“Infilarsi la tuta fa parte del lavoro”: il giudice riconosce 10 minuti e gli arretrati

“Infilarsi la tuta fa parte del lavoro”: il giudice riconosce 10 minuti e gli arretrati

I dipendenti di un supermercato vedono riconosciuto in tribunale il diritto e quindi il rimborso per gli anni passati

di Maria Rosa Di Termine, da La Nazione del 3 ottobre 2018

Si sono visti riconoscere da giudice la possibilità di indossare e togliere gli indumenti da lavoro durante l’orario di servizio. Trenta dipendenti del superstore della Unicoop Firenze di Montevarchi, patrocinati dallo studio legale che rappresenta l’Unione Sindacale di Base, hanno ottenuto il diritto al cosiddetto «tempo tuta» che era contestato dalla Cooperativa della Grande Distribuzione.

Lo ha stabilito una sentenza, la numero 599/2018 della dottoressa Davia del Tribunale di Firenze che ha dato ragione agli addetti ricorsi in giudizio perchè quei 10 minuti necessari per il cambio d’abito, indispensabile per svolgere le mansioni affidate, non erano conteggiati nello stipendio. «Il giudice – spiega il Coordinamento Usb Unicoop Firenze – riconosce il diritto di far rientrare per il futuro il tempo tuta nell’orario di lavoro e per il passato 10 minuti di straordinario al giorno».

Il colosso della spesa quindi dovrà anche versare a impiegati, commessi e magazzinieri la tranche di retribuzione non conteggiata finora in busta paga. Un provvedimento retroattivo di ben 11 anni perchè è stata accolta «la nostra richiesta – ricordano i sindacalisti – di sfondare il muro dei 5 anni di pregresso a seguito della perdita di tutele e diritti subita dai lavoratori con l’entrata in vigore della riforma del lavoro comunemente nota come legge Fornero».

Il quinquennio dunque partirà dal 2012, anno del varo della normativa, e le maestranze interessate recupereranno un gruzzoletto di arretrati con le relative maggiorazioni dal 2007 al 2018. «Si parla per i ricorrenti in giudizio con contratto full-time di una cifra che oscillerà tra i 5000 e i 6000 euro».

Nell’atto giudiziale infine la condanna dell’azienda al pagamento di oltre 23 mila euro per competenze professionali. Nel ricordare quanti hanno dato supporto e creduto nella battaglia, il sindacato ringrazia tra gli altri la delegata Usb dell’ipermercato montevarchino e «tutti quelli che hanno resistito – scrive – cercando di mantenere la barra a dritta nell’interesse comune dei lavoratori».

In ultimo le accuse di «disinteresse» sulla questione specifica alla Filcams Cgil aretina: «Nelle fasi preparatorie, messa alle corde dai lavoratori, rispose che non avrebbe mai fatto vertenza sul tempo tuta. Adesso però – è la conclusione – dovrà spiegare il perché».