Glasgow: 8mila donne scozzesi fanno due giorni di sciopero per la parità di stipendio

A Glasgow ottomila donne scozzesi in piazza e in sciopero per la parità di stipendio

La protesta di 48 ore ha bloccato scuole elementari e asili nido Sospese anche le attività di assistenza a domicilio

di Antonello Guerrera, da la Repubblica del 25 ottobre 2018

Ottomila donne sono scese ieri in strada a Glasgow, in Scozia, per protestare contro il cosiddetto ” gender gap”, la disparità salariale su base sessuale applicata dal committente pubblico (il Glasgow city council) . La protesta, di quarantotto ore complessive, ha comportato la chiusura di scuole elementari e di quasi tutti gli asili nido della città, la sospensione delle attività di assistenza a domicilio per persone non autosufficienti, mentre hanno continuato a funzionare, seppur parzialmente, le scuole secondarie e i servizi di ristorazione di musei e altre istituzioni. I leader sindacali hanno ricevuto l’intimazione a far smettere i picchetti e le azioni di disturbo delle lavoratrici, pena una denuncia penale. Le donne hanno infatti fatto dei cordoni impedendo ai netturbini ed ad altre categorie di lavoratori – sempre dipendenti del Glasgow city council – di recarsi al lavoro.

La rivolta sindacale, difatti, non ha riguardato tutte le donne ma principalmente quelle che svolgono lavori con un salario spesso sotto o attorno alla media: soprattutto badanti, operatrici scolastiche e addette a mense e pulizie.

Le donne di Glasgow protestano perché, stando ai loro calcoli, guadagnerebbero fino a tre sterline (oltre tre euro) in meno all’ora rispetto ai colleghi uomini che svolgono mansioni dello stesso livello, come per esempio gli operatori ecologici. Una disparità trasversale, dunque, ma che non è sfuggita alle donne di Glasgow.

Il problema, infatti, viene da lontano ma è esploso negli ultimi mesi dopo diverse trattative sindacali andate a vuoto. Sotto accusa è soprattutto una riforma del 2006 pensata dall’allora amministrazione laburista cittadina proprio per uniformare i salari di uomini e donne, ma che, per una serie di distorsioni legislative e burocratiche, alla fine ha continuato a favorire gli uomini e, in alcuni casi, aumentare il divario con le donne.