un lavoratore e preposto che spesso aiutava altri colleghi. Nessuna lo riporterà in vita. Non è facile capire cosa fare da domani in poi. Quello che dobbiamo o possiamo provare a chiederci individualmente e collettivamente è se continuare così o cambiare qualcosa nella nostra vita individuale, famigliare, aziendale e sociale? La risposta migliore è cercare di trovare il modo e il tempo di cambiare in meglio e non accettare peggioramenti in nessun campo perché incidono negativamente sulla salute. Incide il clima che peggiora e l’inquinamento, ma anche le difficoltà economiche creano disagio e stress insieme ai problemi di salute individuali e dei congiunti.

Nelle aziende si può cercare, al di là della privacy, di trovare il tempo per conoscere meglio i problemi tra colleghi e aiutarsi, aiutarci? C’è la capacità di comprensione tra amici,  colleghi e superiori e risorse a disposizione come il medico di medicina generale, la sanità nelle sue vari servizi e specialità, compreso il servizio pubblico del CPS (Centro Psico Sociale; in Lombardia si chiama così) che è deputato a capire quali sono i problemi privati e sul lavoro e a produrre una eventuale relazione da portare a conoscenza del medico competente per “aiutarlo” a formulare limitazioni verso lo stress aziendale (ritmi, turni, rapporti interpersonali, disorganizzazioni, nocività varie, ecc.). Non esiste la bacchetta magica. La prevenzione si fa a tutti i livelli, a partire dal superamento di quelle difficoltà; e in questa società che va verso la guerra a discapito di sanità, scuola e servizi sociali, con ambiente sempre più degradato, senza una reazione collettiva che cambi lo stato delle cose, non è necessario fare l’uccello del malaugurio, ma si è destinati a vedere altri che crollano. Un nostro gesto di autodifesa è necessario e utile alla Tua/nostra salute e a quella di chi ci sta intorno, oltre che a quella del pianeta.

Come SIAL-Cobas possiamo fare qualcosa, come mettere a disposizione uno sportello salute e sicurezza.

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Non aspettare a cercare un aiuto! Per lavoratori e lavoratrici i CPS (Centri Psico-Sociali) possono essere un elemento essenziale: hanno come compito anche quello di individuare i problemi legati all’ambiente di lavoro (stress da lavoro correlato, carichi di lavoro, ecc). Al Medico competente una relazione del CPS vale più di quelle dello psicologo e/o psichiatra privato.

Qualche indicazione utile.

I Centri Psico-Sociali (CPS) della Lombardia sono punti di riferimento nella gestione della salute mentale: sono parte integrante del Servizio Sanitario Regionale, operano con una filosofia orientata alla comunità e forniscono assistenza a persone che presentano disturbi psichiatrici, con particolare attenzione a quelle situazioni di crisi o di maggiore fragilità. Rappresentano il perno dell’organizzazione territoriale dell’assistenza dei Servizi per lo tutela della salute mentale in quanto struttura di primo accesso e luogo di coordinamento dei programmi di cura. 

DOVE. In Lombardia sono attivi 91 CPS presso cui operano equipe multidisciplinari composte da psichiatri, psicologi, infermieri, assistenti sociali ed educatori. L’elenco dei CPS si trovano sul sito www.regione.lombardia.it alla voce “Salute e prevenzione – Servizi per la tutela della salute mentale”.

COME ACCEDERE. Per accedere ai servizi di tutela della salute mentale è necessario rivolgersi al Centro Psico-Sociale più prossimo. L’accesso è diretto (come avviene per il medico di base), non sono presenti costi aggiuntivi oltre al pagamento del ticket per i non esenti. I servizi sono operativi durante tutto il corso dell’anno. È possibile accedere al CPS tramite impegnativa del medico di medicina generale o di altri medici del SSN. Si consiglia di contattare direttamente le sedi dei servizi di interesse per verificare eventuali sospensioni delle attività in occasione di festività. L’elenco dei CPS si trovano sul sito www.regione.lombardia.it alla voce “Salute e prevenzione – Servizi per la tutela della salute mentale” (clicca QUI).

MODALITA’ D’INTERVENTO. Un aspetto distintivo dei CPS è il loro approccio personalizzato. Non si limitano a trattare i sintomi delle malattie mentali, ma si concentrano sul benessere globale della persona, cercando di migliorare le sue capacità relazionali e la sua integrazione sociale. Le attività proposte spaziano dalla terapia individuale e di gruppo, fino a laboratori di arte, sport e altre forme di espressione creativa, che favoriscono la socializzazione e l’autonomia. Inoltre, i CPS collaborano attivamente con altre istituzioni, come scuole, servizi sociali e associazioni, per creare una rete di sostegno che possa rispondere in modo efficace alle diverse esigenze degli utenti. Il coinvolgimento delle famiglie è un altro elemento chiave, poiché il supporto ai familiari è essenziale per una gestione efficace del disagio psicologico.

PREVENZIONE E STIGMA. I CPS sono impegnati nella prevenzione del disagio mentale anche attraverso campagne informative e programmi di sensibilizzazione: l’obiettivo è ridurre lo stigma associato alle malattie mentali e promuovere una cultura di inclusione e comprensione. La mancanza di conoscenza sui disturbi mentali porta a fraintendimenti e stereotipi negativi. Per motivi culturali e pregiudizi le persone spesso non comprendono la natura delle malattie mentali e possono vederle come segni di debolezza personale. Gli stessi media tendono a rappresentare le malattie mentali in modo sensazionalistico o errato, contribuendo a diffondere timori e pregiudizi. Stereotipi comuni, come l’idea che le persone con malattie mentali siano incapaci di lavorare o di gestire le relazioni, perpetuano la stigmatizzazione e la discriminazione, scoraggiando chi ha bisogno a chiedere aiuto a causa della paura di essere giudicati o emarginati dalla comunità.