Il welfare aziendale è una fregatura! No alle polizze sanitarie, sì all’aumento in busta paga!

   Sial_logo_okSIAL-Cobas (Sindacato Autorganizzato Lavoratori-Cobas)

Il Sial Cobas promuove e partecipa, con Medicina Democratica e diverse altre organizzazioni e associazioni, alle iniziative che si terranno in tutta Europa il 7 di aprile (giornata mondiale della salute) per evidenziare l’attacco ai sistemi sanitari e di protezione sociale pubblici in tutto il nostro continente.

INVITIAMO TUTTI/E A PARTECIPARE AL PRESIDIO SOTTO REGIONE LOMBARDIA  IN DIFESA DELLA SANITA’ PUBBLICA, IL 7 APRILE DALLE 11 ALLE 14

In Italia, lo smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale è in atto già da diversi anni, ma con l’introduzione della sanità integrativa nei contratti collettivi di lavoro siamo arrivati all’attacco finale. Le imprese sono riuscite a imporre, con la condiscendenza dei sindacati firmatari, accordi collettivi nei quali si scambiano gli aumenti salariali con polizze assicurative private. Queste propugnano un’idea di salute distorta, perchè alimentano un “consumismo” di interventi, spesso di scarsa efficacia o superflui, con una logica di sostituzione e non di integrazione dell’assistenza pubblica.

Completa l’opera la legge di stabilità 2016 del governo Renzi, che ha definito norme che detassano le spese dell’azienda che assicura ai suoi dipendenti. Il costo per quello che viene definito “welfare aziendale” sarà quindi a carico dello Stato perchè saranno versate meno tasse e ridotti quindi i fondi da destinare alla spesa pubblica.

Sostituire l’assistenza pubblica con le mutue o con i fondi sanitari integrativi mira quindi a sostituire gradualmente un sistema pubblico con uno privato.

Quando noi lavoratori saremo chiamati, nei prossimi mesi, a sottoscrivere le polizze sanitarie previste dal nostro contratto nazionale di categoria faremo fatica a sottrarci: in molti casi sarà l’azienda a pagare interamente la quota, in altri ci verrà richiesto un piccolo contributo mensile, magari estensibile a tutta la famiglia. Penseremo: “gli aumenti salariali quasi non si vedono, porto a casa quello che c’è!”.

Il punto è che queste polizze vanno ad indebolire il SSN, a scapito dei soggetti deboli della società: precari, disoccupati, pensionati, ammalati cronici – e a ben guardare noi o qualche nostro famigliare potremmo rientrare prima o poi in queste categorie. Inoltre, molte polizze vengono sospese nei periodi di cassa integrazione e forniscono prestazioni che rispondono ai loro interessi di profitto. In alcuni casi finanziano prestazioni completamente gratuite e certe, come nel caso del parto!

Tutta questa operazione si basa sul ritornello dell’insostenibilità della sanità pubblica e delle liste d’attesa troppo lunghe. Il primo va sfatato con un dato: l’Italia è tra i paesi che dedica la minore percentuale di PIL alla spesa sanitaria (il 7% contro il 10% dell’Inghilterra, per fare un esempio). Quello che occorre è fornire solo quelle prestazioni che sono necessarie e di documentata efficacia, agendo di più sul livello della prevenzione. Per quanto riguarda le liste d’attesa, un tempo non esistevano. Sono nate in questi ultimi anni, per limiti organizzativi e per il famoso tetto di spesa, il budget che viene assegnato ad ogni struttura sanitaria e che non può essere superato.  Il tetto di spesa in genere si raggiunge intorno al mese di settembre-ottobre, quindi  molte prestazioni vengono semplicemente rinviate all’anno successivo. L’aumento della spesa pubblica, ma anche cambiamenti organizzativi – per esempio l’obbligo di attività ambulatoriale per tutti i medici e i primari e la cessazione del “noleggio” di personale medico pubblico ai privati convenzionati – potrebbero ridurre drasticamente le liste d’attesa.

Quello che non si dice sulle mutue sanitarie è chi ci guadagna davvero. Non i lavoratori, che certamente preferirebbero aumenti salariali in busta paga e un sistema sanitario pubblico efficiente, universale e gratuito. Ci guadagnano i grandi gruppi finanziari internazionali, la lobby delle assicurazioni e dell’industria farmaceutica e la sanità privata, che crescerà  imponendo un’idea di salute pubblica sottoposta a logiche di profitto difficilmente controllabili.   

INVITIAMO TUTTI/E

A PARTECIPARE AL PRESIDIO SOTTO REGIONE LOMBARDIA

  IN DIFESA DELLA SANITA’ PUBBLICA

IL 7 APRILE DALLE 11 ALLE 14