Sial Cobas e Slai Cobas Comune di Milano: le ragioni dello sciopero generale del 3 febbraio

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3 FEBBRAIO 2017

SCIOPERO GENERALE DI ENTE delle lavoratrici e dei lavoratori del COMUNE DI MILANO

Arriva in ritardo, ma è un’occasione importante per dare visibilità alle ragioni dei lavoratori e delle lavoratrici a fronte delle chiacchiere dell’Amministrazione.

Chiacchiere che coprono malamente l’aumento dei carichi di lavoro, le esternalizzazioni di fatto di attività fino ad ora in gestione diretta, una successione di riorganizzazioni che, alla fine, lasciano sul terreno un incremento di posizioni dirigenziali affidate ad “esterni”.

Arriva in ritardo. Perchè la volontà dell’Amministrazione era evidente dall’autunno scorso ed occorreva raccogliere subito la spinta emersa dalla grande Assemblea generale del Teatro Nuovo dello scorso novembre.

Ma è importante che sia arrivato.

Lo sciopero di Ente è un momento importante. Perché misura i rapporti di forza tra i lavoratori di questo Ente e l’Amministrazione; prova a “scuotere l’albero”, a dimostrare che l’azione collettiva può cambiare in meglio la condizione di tutti e tutte noi.

Per questo occorre capire bene PERCHÈ SCIOPERIAMO.

Il 3 febbraio si sciopera contro un piano occupazionale triennale 2016/2018 assolutamente inadeguato rispetto alla esigenze di funzionamento della macchina comunale che ha il compito di erogare ai cittadini servizi pubblici fondamentali. Un Piano occupazionale che in realtà, come negli anni precedenti, mascherandosi dietro le “compatibilità di bilancio” e  la “normativa vigente” programma la riduzione dell’occupazione diretta a carico del Comune di Milano.

Parliamo di 298 assunzioni nel 2016, 67 nel 2017 e 31 nel 2018.

Sono poche e distribuite male.

Poche rispetto al numero dei colleghi che va in pensione, poche rispetto al fabbisogno di organico segnalato dalle stesse Direzioni di settore, poche e al disotto di quanto la stessa legge di Stabilità 2016 metteva a disposizione del Comune di Milano. Per quanto riguarda il 2017 il Comune, senza fare una piega, si limita ad applicare il tetto stabilito nella legge di Stabilità 2016 dal Governo del 25% di rinnovo del turnover.

Assunzioni per di più concentrate sulle categorie D3 e D1, senza investimento adeguato sulle figure professionali più massificate nelle categorie B e C.

Questa scelta indica una volontà: una macchina comunale in cui – velleitariamente – gruppi di “esperti” controllano attività amministrative,  politiche sociali e servizi alla persona sempre più affidate alle aziende private. Si va quindi nella direzione contraria a quella di una riqualificazione di un lavoro pubblico di qualità.