25 novembre: la CGT (Stato Spagnolo) contro la violenza machista

Giornata internazionale contro la violenza maschilista

INSIEME FACCIAMO LA DIFFERENZA 

Il 25 novembre PASSA ALL’AZIONE

AUTODIFESA FEMMINISTA

La CGT leva forte un grido, che arrivi oltre tutti i confini:

basta con così tanta violenza maschilista; basta con TUTTA la violenza maschilista!

Nel 2017, in Spagna, decine di donne sono state assassinate per mano di “figli sani del patriarcato”; mille tra donne e bambine sono state violentate, abusate e molestate sessualmente. Vogliamo che vengano indicati tutti gli aggressori, sia da parte della Pubblica Amministrazione, sia dai mezzi di comunicazione e che la società si renda conto:

Non moriamo, ci uccidono!

La Pubblica Amministrazione non finanzia quanto è previsto dalle leggi che vengono approvate per sradicare la violenza di genere. La sua immobilità sostiene la violenza di Stato contro noi donne, grazie alla sua politica di privatizzazioni, una politica antisociale e generatrice di disuguaglianze.

Non è sufficiente esigere un Patto di Stato se rimane solo un pezzo di carta!

I mezzi di comunicazione del potere riproducono senza critica le violenze strutturali maschili, rendendo normale un sistema binario eteronormativo che ci fa sentire degli oggetti, che strumentalizza il nostro corpo come oggetto al servizio del maschilismo, volendoci vittime, sottomesse e complici del patriarcato.

Però noi ci ribelliamo, parliamo, scriviamo i nostri discorsi, scegliamo le nostre immagini, esaltiamo la nostra lotta e dissidenza, sviluppiamo progetti autonomi e autogestiti con le nostre risorse personali e comunitarie.

Il sistema patriarcale ha bisogno di noi donne come oggetti riproduttori di mano d’opera precaria per poter continuare arricchendosi a nostro discapito. Per questo, la legge 2/2010 sulla salute sessuale e riproduttiva e sull’interruzione volontaria di gravidanza, non permette di esercitare il diritto all’Aborto, Libero, Sicuro, Pubblico e Gratuito che esigiamo per tutte le donne, incluse le minorenni. Smettete di abbassare la minore età per poter decidere sui nostri corpi e le nostre vite.

Davanti agli avanzamenti che raggiungiamo con le nostre lotte, la reazione del maschilismo organizzato è quella di esigere una legislatura che ci imponga una custodia condivisa in caso di separazione e divorzio, invece di appoggiare una maternità-paternità responsabile e accordi nelle cure dei e delle minori.

Denunciamo la violenza istituzionale dei tribunali che si occupano di violenza di genere sulle donne e sui bambini/e, colpendo coloro che denunciano.

Difendiamo una sovversione femminista dell’economia, una co-educazione femminista trasversale e dei modelli educativi in tutte le aree della vita che non riproducano o rendano invisibili le violenze maschili, che il denaro pubblico venga destinato a sradicare la violenza e a segnalare chi la esercita, incluse le differenti chiese e istituzioni pubbliche. Ci dichiariamo disobbedienti, ribelli e sovversive.

Reagiamo! Passiamo all’azione!

Davanti alle loro violenze, la nostra autodifesa!