Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta: conferenza di Labor Notes e le mobilitazioni sindacali negli Stati Uniti

Conferenza Labor Notes 2018

Comunicato della delegazione della Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta

Traduzione a cura di Sial Cobas

Negli Stati Uniti si è levato un vento di contestazione. La Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta esprime la sua solidarietà alle mobilitazioni sociali in corso nel paese

Alla conferenza ha partecipato una delegazione della Rete, rappresentata da CSP Conlutas e Solidaires. La conferenza, con quasi 3mila partecipanti, è stata un successo: erano presenti buona parte delle forze sociali e sindacali combattive degli Stati Uniti, in un contesto politico molto duro.

La conferenza è stata anche un banco di prova per la costruzione di una solidarietà internazionale, fondamentale in un momento storico in cui le politiche anti-sociali di numerosi governi del mondo sono arrivate ad un livello critico.

La rete Labor Notes

Creata nel 1979, la rete Labor Notes si dà come primo obiettivo organizzare la base dei militanti sindacali, come risposta al progressivo e violento attacco che la legislazione americana ha portato all’agibilità di grande parte delle organizzazioni sindacali americane. Labor Notes gioca in particolar modo il ruolo di una rete di educazione popolare. Ogni due anni, la Conferenza di Labor Notes riunisce i militanti delle frange più combattive del sindacalismo americano, oltre che ad un grande numero di sindacalisti provenienti da tutto il mondo.

La conferenza di Labor Notes può essere considerata come un forum sindacale. Raggruppa essenzialmente militanti di base, di alcuni sindacati. Il sindacalismo statunitense è stato di fatto smantellato in modo molto violento negli ultimi decenni e la legislazione in materia di diritti sindacali è estremamente restrittiva, al punto che i sindacati sono stati progressivamente neutralizzati e burocratizzati. Ma da qualche anno si assiste ad un ritorno di pratiche sindacali combattive, in certi settori produttivi e localmente (nelle sezioni locali dei sindacati), in correnti e gruppi nati sul terreno e operanti all’interno delle organizzazioni sindacali.

E’ il caso, per esempio, dei sindacati degli insegnanti di Chicago (Chicago Teachers Unions): da qualche anno l’assemblea del gruppo Core, formato da giovani insegnanti combattivi, ha finito col vincere le elezioni all’interno della loro organizzazione e a realizzare scioperi di massa che non si vedevano da decenni in questo settore – come quello del 1° aprile del 2016 che ebbe un tasso di partecipazione del 90%.

E’ anche il caso, in questi ultimi mesi, degli insegnanti del West Virginia che si sono organizzati a partire dalla base, contea dopo contea, per settimane, per costruire una mobilitazione molto estesa e partecipata, che ha portato ad una vittoria e al conseguimento di alcune delle rivendicazioni.

La situazione negli Stati Uniti

La presidenza di Trump è come si temeva: ha sdoganato le frange più liberiste, più razziste e misogene della popolazione, che si sentono ora più libere di operare, sostenute dalle sue dichiarazioni e dalla sua politica.

La povertà di una parte crescente della popolazione tocca anche il ceto medio, come dimostra per esempio la situazione degli insegnanti del paese: con salari appena sufficienti per sopravvivere, coperture sociali ridotte al lumicino e grande precarietà.

La distanza tra ricchi e poveri aumenta. Ma la contestazione si intensifica e si organizza nel paese. Lo dimostrano le marce delle donne poco tempo dopo l’elezione di Trump, le marce e le manifestazioni contro il razzismo e più recentemente le mobilitazioni contro la mancanza di regolamentazione nel commercio delle armi, di cui beneficiano le potenti lobby della NRA (National Rifle Association) appoggiata da Trump. Allo stesso tempo, le contestazioni e gli scioperi dei lavoratori diventano più numerosi. In queste ultime settimane sono gli insegnanti dei diversi stati che si sono organizzati, sulla scia di quelli del West Virginia, mobilitazione emblematica da più di un punto di vista.

Per questi ultimi, la scintilla è stata l’aumento significativo della mutua sanitaria: l’ente pubblico che la gestisce ha deciso di imporre nuovi criteri di comportamento in materia di salute per gli insegnanti, criteri veramente allucinanti. E’ stato chiesto loro di portare dei sensori per valutare i consumi fisici, sono stati imposti dei questionari intrusivi dove si chiedeva per esempio la frequenza della loro attività sessuale settimanale, al fine di determinare il loro “rischio” biologico e di conseguenza l’ammontare della loro mutua sanitaria. In caso di rifiuto o di comportamenti non abbastanza “sani”, il costo sarebbe aumentato significativamente. E per coloro che avessero acconsentito a questa indagine e fossero risultati propensi ad una buona igiene di vita erano previste ricompense sottoforma di buoni d’acquisto nella catena dei supermercati Wallmart!

Questi aumenti della quota per la copertura sanitaria dovevano essere prelevati da salari già molto bassi. Gli insegnanti si sono quindi organizzati a partire dalla base, contea dopo contea per realizzare delle azioni che erano al limite della legalità per la legge americana che restringe e regolamenta in modo molto drastico la possibilità di fare sciopero.

Hanno organizzato dei « walk in » e poi dei « walk out », dei presidi davanti ai loro istituti per mobilitare sempre più colleghi e sensibilizzare i genitori, poi dei blocchi regolari. La mobilitazione è diventata molto mediatica e sempre più di massa e ha costretto il governatore a conceder loro un aumento salariale che compensasse l’aumento della loro mutua sanitaria.

Ma la rivolta degli insegnanti del West Virginia va al di là della questione della loro mutua sanitaria, perché esprime il livello di esasperazione degli insegnanti di fronte alla precarietà della loro condizione e l’abbandono totale dell’educazione pubblica da parte della maggioranza degli Stati Uniti d’America. Anche in Oklahoma, in Colorado e in Arkansas gli insegnanti stanno mobilitandosi alla stregua dei loro colleghi del West Virginia.

La cosa interessante è che questo tipo di mobilitazione valica il quadro iper restrittivo della legislazione americana che inchioda le organizzazioni sindacali in lunghi bracci di ferro giuridici che durano a volte mesi (durante i periodi di contrattazione, di negoziazione annuale), prima di poter eventualmente fare sciopero.

Si tratta, da questo punto di vista, di mobilitazioni informali, costruite a partire dalla base, attraverso assemblee che sono riuscite a cogliere impreparate le autorità e ad imporre loro delle rivendicazioni.

Una mobilitazione di questo tipo negli Stati Uniti è portatrice di speranza e indica una possibile strada. Possiamo aggiungere a tutto questo le mobilitazioni contro il razzismo, per i diritti dei migranti, per i diritti delle donne, lo sviluppo di mobilitazioni in rete, come gli insegnanti del Chicago Teachers Union che hanno lavorato con il movimento Black lives matter, le associazioni dei migranti, i cui bambini frequentano le scuole pubbliche più fatiscenti, veri ghetti sociali…

Tutto questo mostra che la contestazione è in una fase di rinnovamento negli Stati Uniti.

La costruzione della solidarietà e delle lotte a livello internazionale

La Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta ha organizzato un incontro durante la conferenza di Labor Notes intitolato “Costruire strumenti di solidarietà internazionale”. Sono intervenuti i rappresentanti di organizzazioni che fanno parte della Rete: CSP Conlutas, Solidaires, ATU Chicago, la Fédération indépendante des travailleurs de la Poste della Palestina e anche una delegata del CTU oltre a degli attivisti della campagna contro la multinazionale dell’agro-alimentare Driscolls. Ci siamo impegnati a far conoscere e diffondere questa campagna, in linea con quanto deciso all’incontro di Madrid di portare avanti con la Rete una campagna contro le molteplici forme di sfruttamento di cui sono responsabili le multinazionali.

Il grande numero di partecipanti a questo incontro ha reso possibile scambi ricchi e costruttivi. E’ stata l’occasione per far conoscere la Rete e per incontrare rappresentanti di altre organizzazioni sindacali che hanno manifestato interesse per la Rete.

Anche le riunioni su argomenti di settore hanno contribuito a rafforzare la solidarietà internazionale: nel settore dell’educazione, delle poste, dell’industria e dell’auto.

Un incontro è stato l’occasione per creare (e ricreare) dei contatti tra i sindacalisti coreani del KCTU e quelli americani dell’UAW (sindacato dell’industria automobilistica) che hanno raccontato le loro lotte, per il momento perdenti, per far riconoscere il loro sindacato dentro la fabbrica automobilistica della Nissan de Canton nel Mississipi.

La Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta esprime la propria soddisfazione per la ricchezza degli scambi e degli incontri che Labor Notes ha reso possibile con la conferenza di quest’anno. Ci ha mostrato che i valori e i principi del sindacalismo che condividono le organizzazioni che aderiscono alla Rete sono condivisi da molte altre organizzazioni e movimenti sociali nel mondo, che l’internazionalismo è un valore fondamentale del sindacalismo.

Le organizzazioni che fanno parte della Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta

Organizzazioni sindacali nazionali interprofessionali

  • Central Sindical e Popular Conlutas (CSP-Conlutas) – Brésil.
  • Confederación General del Trabajo (CGT) – Etat espagnol.
  • Union syndicale Solidaires (Solidaires) – France.
  • Confédération Générale du Travail du Burkina (CGT-B) – Burkina.
  • Confederation of Indonesia People’s Movement (KPRI) – Indonésie.
  • Confederación Intersindical (Intersindical) – Etat espagnol.
  • Confédération Générale Autonome des Travailleurs en Algérie (CGATA) – Algérie.
  • Batay Ouvriye – Haïti.
  • Unione Sindacale Italiana (USI) – Italie.
  • Confédération Nationale des Travailleurs – Solidarité Ouvrière (CNT SO) – France.
  • Sindicato de Comisiones de Base (CO.BAS) – Etat espagnol.
  • Organisation Générale Indépendante des Travailleurs et Travailleuses d’Haïti (OGTHI) – Haïti.
  • Sindacato Intercategoriale Cobas (SI COBAS) – Italie.
  • Confédération Nationale du Travail (CNT-f) – France.
  • Intersindical Alternativa de Catalunya (IAC) – Catalogne.
  • Union Générale des Travailleurs Sahraouis (UGTSARIO) – Sahara occidental.
  • Ezker Sindikalaren Konbergentzia (ESK) – Pays basque.
  • Confédération Nationale de Travailleurs du Sénégal Forces du Changement (CNTS/FC) – Sénégal.
  • Sindacato Autorganizzato Lavoratori COBAS (SIAL-COBAS) – Italie.
  • General Federation of Independent Unions (GFIU) – Palestine.
  • Confederación de la Clase Trabajadora (CCT) – Paraguay.
  • Red Solidaria de Trabajadores – Pérou
  • Union Syndicale Progressiste des Travailleurs du Niger (USPT) – Niger.
  • Union Nationale des Syndicats Autonomes du Sénégal (UNSAS) – Sénégal.
  • Unión Nacional para la Defensa de la Clase Trabajadora (UNT) – El Salvador.
  • Solidaridad Obrera (SO) – Etat espagnol.
  • Confederazione Unitaria di Base (CUB) – Italie.
  • Independent Workers Union of Great Britain (IWGB) – Grande-Bretagne.
  • Ogólnopolski Związek Zawodowy Inicjatywa Pracownicza (OZZ IP) – Pologne.

Organizzazioni sindacali nazionali categoriali

  • National Union of Rail, Maritime and Transport Workers (RMT/TUC) – Grande-Bretagne.
  • Centrale Nationale des Employés – Confédération Syndicale Chrétienne (CNE/CSC) – Belgique.
  • Sindicato Nacional de Trabajadores del Sistema Agroalimentario (SINALTRAINAL/CUT) – Colombie.
  • Fédération Générale des Postes, Telecom et Centres d’appel – Union Générale Tunisienne du Travail (FGPTT/UGTT) – Tunisie.
  • Trade Union in Ethnodata – Trade Union of Empoyees in the Outsourcing Companies in the financial sector – Grèce.
  • Syndicat national des travailleurs des services de la santé humaine (SYNTRASEH) – Bénin
  • Sindicat dos Trabalhadores da Fiocruz (ASFOC-SN) – Brésil.
  • Organizzazione Sindicati Autonomi e di Base Ferrovie (ORSA Ferrovie) – Italie.
  • Union Nationale des Normaliens d’Haïti (UNNOH) – Haïti.
  • Confederazione Unitaria di Base Scuola Università Ricerca (CUB SUR) – Italie.
  • Coordinamento Autorganizzato Trasporti (CAT) – Italie.
  • Syndicat des travailleurs du rail – Union Nationale des Travailleurs du Mali (SYTRAIL/UNTM) – Mali.
  • Gıda Sanayii İşçileri Sendikası – Devrimci İşçi Sendikaları Konfederasyonu (GIDA-IŞ/DISK) – Turquie.
  • Syndicat National des Travailleurs du Petit Train Bleu/SA (SNTPTB) – Sénégal.
  • Asociación Nacional de Funcionarios Administrativos de la Caja de Seguro Social (ANFACSS) – Panama.
  • Palestinian Postal Service Workers Union (PPSWU) – Palestine.
  • Union Syndicale Etudiante (USE) – Belgique.
  • Sindicato dos Trabalhadores de Call Center (STCC) – Portugal.
  • Sindicato Unitario de Trabajadores Petroleros (Sinutapetrolgas) – Venezuela.
  • Alianza de Trabajadores de la Salud y Empleados Publicos – Mexique.
  • Canadian Union of Postal Workers / Syndicat des travailleurs et travailleuses des postes (CUPW-STTP) – Canada.
  • Syndicat Autonome des Postiers (SAP) – Suisse.
  • Federación nacional de trabajadores de la educación (SUTE-Chili) – Chili.
  • Plateforme Nationale des organisations professionnelles du secteur public – Côte d’Ivoire.
  • Fédération nationale des ouvriers et collectivités locales – Union Marocaine du Travail (UMT-Collectivités locales) – Maroc.
  • Centrale Générale des Services Publics FGTB, Cheminots (CGSP/FGTB Cheminots) – Belgique.
  • Botswana Public Employees Union (BOPEU) – Botswana.
  • Organisation Démocratique du Travail – Organisation Démocratique du Travail (ODR/ODT) – Maroc.
  • Federacao Nacional dos Ttrabalhadores em Transportes Aéros do Brasil (FNTTA) – Brésil.
  • Federação Nacional dos Metroviários (FENAMETRO) – Brésil.
  • Namibia Football Players Union (NAFPU) – Namibie.

Organizzazioni sindacali locali

  • Trades Union Congress, Liverpool (TUC Liverpool) – Angleterre.
  • Sindacato Territoriale Autorganizzato, Brescia (ORMA Brescia) – Italie.
  • Fédération syndicale SUD Service public, canton de Vaud (SUD Vaud) – Suisse
  • Sindicato Unitario de Catalunya (SU Metro) – Catalogne.
  • Türkiye DERİ-İŞ Sendikasi, Tuzla et Izmir (DERİ-İŞ Tuzla et Izmir) – Turquie.
  • L’autre syndicat, canton de Vaud (L’autre syndicat) – Suisse
  • Centrale Générale des Services Publics FGTB, Ville de Bruxelles (CGSP/FGTB Bruxelles) – Belgique
  • Arbeitskreis Internationalismus IG Metall, Berlin (IG Metall Berlin) – Allemagne
  • Sindicato Unificado de Trabajadores de la Educación de Buenos Aires, Bahia Blanca (SUTEBA/CTA de los trabajadores Bahia Blanca) – Argentine
  • Sindicato del Petróleo y Gas Privado del Chubut/CGT – Argentine.
  • UCU University and College Union, University of Liverpool (UCU Liverpool) – Angleterre.
  • Sindicato di base Pavia (SDB Pavia) – Italie.
  • United Auto Workers local 551 Ford Chicago (UAW Ford Chicago) – Etats-unis.
  • Sindicato Uno Prodinsa, Maipú – Chili.

Organizzazioni sindacali internazionali

  • Industrial Workers of the World – International Solidarity Commission (IWW).

Correnti, tendenze o reti sindacali

  • Transnationals Information Exchange Germany (TIE Germany) – Allemagne.
  • Emancipation tendance intersyndicale (Emancipation) – France.
  • Globalization Monitor (Gmo) – Hong Kong.
  • Courant Syndicaliste Révolutionnaire (CSR) – France.
  • No Austerity – Coordinamento delle lotte – Italie.
  • Solidarité Socialiste avec les Travailleurs en Iran (SSTI) – France.
  • Basis Initiative Solidarität (BASO) – Allemagne.
  • LabourNet Germany – Allemagne.
  • Resistenza Operaia – operai Fiat-Irisbus – Italie.
  • Workers Solidarity Action Network (WSAN) – Etats-Unis.
  • United Voices of the World